Si sta consumando una vera catastrofe nell’Africa occidentale, flagellata dalle alluvioni
che hanno seminato morte, distrutto case, infrastrutture e coltivazioni di almeno
130 mila persone. Per l’Ufficio ONU per il coordinamento degli aiuti umanitari, come
riporta Avvenire, in Ghana sono 61 mila gli sfollati, in Togo 24 mila, 33 mila in
Niger e 4 mila in Burkina Faso. Esiste un forte pericolo di epidemie in particolare
di colera. Le agenzie umanitarie hanno proposto ai governi di facilitare l’attraversamento
dei confini per portare lenzuola, zanzariere e cibo; è al vaglio anche la costruzione
di un nuovo piano urbanistico per collegare meglio le zone rurali. Oltre alle alluvioni,
sono la siccità e l’aumento dei prezzi del cibo – circa il 500% – i fattori che più
pesano sulle già provate condizioni di vita della popolazione. Pertanto per fronteggiare
le emergenze, l’ONU ha chiesto maggiori aiuti ai Paesi donatori. Già a giugno erano
stati stanziati 300 milioni di dollari e distribuiti 10 mila medicinali nelle regioni
più colpite. Importante anche l’appello lanciato dall’UNICEF, per l’agenzia ONU sono
almeno 3 milioni i bambini nel Corno d’Africa che si trovano in pericolo di vita per
mancanza di cibo, acqua e cure mediche; vittime di un'emergenza che colpisce oltre
14 milioni di persone. Il direttore regionale dell’UNICEF ha chiesto una più forte
mobilitazione internazionale ma ha anche denunciato le difficoltà degli operatori
umanitari a svolgere il loro lavoro, spesso sono ostacolati da funzionari di governo
o sono obiettivo dei gruppi armati. (B.C.)