Mobilitazione della Chiesa spagnola contro l’ampliamento della legge sull’aborto
“In questo momento ogni persona di cultura media sa che un aborto volontario è un
omicidio premeditato. Abortire non è, come si dice ipocritamente, ‘interrompere una
gravidanza’. Abortire volontariamente è distruggere violentemente una vita umana nel
seno materno. E questo è ciò che adesso i nostri governanti vogliono facilitare alle
donne spagnole”. È quanto afferma mons. Fernando Sebastián Aguilar, arcivescovo emerito
di Pamplona, in un articolo – ripreso dall’agenzia Fides - pubblicato dopo l’annuncio
di una legge sull’aborto in Spagna che lo renderà ancora più facile. Infatti la settimana
scorsa il ministro dell’Uguaglianza ha annunciato una nuova legge che permetterebbe
di abortire liberamente durante le 12, 14 o 16 prime settimane di gravidanza. Per
mons. Aguilar “la lotta contro l’aborto bisogna avviarla sin dall’educazione sessuale,
umana e morale degli adolescenti e dall’educazione alla castità dei giovani”. D’altra
parte, è necessario “il sostegno forte alle madri, alle adolescenti e alle donne in
difficoltà per via di una gravidanza ‘inopportuna’”. Questa è la via del “progresso,
questo è il cammino verso la vera dignità della donna e l’esaltazione della vita.
Tutto il resto è egoismo, disumanità, corruzione, nichilismo”. L’arcivescovo conclude
il suo articolo con un forte appello a “non essere complici di questo massacro silenzioso,
ipocrita e crudele, di centomila aborti annuali”. A seguito di questo appello, si
sono mobilitati numerosi movimenti ed associazioni pro-vita. Il direttore della Fondazione
Vita, Manuel Cruz, ha criticato duramente il comitato di esperti proposto dal ministero
dell’Uguaglianza per modificare la Legge sull’aborto in quanto ad esso apparterrebbero
soltanto esponenti a favore dell’aborto. Il Forum Spagnolo della Famiglia ha diffuso
una Nota nella quale considera che questa è una questione essenziale per i diritti
umani, dove è in gioco il diritto costituzionale alla vita ed il diritto della donna
a non essere abbandonata davanti ai suoi problemi; pertanto non è una questione di
esperti, bensì una decisione politica sul rispetto del diritto alla vita o meno. Il
suo presidente, Benigno Blanco, ha segnalato che “la commissione designata è assolutamente
parziale e rappresenta una pura scusa per mascherare la volontà reale del Governo
di liberalizzare l’aborto in modo assoluto”. Per Alicia Latorre, Presidentessa della
Federazione di Associazioni Pro-vita, “lasciare alla libera scelta della donna il
porre fine alla vita di suo figlio costituisce un’offesa grande contro il diritto
alla vita e contro la stessa donna. È una tirannia verso la donna, un ridicolizzare
la legge e alcuni principi morali basilari che tutti portano scritti nel proprio cuore”.
Il presidente di HazteOir, Ignacio Arsuaga, ha annunciato che sta preparando “una
grande mobilitazione sociale” contro l’ampliamento della legge sull’aborto e allo
stesso tempo ha criticato il governo che “gioca con il diritto alla vita dei più deboli
per dissimulare la spaventosa crisi economica che stanno subendo gli spagnoli”. La
portavoce di ‘Hay Alternativas’, dottoressa Gádor Joya, ha affermato che “la società
non sta chiedendo una nuova legge sull’aborto bensì una politica di aiuto alla maternità
e alle famiglie con figli”. (R.P.)