La Chiesa colombiana ribadisce l'urgenza della difesa della vita
Difesa della vita e della dignità della persona umana: la Chiesa colombiana è tornata
a ribadire la necessità di difendere questi principi. L’occasione è stata offerta
dalla Settimana internazionale di Bioetica, iniziata a Bogotá lunedì scorso e in corso
fino a domani. Durante una tavola rotonda riguardante i diversi punti di vista sull’eutanasia,
il segretario generale della Conferenza episcopale colombiana (CEC), mons. Fabián
Marulanda López, ha ricordato ai presenti i tre principi non negoziabili citati da
Benedetto XVI in diverse occasioni, ovvero la vita, l’educazione e la famiglia. “La
Chiesa – ha detto il presule – ha una posizione ferma sull’argomento”. La vita, l’educazione
e la famiglia, ha continuato, “non sono principi o verità di fede, ma derivano dalla
stessa natura dell’uomo e sono comuni a tutta l’umanità. La Chiesa deve difenderli
dal punto di vista della ragione e illuminarli attraverso la fede”. Il segretario
generale della CEC ha poi sottolineato come, parlando di eutanasia, si verifichino
molte ambiguità: “Dal punto di vista etimologico – ha spiegato – credo che tutti siamo
concordi nel desiderare una morte serena, senza dolori, senza pene, in pace con noi
stessi e, nel caso dei credenti, in pace con Dio”. Tuttavia, ha aggiunto mons. Marulanda
López, “la Chiesa è sempre stata contraria a prospettare l’eutanasia come un mezzo
per accelerare la morte”. Il presule ha quindi ricordato che la vita è un principio
inviolabile considerato tale anche dalla Costituzione e che non si può avere il diritto
di scegliere sulla vita propria o degli altri. “In una società – ha detto il segretario
generale della CEC – devono convivere il pluralismo delle opinioni, ma non delle leggi.
La dignità della persona umana deve essere tutelata sia nel momento in cui le persone
godono di tutte le loro facoltà fisiche e mentali, sia nel momento in cui si comincia
a perdere queste facoltà e ci si avvicina alla morte”. Quanto all’eventuale scomunica
per un medico che pratichi l’eutanasia in Colombia, mons. Marulanda López ha spiegato:
“La scomunica è molto diversa da quello che pensa la gente. Si tratta di una sanzione
morale che concerne chi sta in comunione di fede con la Chiesa. È meglio chiedere
alle persone di operare secondo coscienza, poiché ognuno ha le capacità sufficienti
di sapere se ha agito bene o male”. Di qui, ha concluso il presule, deriva “la preoccupazione
della Chiesa di informare i fedeli, di illuminare la coscienza delle persone affinché
ciascuno possa prendere queste decisioni”. (A cura di Isabella Piro)