Ieri, nella Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, l'ONU mette l’accento
sul binomio istruzione-salute.
Si è celebrata ieri la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, quest’anno sul
tema “Alfabetizzazione e salute. L'alfabetizzazione è il rimedio migliore”.
Con la scelta di questo tema, l’UNESCO vuole, in particolare, collegare istruzione
e sanità. Nelle aree in cui le madri sono prive di scolarizzazione, per esempio, si
registra un più alto grado di mortalità infantile. D’altro canto, ancora oggi - sottolinea
l’UNESCO - circa 774 milioni di adulti non sanno né leggere né scrivere e 75 milioni
di bambini restano esclusi dal sistema scolastico. Per una riflessione sull’importanza
del binomio istruzione-salute, Alessandro Gisotti ha intervistato la dott.ssa
Anna Maria Errera dell’ufficio Progetti dell'OPAM, l’Opera di Promozione dell’Alfabetizzazione
nel Mondo:
R. - L’istruzione
si è mostrata uno strumento indispensabile per migliorare la qualità di vita e di
salute in maniera stabile di una popolazione. Si pensa sempre a interventi di emergenza,
o tutt’al più, a interventi tipo costruzione di ospedali, invio di farmaci, che servono
semplicemente a tamponare un problema emergente, ma che difficilmente riescono a incidere
in maniera più profonda. Nei Paesi in via di sviluppo, infatti, due terzi delle malattie
che causano morte sarebbero evitabili attraverso programmi di sviluppo e di prevenzione.
E' fondamentale, quindi, investire nel campo dell’istruzione per avere una riduzione
reale dell’incidenza delle malattie e migliorare la qualità di salute della popolazione
intera. L’istruzione, inoltre, è un aspetto importantissimo per facilitare l’accesso
alle cure, perché combatte la superstizione, che rappresenta un ostacolo a volte insormontabile,
all’accesso alle cure, anche lì dove sono stati costruiti ospedali.
D.
- Può darci un’idea, anche attraverso i progetti sostenuti dall’OPAM, di quanto sia
importante questa istruzione alla salute?
R. - Pensiamo
che soltanto insegnando a un bambino a usare bene l’acqua, a usare un pozzo, a usare
le latrine, noi riduciamo di un terzo le malattie infettive. Questa è una conquista
enorme, che si ripercuote non soltanto sullo stato di salute di un bambino, ma sull’intero
nucleo familiare. Inoltre, la scuola è importantissima perché molti bambini non sono
neanche registrati alla nascita, il loro nome non compare da nessuna parte. Questo
significa che il bambino non esiste per nessuno, non farà mai parte di un calendario
vaccinale: l’unico posto nel quale compare per la prima volta il nome di un bambino
è il registro scolastico. Altro aspetto importantissimo, che abbiamo potuto verificare
negli anni, attraverso i nostri progetti, è quanto sia fondamentale l’istruzione delle
donne : una madre istruita permetterà ai propri figli di andare a scuola.
D.
- Nonostante le promesse per gli obiettivi del millennio, l’UNESCO lamenta che, ancora
oggi, almeno 774 milioni di adulti non sanno né leggere, né scrivere: possibile che
non si riesca a spezzare questa catena?
R. - La difficoltà
è soprattutto, credo, legata alla necessità di avere dei formatori qualificati: in
altre parole, credo si investa ancora troppo poco in formazione dei formatori, che
rappresenta il cardine per ottenere un’alfabetizzazione che sia veramente di tutti
e non lo sia soltanto sulla carta. La formazione "in loco" garantisce la possibilità
che la scuola in Africa, in Asia, in America Latina, diventi una scuola di qualità.
Altrimenti, è un’istruzione che servirà solo a aumentare le statistiche degli organismi
ufficiali, ma che lascerà il Paese incapace di provvedere al proprio sviluppo.