2008-09-07 14:52:55

Il Papa al clero della Sardegna: a voi è affidato il tesoro della fede perchè ne siate saggi amministratori.


La visita apostolica di Benedetto XVI in terra sarda, dopo il corale abbraccio dei fedeli alla Messa di stamani e il pranzo con i vescovi dell'isola, ha dunque vissuto oggi pomeriggio un altro momento importante: l’incontro con il clero della Sardegna nella Cattedrale cittadina. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino, ha chiesto a don Gianni Sanna rettore del Seminario arcivescovile maggiore e minore di Cagliari, di tracciare un breve profilo dei futuri sacerdoti:

R. – Sono 12 i seminaristi che vivono in questo seminario, altri 13 invece vivono nel seminario minore: dunque, in totale, nel seminario diocesano ci sono circa una trentina di ragazzi. Un altro gruppo di teologi si trova nel seminario regionale, sempre a Cagliari, e altri 16 sono in alcuni seminari della capitale a Roma: al Seminario romano, al Seminario francese, al Capranica e qualcuno in parrocchia.

 
D. – Come nasce il Seminario arcivescovile di Cagliari?

 
R. – E’ stato inaugurato alla fine del 1959, quando era arcivescovo mons. Paolo Botto. Inizialmente, ospitava solamente i ragazzi delle scuole medie e del ginnasio. Poi, mons. Botto volle, pian piano, tenere anche i ragazzi del liceo qui, a Cagliari.

 
D. – Don Sanna, qual è la situazione in Sardegna sul fronte delle vocazioni?

 
R. – Penso che segua un po’ la media nazionale. C’è stata un’impennata adesso particolarmente con le vocazioni dei ragazzi di una certa età, vocazioni adulte, nel seminario di Cagliari. Le altre diocesi mi dicono che quest’anno ci sarà un piccolo aumento: infatti, ci saranno al Seminario regionale anche 11 nuovi ingressi provenienti dalle altre diocesi.

 
D. – Come vi siete preparati all’incontro con il Santo Padre? Quali le emozioni che vivono i ragazzi, in queste ore?

 
R. – I ragazzi si sono preparati anche attraverso un incontro che abbiamo avuto tutti insieme la settimana scorsa nel cuore della Sardegna, e poi la maggior parte di loro sono impegnati per l’accoglienza dei giovani, per l’animazione di veglie, per momenti culturali, eccetera …

 
D. – Quale il messaggio che lascerà il Pontefice a voi e in particolare ai giovani seminaristi?

 
R. – Credo che il messaggio sia quello di accogliere la trasmissione della fede che si è maturata qui, nella nostra Sardegna; una fede portata originariamente dai martiri che venivano inviati qui, in Sardegna, e poi valorizzare i vari doni con cui la Chiesa sarda è venuta fuori pian piano: con le sue tradizioni, con la fede popolare che è quasi il passaggio obbligatorio per custodire questa nostra fede, valorizzando tutti i passi in avanti che la Chiesa, con il Concilio ecumenico e con le nuove istanze.
 

 

 Ultimo momento della visita di Benedetto XVI a Cagliari sarà l’incontro con i giovani della Sardegna, stasera poco dopo le ore 18, a Piazza Yenne. Il Papa sarà accolto dal saluto di due rappresentanti della gioventù sarda alla quale rivolgerà un discorso. Ecco come i giovani di Cagliari si stanno preparando a questo momento, nelle testimonianze raccolte dal nostro inviato, Salvatore Sabatino:

 R. – Con le sue parole, vogliamo sentirci dire che noi siamo nella Chiesa e che la Chiesa ha bisogno dei giovani perché lavorino, perché portino il messaggio del Signore, che è un messaggio di amore per gli altri, è un messaggio di accoglienza, è un messaggio di presenza di Lui, di tutte le persone.

 
D. – Come vi siete preparati a questa visita di Benedetto XVI nella vostra città?

 
R. – Anzitutto, ci siamo preparati con un cammino spirituale abbastanza intenso; la figura del Papa sicuramente è importante, è un punto di riferimento, un sostegno e comunque, sarà una figura importante anche per Cagliari. Ne abbiamo bisogno! Cagliari ha tanti problemi a livello giovanile, tante difficoltà: la figura del Papa può essere una risposta a tante problematiche che ora sono irrisolte, sicuramente.

 
R. - Sono Vincenzo Casio, responsabile regionale dell’AGESCI.

 
D. – Che cosa vi volete sentir dire dal Papa? Qual è la vostra richiesta?

 
R. – Un po’ di coraggio, soprattutto per i giovani. Noi facciamo educazione: quindi che ci siano parole forti per i giovani, che diano coraggio, parole che permettano ai giovani di vivere all’interno di questa società, credendoci.

 
D. – Un’occasione veramente importante per i giovani sardi: da 23 anni che un Pontefice manca da questa terra. Qual è l’emozione?

 
R. – L’emozione innanzitutto è di conoscere il Papa, vederlo dal vivo. Perché secondo me è un’altra cosa che sentirlo parlare dalla televisione o dalla radio. L’emozione di vedere Cagliari riunita davanti a questa grande persona; la possibilità di condividere questo momento insieme a tanti giovani, conoscere e vivere le emozioni insieme. 







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