Gli USA esprimono apprezzamento per l'elezione del presidente pakistano Zardari
L’elezione di Asif Ali Zardari a presidente del Pakistan “apre buone prospettive”
alla collaborazione con gli Stati Uniti: così, il segretario di Stato USA, Condoleeza
Rice, che ha lodato l’accento posto dal nuovo leader pakistano sulla lotta al terrorismo
e l’apertura all’amicizia e all’alleanza con gli Stati Uniti. Intanto, sul terreno
continuano le violenze: sarebbero almeno 35 le vittime dell’attentato suicida avvenuto
questa mattina a Peshawar, nel nord ovest del Paese. Ma in che modo Asif Ali Zardari
riuscirà a voltare pagina dopo l’epoca Musharraf? Giancarlo La Vella lo ha
chiesto a Francesca Marino, esperta dell’area orientale:
R. – Per
il momento in nessun modo. Nel senso che ha brillato per continuità perfetta con le
politiche di Musharraf, specialmente nelle politiche estere e riguardo all’appoggio
alla coalizione NATO. Questo, naturalmente, non gli farà guadagnare consensi. D.
– Il Pakistan continuerà a mantenere questa difficile posizione di contatto con l’Occidente,
ma anche di presenza nel mondo islamico, anche estremista? R.
– Per il momento sì. Zardari è visto come un amico dell’Occidente, ma Zardari non
è Musharraf: non ha il controllo dell’esercito, che per il momento rimane più o meno
a guardare, ma che storicamente non ha alcuna simpatia né per Zardari, né per il suo
partito. In più, Zardari eredita una situazione di crisi economica estrema ed una
situazione di sicurezza in condizioni pietose: ci sono 300 mila profughi e l’antiamericanismo
sta divampando. Non si sa quindi né se e né fino a quando Zardari sarà in grado di
mantenere il controllo. D. – Alla luce di tutto questo, quale
potrà essere l’atteggiamento della comunità internazionale nei confronti della nuova
presidenza pachistana? R. – La comunità internazionale sta a
guardare. La continuità ci sarà senz’altro, anche perché il Pakistan ha bisogno di
aiuti economici. Il problema è se Zardari riuscirà a mantenere il controllo nel Paese.
Cosa, questa, che non è affatto scontata. D. – C’è il pericolo
che si arrivi a frizioni fra la nuova presidenza e le frange ancora fedeli a Musharraf? R.
– Le frizioni ci sono e sono anche forti all’interno del governo. Nawaz Sharif
è uscito dal governo e, a livello popolare, ha molto più supporto di Zardari. Non
è affatto scontato che il governo regga, l’esercito però non lascerà mai che il Paese
finisca nel caos.