2008-09-11 14:46:50

L’Associazione Biblica Italiana compie 60 anni e celebra a Roma la 40.ma Settimana Biblica Nazionale


Più di 750 soci ordinari, tra i quali diversi vescovi, ed oltre 150 soci aggregati che operano nel campo della pastorale biblica: sono i numeri dell’ABI, l’Associazione Biblica Italiana che quest’anno festeggia il sessantesimo anniversario di fondazione. La ricorrenza viene celebrata in questi giorni a Roma, al Pontificio Istituto Biblico, dove, fino al 12 settembre, è in corso la quarantesima Settimana Biblica Nazionale che propone nuove riflessioni sull’esegesi biblica. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3



Imparare a distinguere nei testi sacri la Parola di Dio eterna – capace cioè di parlare anche oggi – dal rivestimento umano in cui ci è stata comunicata: è questo il compito di un vero lettore della Bibbia, ossia di colui che crede che Dio ha scelto dei linguaggi umani per incarnare in essi il suo comunicarsi agli uomini. E allo studio della Bibbia per una corretta esegesi si dedica da 60 anni l’Associazione Biblica Italiana che si propone anche di divulgare la Sacra Scrittura, come sottolinea il presidente don Rinaldo Fabris:

 

R. – L’Associazione si premura di favorire la formazione permanente dei docenti di Sacra Scrittura, con incontri, convegni su temi specifici, o libri della Bibbia; accanto a questa attività di ricerca, di studio scientifico, c’è la diffusione della Bibbia presso il popolo di Dio, e questo avviene attraverso settimane di video-corsi per una decina di eventi nazionali.

 

D. – A quali prospettive guarda l’Associazione Biblica Italiana?

 

R. – Porta i fedeli a contatto con la Parola di Dio attraverso la Bibbia. L’altro obiettivo è quello di favorire un incontro tra Bibbia e cultura laica; diciamo così, fecondare, attraverso la Parola di Dio, la cultura italiana.

 

La lettura della Bibbia con l’ausilio di tecniche esegetiche ha avuto ampi sviluppi in questi ultimi anni e la critica storica, la retorica, la narrativa, la sociologia, la storia economica e ancora la psicologia e la psicoanalisi hanno consentito una migliore comprensione dei testi. Mons. Giuseppe Ghiberti, docente di esegesi del Nuovo Testamento alla facoltà teologica di Torino spiega, ad esempio, quale conoscenza abbiamo oggi della Risurrezione di Gesù dai Vangeli e attraverso la lettura cristiana dei testi d’Israele:

 

R. – La Risurrezione è un evento che parte da un punto doloroso: la crocifissione e la sepoltura di Gesù. Al famoso terzo giorno si verificò il fatto del sepolcro vuoto; i cristiani hanno subito visto, in questo, un fatto straordinariamente, radicalmente nuovo, perché i farisei credevano che ci sarebbe stata la risurrezione degli uomini, ma alla fine dei tempi. Il terzo giorno appartiene già addirittura all’esperienza del cammino umano, e questo ha fatto sì che, nei confronti di Gesù, si riflettesse sulla dignità dell’esaltazione di Gesù, ma dall’altra parte anche la consapevolezza che questa Risurrezione, che ha tolto Gesù dal sepolcro, nello stesso tempo non lo ha tolto dal campo della esistenza umana.

 

D.- Leggere la Bibbia oggi, per un cristiano, è un po’ partire dalla Risurrezione, che è l’essenza, proprio, del cristianesimo; ma significa anche recuperare l’Antico Testamento?

 

R. – Certo. Credo che una delle lezioni principali di questo continuo ricorso all’Antico Testamento, che troviamo nei testi del Nuovo Testamento, sia proprio la assoluta necessità di questa guida, che è la indicazione di un momento di preparazione. Insomma, si dice addirittura, in una frase, che “Gesù aveva bisogno della Scrittura per fare conoscere il mistero della salvezza che Egli era venuto a portare”.

 

L’Associazione Biblica Italiana pubblica da anni anche riviste, preziosi strumenti per quanti vogliono conoscere meglio la Parola di Dio.








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