2008-09-08 13:05:33

Ieri, nella Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, l'ONU mette l’accento sul binomio istruzione-salute.


Si è celebrata ieri la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, quest’anno sul tema “Alfabetizzazione e salute. L'alfabetizzazione è il rimedio migliore”. Con la scelta di questo tema, l’UNESCO vuole, in particolare, collegare istruzione e sanità. Nelle aree in cui le madri sono prive di scolarizzazione, per esempio, si registra un più alto grado di mortalità infantile. D’altro canto, ancora oggi - sottolinea l’UNESCO - circa 774 milioni di adulti non sanno né leggere né scrivere e 75 milioni di bambini restano esclusi dal sistema scolastico. Per una riflessione sull’importanza del binomio istruzione-salute, Alessandro Gisotti ha intervistato la dott.ssa Anna Maria Errera dell’ufficio Progetti dell'OPAM, l’Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione nel Mondo:RealAudioMP3

R. - L’istruzione si è mostrata uno strumento indispensabile per migliorare la qualità di vita e di salute in maniera stabile di una popolazione. Si pensa sempre a interventi di emergenza, o tutt’al più, a interventi tipo costruzione di ospedali, invio di farmaci, che servono semplicemente a tamponare un problema emergente, ma che difficilmente riescono a incidere in maniera più profonda. Nei Paesi in via di sviluppo, infatti, due terzi delle malattie che causano morte sarebbero evitabili attraverso programmi di sviluppo e di prevenzione. E' fondamentale, quindi, investire nel campo dell’istruzione per avere una riduzione reale dell’incidenza delle malattie e migliorare la qualità di salute della popolazione intera. L’istruzione, inoltre, è un aspetto importantissimo per facilitare l’accesso alle cure, perché combatte la superstizione, che rappresenta un ostacolo a volte insormontabile, all’accesso alle cure, anche lì dove sono stati costruiti ospedali.

 
D. - Può darci un’idea, anche attraverso i progetti sostenuti dall’OPAM, di quanto sia importante questa istruzione alla salute?

 
R. - Pensiamo che soltanto insegnando a un bambino a usare bene l’acqua, a usare un pozzo, a usare le latrine, noi riduciamo di un terzo le malattie infettive. Questa è una conquista enorme, che si ripercuote non soltanto sullo stato di salute di un bambino, ma sull’intero nucleo familiare. Inoltre, la scuola è importantissima perché molti bambini non sono neanche registrati alla nascita, il loro nome non compare da nessuna parte. Questo significa che il bambino non esiste per nessuno, non farà mai parte di un calendario vaccinale: l’unico posto nel quale compare per la prima volta il nome di un bambino è il registro scolastico. Altro aspetto importantissimo, che abbiamo potuto verificare negli anni, attraverso i nostri progetti, è quanto sia fondamentale l’istruzione delle donne : una madre istruita permetterà ai propri figli di andare a scuola.

 
D. - Nonostante le promesse per gli obiettivi del millennio, l’UNESCO lamenta che, ancora oggi, almeno 774 milioni di adulti non sanno né leggere, né scrivere: possibile che non si riesca a spezzare questa catena?

 
R. - La difficoltà è soprattutto, credo, legata alla necessità di avere dei formatori qualificati: in altre parole, credo si investa ancora troppo poco in formazione dei formatori, che rappresenta il cardine per ottenere un’alfabetizzazione che sia veramente di tutti e non lo sia soltanto sulla carta. La formazione "in loco" garantisce la possibilità che la scuola in Africa, in Asia, in America Latina, diventi una scuola di qualità. Altrimenti, è un’istruzione che servirà solo a aumentare le statistiche degli organismi ufficiali, ma che lascerà il Paese incapace di provvedere al proprio sviluppo.







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