Si è aperto in Grecia il raduno dei sacerdoti di rito caldeo in Europa
“L’integrazione sociale, religiosa e culturale dei fedeli di rito caldeo, la pastorale
vocazionale e l’emigrazione, che rischia di far scomparire i cristiani dall’Iraq”.
Sono questi alcuni dei temi al centro del IV raduno dei sacerdoti di rito caldeo,
apertosi lunedì scorso a Kamena Vourla, in Grecia. Diciannove i sacerdoti presenti,
provenienti delle diverse comunità caldee dislocate in Europa, che si stanno confrontando
sugli argomenti in agenda. “I fedeli caldei della diaspora in Europa sono circa 90
mila - ha spiegato all’agenzia Sir padre Philip Najim, procuratore caldeo presso la
Santa Sede e visitatore apostolico per l’Europa - e a loro va garantito il futuro
della propria tradizione. Sostenere l’identità caldea in Europa può servire anche
a rafforzare la testimonianza cristiana e cattolica nel Vecchio Continente, specialmente
in questo tempo, percorso da tendenze laiciste che vogliono relegare la fede alla
sfera privata”. Particolarmente sentito, durante il raduno, è il tema dell’emigrazione
dei cristiani dall’Iraq. “Molti vendono tutto e lasciano il Paese – ha aggiunto padre
Najim – ed è evidente che non hanno intenzione di farvi ritorno. Noi, come parroci
caldei, scoraggiamo ogni fuga dall’Iraq ed esortiamo la comunità internazionale, Europa
in testa, ad adoperarsi affinché nel Paese tornino quella stabilità e sicurezza fondamentali
per programmare un futuro sereno. L’Iraq ha bisogno dei cristiani”. (D.B.)