2008-09-11 15:59:42

Nuove tensioni tra Stati Uniti e Pakistan


Il presidente afghano auspica meno vittime civili nella lotta contro il terrorismo mentre il Pakistan ammonisce gli Stati Uniti dal compiere altre operazioni sconfinando sul suolo pakistano. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Il presidente dell'Afghanistan, Karzai, ringrazia la comunità internazionale per l'aiuto nella lotta al terrorismo ricordando la caduta dei Taleban alleati di al-Qaida ma lamenta troppe vittime civili. Tra autorità di Kabul e forze internazionali c’è molto spesso contrasto in merito al numero dei civili afghani morti a causa dei bombardamenti. Anche oggi: le forze della coalizione parlano di attacco alla casa di un “capo terrorista” e di “diversi estremisti” morti, mentre abitanti e responsabili del luogo lamentano tre civili uccisi, tra cui una bambina di 12 anni. Ma nell'anniversario dell'11 settembre, i toni sono particolarmente alti tra Pakistan e Stati Uniti, che nei giorni scorsi hanno avuto momenti di tensione in seguito ad incursioni statunitensi sul suolo pachistano per colpire obiettivi taleban e di Al Qaida. Ieri sera il capo dell'esercito pachistano, Kiyani, ha avvertito che incursioni straniere in Pakistan non saranno più tollerate e che Islamabad è pronta a respingere ogni attacco sul suo territorio, “costi quel che costi”. Quella che poteva sembrare una guerra di parole a distanza fra militari ha assunto i toni del gelo politico quando, qualche ora dopo, il primo ministro pachistano Gilani ha confermato che il governo è sulla stessa lunghezza d’onda del capo dell’esercito. C’è poi la denuncia da parte del New York Times online di un via libera del presidente Bush, lo scorso luglio, ad allargare il raggio d'azione delle truppe USA perché, nonostante il riaffermato sostegno della Casa Bianca al nuovo presidente pachistano Zardari, l'Amministrazione Bush sarebbe sempre più scettica sull'effettivo impegno di Islamabad contro il terrorismo islamico. C’è da dire che nelle ultime settimane sono state oltre 20 le vittime civili di sconfinamenti americani in Pakistan. Mentre le forze armate pachistane continuano a diffondere bollettini di scontri con combattenti integralisti islamici nelle zone tribali: anche oggi c’è notizia di 20 militanti uccisi.

Terremoto in Iran
Il nuovo bilancio del terremoto avvenuto ieri in Iran nella zona dello stretto di Hormuz, nella provincia meridionale di Hormuzgan, è di 7 morti e 47 feriti. Lo ha reso noto oggi l'agenzia di stampa iraniana Mehr, citando il governatore della provincia di Hormuzgan, Abdolali Saheb Mohammadi. Ieri si parlava di 4 morti e 26 feriti. Il terremoto, di un'intensità pari a 6,1 gradi di magnitudo della scala Richter, ha colpito in particolar modo l'isola iraniana di Qeshm, nel sud del Golfo. Il governatore precisa che elettricita', acqua corrente e telecomunicazioni sono stati ripristinati sull'isola, abitata da più di 100.000 persone.

Israele-Cisgiordania
Israele si è di fatto annesso centinaia di ettari di terreni attorno a una dozzina di insediamenti ebraici a est della controversa barriera di separazione in Cisgiordania, secondo un rapporto pubblicato da Betzelem, l'organizzazione israeliana per la tutela dei diritti umani nei territori occupati. “In molti casi - afferma Betzelem - le autorità chiudono gli occhi davanti a queste chiusure non autorizzate di terreni, dimenticando sistematicamente di rispettare il loro dovere di imporre il rispetto delle leggi a coloni criminali”. Secondo Betzelem, nel quadro di questo piano, Israele ha recintato 12 insediamenti a est della barriera di separazione, annettendo ufficiosamente circa 456 ettari e più che raddoppiando in questo modo l'area di questi insediamentù Metà dei terreni sono di proprietà privata palestinese. Israele, secondo Betzelem, “cerca di giustificare la chiusura di queste aree citando per motivi di sicurezza la necessità di creare attorno a questi insediamenti uno spazio abbastanza ampio per proteggere i coloni”. Tra il 2002 e il 2004, 31 civili israeliani sono stati uccisi da palestinesi e molti altri feriti in insediamenti in Cisgiordania. Ma in contraddizione con questa asserita necessità difensiva, afferma Betzelem, le autorità permettono ai coloni di entrare e anche di vivere nelle 'aree protette', chiuse ai palestinesi. Un portavoce militare, rispondendo al rapporto di Betzelem, ha detto che la creazione di aree di sicurezza attorni agli insediamenti è stata attuata dopo ripetuti attacchi di palestinesi e l'uccisione di dozzine di israeliani.

Ossezia del sud
Il presidente dell'Ossezia del sud Kokoity ha parlato di adesione a Mosca per poi fare marcia indietro dopo poco. Kokoity ha detto di essere stato “probabilmente frainteso e che l'Ossezia del sud non ha intenzione di entrare nella Federazione russa, anche se molti nel Paese parlano della riunificazione con l'Ossezia del nord. È probabile che il leader sudosseto, che stamane aveva dettagliatamente spiegato i motivi della volontà di adesione alla Russia, sia stato sollecitato da parte di Mosca, che nei giorni scorsi aveva sottolineato di non avere alcuna intenzione di incamerare le due Repubbliche ribelli georgiane da lei riconosciute come indipendenti.

Russia-Ucraina
In un'intervista pubblicata sul quotidiano parigino le Monde, che sarà in edicola questo pomeriggio, il presidente ucraino Iushenko afferma di “aspettare un segnale forte dal vertice Nato di dicembre” sulla questione del mar Nero. 'È anche nell'interesse della Nato - spiega - estendere verso est la pace e la stabilità". “Soprattutto dopo gli avvenimenti in Georgia - prosegue Iushenko su Le Monde - non c'è che un modo di garantire l'indipendenza, l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina: unirsi alle strutture europee di sicurezza collettiva. Come già hanno fatto altre Repubbliche ex-sovietiche”. E da parte sua proprio oggi il Ministero degli Esteri russo in un comunicato - citato dall'agenzia Itar-Tass - denuncia la politica “poco amichevole” dell'Ucraina nei confronti della Russia.

Cipro
Con un nuovo incontro tra il presidente greco-cipriota Dimitris Christofias ed il leader turco-cipriota Mehmet Ali Talat cominciano oggi a pieno ritmo i colloqui per cercare di riunificare Cipro, l'isola mediterranea divisa dal 1974 dopo un intervento militare turco a protezione della minoranza turco-cipriota. I due leader - come è avvenuto anche lo scorso 3 settembre in occasione dell'avvio dei negoziati diretti - si sono incontrati stamani alle 10 locali (le 9 in Italia) nella residenza di Taye-Brook Zerihoun, rappresentante speciale dell'Onu per Cipro, presso l'aeroporto in disuso di Nicosia, nella “zona di nessuno” che ancora taglia in due l'isola. Ai negoziati odierni - dedicati alla questione della divisione dei poteri tra le due comunità etniche e della governabilità di una Cipro riunificata - è presente anche l'inviato speciale del segretario generale delle Nazioni Unite, l'ex ministro degli Esteri australiano Alexander Downer.

Immigrazione irregolare
Sono stati bloccati nella notte a Lampedusa 76 migranti irregolari, sbarcati clandestinamente in località Cala Madonna. Sono complessivamente oltre 500 i migranti che sono giunti tra martedù e ieri a Lampedusa. Nel pomeriggio di ieri la guardia costiera ha recuperato 322 persone che si trovavano su un barcone, a 30 miglia a Sud dell'isola.

In Italia decreto legge contro la prostituzione
In Italia è stato approvato oggi dal Consiglio dei ministri il disegno di legge su “misure contro la prostituzione”, presentato dal ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna. Si tratta secondo il ministro di uno strumento “per togliere linfa al mercato della prostituzione e punire un fenomeno vergognoso”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Viene introdotto il reato di esercizio della prostituzione in strada e in generale in “luogo pubblico”. Ad essere colpiti, con identiche sanzioni, saranno prostitute e clienti. Per chi compie atti sessuali con prostitute tra 16 e i 18 anni è prevista la reclusione (da 6 mesi fino a 4 anni) ed una multa che potrà oscillare tra i 1.500 e i 6 mila euro. Sul disegno di legge non mancano perplessità. Secondo la Caritas italiana il divieto di prostituzione in strada è “inefficace e controproducente”. “La prostituzione - spiega Oliviero Forti, responsabile Caritas per l’immigrazione – viene spostata in luoghi meno accessibili alle forze dell’ordine e agli operatori sociali”. Un altro dei punti fondamentali del provvedimento è l’inasprimento delle pene per chi favorisce o sfrutta la prostituzione minorile. E’ previsto il rimpatrio per i minori stranieri che si prostituiscono “se ci saranno le garanzie che nel Paese di provenienza c'è ad attenderli la famiglia o, almeno, una struttura in grado di fornire assistenza adeguata”. Il rimpatrio desta preoccupazione per Save the children: secondo l’organizzazione umanitaria si potrebbero avere effetti negativi sulla possibilità di garantire adeguata tutela e assistenza ai minori stranieri, con particolare riferimento a quelli coinvolti nella prostituzione.

 
Emergenza colera in Zimbabwe, il Paese africano alle prese da mesi con la crisi governativa. Il servizio di Daniele Bongi:RealAudioMP3

Come se non bastassero le già evidenti difficoltà nei negoziati politici, è arrivato anche il colera a rendere ancora più complicata la crisi governativa dello Zimbabwe. Nella capitale Harare, dove si stanno tenendo le consultazioni tra il contestato presidente Robert Mugabe e il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai, l’epidemia sta dilagando rapidamente nelle zone periferiche, già prive d’acqua potabile e di beni di prima necessità. Le autorità parlano di una situazione critica, con almeno 11 decessi e trenta ricoveri nell’arco dell’ultima settimana. Ma, nonostante l’emergenza sanitaria, nella capitale proseguono senza sosta i colloqui politici. L’obiettivo è quello di trovare un’intesa sul futuro governo dello Stato africano, in difficoltà dalla primavera scorsa. A marzo Mugabe, uscito sconfitto al termine del primo turno delle elezioni presidenziali, riuscì a mantenere il potere attraverso l’uso della forza. Da allora è braccio di ferro tra il contestato Mugabe e il leader dell’opposizione Tsvangirai che reclama il comando del Paese. Il presidente del Sudafrica Thabo Mbek, che ha il ruolo di mediatore, lavora da tempo su una bozza d’intesa che garantisca un’equa spartizione dei ruoli governativi. Mugabe non sembra ammettere deleghe al suo potere e chiede a tutti i costi di mantenere il ruolo di presidente. Dal canto suo, il leader dell’opposizione dell’Mdc Tsvangirai, primo ministro in pectore, si dice pronto a lasciare all’avversario le funzioni cerimoniali. Una fase di stallo che gli osservatori internazionali sperano possa risolversi entro la fine della settimana, mentre il Paese, ridotto allo stremo dalla povertà e ora alle prese con il dilagare del colera, aspetta con ansia risposte concrete.

 
Tensione tra il presidente della Bolivia e gli Stati Uniti
Il presidente boliviano Evo Morales ha dichiarato 'persona non grata' l'ambasciatore statunitense Philip Goldberg accusato di essersi immischiato negli affari interni del Paese. Le relazioni tra i due Stati rischiano ora di diventare incandescenti, proprio quando sono arrivati nel Venezuela di Hugo Chavez, migliore alleato di Morales, due bombardieri russi. Da settimane la Bolivia è teatro di un conflitto interno che vede di fronte il governo di Morales e i dipartimenti della Mezzaluna orientale (Santa Cruz, Tarija, Beni e Pando),impegnati in spinte autonomistiche, degenerate negli ultimi giorni in episodi di violenza di vario genere. Washington ha ragito definendo prive di fondamento le accuse mosse al diplomatico, mentre portavoce del governo hanno avvertito che “in Bolivia è in atto un golpe civico” che il ministro della Presidenza Juan Ramon Quintana ha definito “atipico” e “per il quale non si usano carri armati”. È quasi certamente solo una coincidenza, ma poche ore prima delle forti dichiarazioni, gli aerei russi erano atterrati in una base venezuelana. Negata anche qualsivoglia relazione con la crisi che ruota intorno al Caucaso. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 255

 
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