Filippine: la presidente Arroyo rinnova l'impegno a favore della vita
La presidente filippina Gloria Macapagal Arroyo ha ribadito il sostegno alla Chiesa
nella promozione di metodi di pianificazione familiare naturali, come già aveva detto
lo scorso luglio durante il discorso alla nazione. La Arroyo – cattolica praticante
e madre di tre figli – non cedendo alle pressioni di una parte del Parlamento, conferma
il proprio no al Reproductive Health (RH), appoggiando la linea della Conferenza episcopale
filippina che ha di recente avviato una raccolta firme nel Paese per bloccare l’approvazione
della proposta di legge. Ieri - riferisce l'agenzia AsiaNews - il ministro della Sanità
Francisco Duque III ha confermato che è intenzione dell’esecutivo promuovere – anche
a livello economico – i metodi di pianificazione familiare naturali, smentendo al
contempo che siano stati “stanziati ulteriori fondi per applicare il programma previsto
dal RH”, mentre sarà il Parlamento a “mettere in campo il budget necessario” nel caso
in cui decida di “ratificare la legge”. Il dipartimento di Sanità filippino ha avviato
una serie di programmi a tutela della maternità e della salute dei neonati, la prevenzione
dei tumori per le donne, lo sviluppo del bambino, metodi di pianificazione familiare
naturali, norme contro la violenza sulle donne e i minori e un programma di prevenzione
per le malattie a trasmissione sessuale. Provvedimenti che non bastano a chiudere
la polemica sorta attorno al Reproductive Health (RH), colpevole secondo i vescovi,
di legalizzare l’aborto, diffondere l’uso di contraccettivi (dal preservativo alla
pillola e la spirale intrauterina) per il controllo artificiale delle nascite e una
“visione distorta” dell’educazione sessuale. I promotori della RH continuano il lavoro
in Parlamento per trovare nuovi appoggi e trasformare la proposta in legge, mentre
la Chiesa ha avviato una raccolta firme in tutto il Paese per chiederne la bocciatura.
Padre Melvin Castro, della Commissione episcopale per la famiglia e la vita, segnala
che la campagna di sensibilizzazione è partita nel mese di luglio, ma solo nell’ultima
settimana si è estesa in tutto il territorio nazionale. In pochi giorni sono state
raccolte oltre “centomila firme”, ma l’obiettivo è toccare almeno quota due milioni
per poi presentare le sottoscrizioni al Parlamento. La campagna è nata su indicazione
di mons. Paciano Aniceto, arcivescovo di San Fernando e capo della Commissione episcopale
per la famiglia e la vita, il quale ribadisce che è necessario combattere la “cultura
della morte e degli interessi economici: alla base della proposta di legge vi è solo
una logica legata al business, agli affari e al commercio”. (R.P.)