2008-09-05 15:30:37

Ribadite le “strette relazioni strategiche” tra Ucraina e USA nella visita di Cheney a Kiev


“Nessun Paese al di fuori della NATO ha il diritto di porre veti” alla richiesta dell’Ucraina di entrare a far parte della Alleanza atlantica. Lo ha annunciato il numero due della Casa Bianca, Dick Cheney, durante il colloquio avuto questa mattina a Kiev con il capo dello Stato ucraino Viktor Iushenko, confermando il sostegno incondizionato al paese da parte degli Stati Uniti. Da parte sua, Iushenko ha sottolineato le "strette" relazioni "strategiche bilaterali" tra Ucraina e Stati Uniti, per poi aggiungere che l’Ucraina ha “una mutua comprensione con gli USA e la UE su gran parte dei problemi, compresa la Georgia”. Cheney, dopo la visita a Baku e Tbilisi, ha completato il suo viaggio con la tappa di Kiev dove ha avuto modo di incontrare anche la premier ucraina, Iulia Timoshenko. La visita del viceprresidente statunitense in Ucraina è arrivata nel bel mezzo della crisi politica scoppiata tra Iushenko e la sua ex alleata della rivoluzione arancione, Timoshenko. Il capo dello Stato ha accusato il premier di "golpe bianco", privandolo del sostegno del suo partito “Ucraina nostra”, minacciando elezioni anticipate nel caso non si formi una nuova coalizione. Tra i temi affrontati durante i due colloqui: oltre al conflitto russo-georgiano legato all'Ossezia del sud, le prospettive delle relazioni tra Kiev e Washington, le questioni di sicurezza internazionale e il rafforzamento dei legami transatlantici.

Pakistan
Sarebbero civili e non militanti islamici le sette vittime dell'attacco compiuto questa mattina da un un aereo-spia statunitense americano nella zona pakistana ai confini con l'Afghanistan. E' quanto afferma la televisione pachistana GEO TV, che specifica che le vittime sarebbero 4 bambini e tre donne. Quello di stamattina sarebbe il terzo attacco in tre giorni degli americani in Pakistan.

Afghanistan
Sette persone, tra cui due bambini, sono rimaste uccise nell'Afghanistan occidentale in un attacco aereo contro la casa di un comandante taleban. Il bilancio fornito dalle autorità locali non è stato commentato dalle forze della coalizione a guida USA (Enduring Freedom). Le vittime di oggi, nella provincia di Farah, si assommano ai 90 civili uccisi, in maggioranza donne e bambini, secondo il governo afghano, il 22 agosto sempre durante un attacco aereo della coalizione nella confinante provincia di Herat. Un bilancio contestato dai militari americani. Secondo il governo afghano e alcuni gruppi umanitari, dall'inizio dell'anno le truppe straniere e quelle locali con i loro attacchi aerei hanno provocato in Afghanistan la morte di oltre 500 civili.

Iraq
Nuovi dati sui suicidi tra i militari americani confermano una preoccupante tendenza all'aumento. Nel 2007, 115 soldati in servizio attivo della Guardia Nazionale e della Riserva si sono tolti la vita, mentre quest'anno i suicidi sono stati finora 62. Sono ancora in corso indagini sulle morti di altri trentuno soldati, per verificare se si tratta di morti accidentali o suicidi. Se verrà confermata l'ipotesi di suicidio, le cifre di quest'anno potrebbero arrivare a superare quelle del 2007. I vertici dell'esercito hanno raddoppiato gli sforzi per risolvere questo tragico problema, attraverso programmi di prevenzione e supporto psicologico ai militari.

USA: Convention repubblicana
John McCain ha presentato all'America il proprio curriculum fatto di esperienze come militare, prigioniero e politico controcorrente pronto a lavorare con gli avversari, e ha chiesto al Paese di affidargli la Casa Bianca per i prossimi quattro anni, presentandosi come una scelta più credibile dell'avversario Barack Obama. Prima dell’inizio del discorso di Mccain sono state arrestate circa 250 persone che manifestavano contro la guerra. Ma sul discorso di John McCain alla convention del Partito repubblicano a Saint Paul, in Minnesota, il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3


I cinque anni e mezzo di prigionia in Vietnam gli hanno fatto capire che Paese speciale fosse l’America. Così, John McCain ha spiegato ieri notte, l’alba in Italia, perché vuole diventare presidente:“Ho amato ancora di più il mio Paese, perchè ho capito che era una causa per cui combattere”. Nel suo discorso di accettazione della nomination repubblicana, McCain ha promesso che se arriverà alla Casa Bianca saprà lottare ancora per la sua nazione e lo farà collaborando con i suoi avversari. Rassicurare gli americani della middle class in difficoltà che sarà attento ai loro problemi di tutti i giorni era uno dei compiti più delicati di McCain: l’altro, era spiegare che tipo di cambiamento vuole portare a Washington e per farlo ha fatto leva sulla sua personalità anticonformista che gli ha fatto proporre riforme in Senato, dal finanziamento ai partiti all’emigrazione. La tradizionale pioggia dei palloncini rossi e blu ha segnato la chiusura della convention, ma alle elezioni mancano ancora due mesi.

 
Angola
Più di otto milioni di angolani sono chiamati oggi alle urne per rinnovare il parlamento. Già dall'apertura dei 12.274 seggi, questa mattina alle 7, si sono registrate lunghe file di persone in attesa di votare per eleggere i 220 membri del Parlamento. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3


Un voto a sedici anni dalle ultime elezioni e sei anni dopo la conclusione della guerra civile, che per 27 anni ha sconvolto il Paese africano. Un partito al potere da 29 anni. Tutto ciò fa di questa tappa elettorale in Angola un evento su cui la popolazione sta riversando grandi aspettative. Del partito al potere si dice che punti ad una larga maggioranza che gli consenta di cambiare agevolmente la Costituzione. Le ultime elezioni si sono tenute nel 1992 ed il risultato elettorale ha riportato il Paese in uno stato di caos e di guerra civile. I ribelli dell'Unione nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola (UNITA), usciti sconfitti dalle urne, hanno ripreso infatti le armi contro il governo, facendo riesplodere uno dei conflitti africani più sanguinosi nel quale sono morte quasi mezzo milione di persone. I risultati del voto di oggi non arriveranno prima di una settimana.

Turchia-Armenia
E’ arrivata anche la soddisfazione del commissario europeo all'Allargamento, Olli Rehn, per la visita in programma domani a Yerevan, in Armenia, del presidente turco, Abdullah Gul. L’occasione è data dalla partita di calcio Armenia-Turchia, valida per le eliminatorie dei Mondiali del 2010 in Sudafrica. “Spero che quello del presidente Gul - ha detto il commissario UE - sia un primo passo importante, seguito presto da altri che conducano ad una normalizzazione delle relazioni fra i due Paesi”. Una missione, quella del capo di Stato turco, che viene vista da molti osservatori internazionali come una svolta nei rapporti tra Ankara e Yerevan. Sul perché di questa lettura, Giada Aquilino ha intervistato Antonio Ferrari, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera:RealAudioMP3

 
R. - Perché tra i due Paesi non vi sono relazioni diplomatiche, che furono interrotte dopo le vicende del Nagorno-Karabakh, quando cioè da una parte l’Armenia affermava di non essere intervenuta a sostegno quella maggioranza degli abitanti del Nagorno-Karabakh, che è armena, mentre la Turchia sosteneva che, di fatto, si trattava di una occupazione dell’Armenia sul territorio dell’Azerbaigian. Si ruppero quindi le relazioni, complicate poi anche dalla questione del genocidio degli armeni: i turchi continuano ad ammettere che ci fu un massacro, ma dovuto ad una situazione di guerra, verso la fine dell’impero ottomano. Viceversa, gli armeni e molti altri sostengono che fu un genocidio, perché morirono un milione e mezzo di persone su una popolazione totale di poco più di tre milioni. L’invito che è stato rivolto dal presidente armeno al presidente Gul è stato accolto, ma ovviamente non dobbiamo dimenticare le ragioni dal punto di vista energetico e strategico.

 
D. - Proprio sulle divergenze dei due Paesi sul massacro degli armeni ai primi del Novecento, quali passi si possono compiere?

 
R. - Molti intellettuali turchi hanno accettato l’idea che ci fu: poi si può chiamare “massacro” o si può chiamare “genocidio”: hanno posto il problema, lo ha fatto Pamuk, lo hanno fatto altri ed oggi il dibattito in Turchia è aperto su questo problema. Non c’è più la chiusura definitiva che c’era fino a poco tempo fa. C’è da dire che gli armeni stanno facendo di tutto per favorire l’arrivo dei tifosi turchi: se ne attendono circa 5 mila, che non avranno bisogno di visto ed entreranno praticamente gratis allo stadio. A volte le sport può davvero essere utile e davvero essere importante.

 
Darfur
"Italians for Darfur" condanna il silenzio della comunità internazionale dopo i recenti raid delle forze governative sudanesi nel campo profughi di Kalma, nei pressi di Nyala, nel sud del Darfur. “Dopo quello del 25 agosto che ha causato circa 50 morti, tra cui molte donne e bambini, i rifugiati temono un nuovo blitz dei soldati e lamentano l'assenza delle forze di peacekeeping”, afferma in una nota Antonella Napoli, presidente dell'associazione italiana per i diritti umani. “Italians for Darfur - prosegue la nota - esprime grave preoccupazione per l'indifferenza internazionale nella quale continuano a succedersi gli attacchi indiscriminati delle forze di sicurezza sudanesi contro i civili e si appella al governo italiano e all'Unione Europea, affinché il governo sudanese venga richiamato al rispetto delle norme internazionali sui diritti umani e alla protezione dei civili”. Il campo di Kalma ospita circa 90 mila profughi ed è uno dei più travagliati: secondo il governo di Khartoum, vi trovano rifugio ribelli del Darfur e loro sostenitori, mentre i residenti dicono che il campo è perennemente sotto attacco delle milizie arabe sudanesi filo-governative.

Bolivia
Il presidente boliviano, Evo Morales, ha denunciato ieri sera che nel Paese è stato posto in essere un golpe organizzato da civili ed il cui primo capitolo consiste nell'occupazione da parte di gruppi d'assalto finanziati dai prefetti ribelli di istituzioni pubbliche. Lo scrive l'agenzia di stampa statale Abi. Sulla via del ritorno a La Paz, dopo un viaggio in Libia e Iran, Morales ha rivolto un appello “all'unità della popolazione” ed ha chiesto alle Forze armate di “difendere la democrazia boliviana”. Alludendo all'occupazione, ieri, di almeno sei uffici rappresentanti di entità del governo a Cobija (Bolivia orientale), da parte di gruppi di persone vicine al prefetto oppositore del dipartimento di Pando, Leopoldo Fernandez, Morales ha sostenuto che queste azioni ricordano i preliminari del golpe guidato nel 1980 dall'allora generale Luis Garcia Meza.

India
Mentre in Bihar migliora notevolmente la situazione dovuta all'esondazione del fiume Khosi, l'attenzione si è spostata in Assam, sempre nel nordest dell'India, dove la piena del Brahmaputra sta facendo ingenti danni. Oltre un milione e 200 mila persone sono state allontanate dai loro villaggi sulla riva del fiume il cui livello si è innalzato a tal punto da sommergere centinaia di abitazioni. Al momento non risultano vittime, se non quattro animali ospiti del Kaziranga National Park, morti affogati. E' la terza volta dal primo giugno che il fiume ha superato gli argini, facendo in totale 17 vittime.

Cina
Nuova esplosione, anche oggi, in una miniera in Cina. E' avvenuta nel sudovest, nel Sichuan, ed ha provocato la morte di 10 minatori. Ieri, in una miniera di carbone nel nordest della Cina erano morte 27 persone.

Italia - immigrazione irregolare
Sei migranti - secondo la polizia appena sbarcati - sono stati fermati dalla polizia di Ragusa la notte scorsa, intorno alla mezzanotte, nella frazione di Punta Braccetto. Gli extracomunitari, tutti uomini, sono stati trasferiti nei locali della dogana del porto di Pozzallo.

Australia
Si è insediata oggi la prima donna governatore generale dell'Australia, Quentin Bryce, che rappresenta nel Paese la Regina Elisabetta II. La regina d'Inghilterra è formalmente il capo dello Stato australiano in quanto il Paese è membro del Commonwealth ed ha quindi anche il titolo di regina d'Australia. Quentin Bryce, 65 anni, ex avvocato, docente universitaria e attiva nella difesa per i diritti delle donne, è il 25. mo governatore generale e succede a Michael Jeffrey, un generale che si è ritirato dall'incarico lo scorso mercoledì dopo averlo esercitato per cinque anni. La Costituzione australiana riconosce al governatore generale ampi poteri esecutivi, ma generalmente li esercita in sintonia e tenendo conto del parere del primo ministro. (Panoramica internazioanle a cura di Fausta Speranza)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 249

 
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