2008-09-03 15:19:46

Pakistan: 20 morti per un raid USA. Tra le vittime, anche donne e bambini. Il premier pakistano sfugge a un attentato


In Pakistan, un raid compiuto da elicotteri americani, avvenuto questa mattina in un villaggio al confine con l’Afghanistan, è costato la vita ad almeno venti persone. Sembra che l’obiettivo dell’azione militare sia stata una base di Al Qaeda. Secondo diverse fonti, ad essere colpiti sono stati soprattutto civili: tra le vittime, ci sono anche donne e bambini. Le autorità locali hanno subito definito il raid “un’aggressione diretta alla sovranità” del Paese. In Pakistan intanto, nei pressi di Islamabad, il premier Yusuf Raza Villani è sfuggito ad un attentato.
 
Stati Uniti, convention
Negli Stati Uniti, il presidente George W. Bush è intervenuto in collegamento via satellite alla convention nazionale del Partito repubblicano a Saint Paul, nel Minesota. Bush ha definito McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, “un uomo onesto che parla direttamente dal cuore”, “un uomo che non ha paura esprimere il proprio disaccordo”. In Lousiana, intanto, è previsto oggi l’arrivo del presidente americano per verificare i danni dopo il passaggio dell’uragano Gustav. Il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3
 
Dopo aver cavalcato l’onda mediatica dell’uragano, la convention repubblicana è ripartita ieri sera a piena velocità. Gustav ha dato però a John McCain l’opportunità di dare al Congresso un tono meno partisan e più indipendente. Un elemento, questo, che può fargli gioco. Ieri, sul palco dell’Excel Centre sono apparsi Fred Thompson, ex candidato alla Casa Bianca, ma più noto agli americani come il paterno procuratore distrettuale di Law and Order, e poi Joe Lieberman, che solo otto anni fa era candidato alla vicepresidenza per i democratici. Quest’ultimo ha spiegato le ragioni del suo voto per McCain. Anche George Bush ha parlato alla platea, ma solo via satellite. La giornata di ieri era dedicata a presentare il candidato e raccontare la sua storia, anche se al contrario di Obama sono pochi gli statunitensi che non conoscono il senatore dell’Arizona. Figlio e nipote di due ammiragli, eroe di guerra, ha passato cinque anni e mezzo di prigionia. E’ stato torturato nel Vietnam del Nord. Oggi sarà la giornata di Sarah Palin, la sua aspirante vice.
 
Ucraina
In Ucraina, nuova crisi politico-istituzionale: il presidente Viktor Yushchenko ha minacciato di sciogliere il parlamento e di indire elezioni anticipate dopo l’annuncio del partito "Nostra Ucraina" della propria uscita dalla coalizione di governo. La crisi nel Paese è stata innescata dalla recente adozione di alcune leggi che riducono i poteri del capo di Stato in favore del primo ministro.
 
Georgia
Dopo la decisione del governo della Georgia di rompere le relazioni diplomatiche con la Federazione Russa, il consolato russo a Tbilisi interrompe da oggi le proprie attività. Una delegazione della NATO si recherà, secondo fonti diplomatiche, in visita ufficiale in Georgia il prossimo 15 settembre. Oggi, intanto, è atteso nel Paese il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini.
 
Filippine
Il governo delle Filippine ha abbandonato il negoziato di pace con il Fronte Moro islamico di liberazione. Lo ha annunciato il portavoce del presidente del Paese, la signora Gloria Arroyo. Secondo mezzi di informazione locali, l’esecutivo filippino sembra adesso orientato ad aprire dialoghi diretti con le varie comunità nel sud del Paese.
 
Serbia/UE
Il presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, ha definito “possibile” che la Serbia ottenga nel 2009 la candidatura per l’ingresso nell’Unione Europea. Secondo diversi analisti, a favorire la candidatura serba è anche il recente arresto di Radovan Karadzic, ex leader serbo bosniaco latitante per quasi 13 anni.
 
Negoziati su Cipro
Al via il nuovo round di colloqui di pace per la riunificazione di Cipro: il presidente greco cipriota, Dimitris Christofias, e il suo omologo turco cipriota, Mehmet Ali Talat, si sono riuniti oggi nella zona-cuscinetto dell’ONU che divide la capitale Nicosia. L’ipotesi sulla quale si lavora per riunire l’isola divisa dal 1974 è la costituzione di uno Stato federale, in grado di garantire i diritti delle due comunità. Ma perché sono ancora molti e complessi gli ostacoli per una riunificazione di Cipro? Giada Aquilino lo ha chiesto al prof. Vittorio Segre, presidente dell’Istituto di studi mediterranei dell’Università di Lugano, che ha vissuto per oltre un decennio a Cipro:RealAudioMP3
 
R. - Perché è una crisi fondata su pregiudizi, paure. Incide anche la durata lunghissima di questa crisi: non dimentichiamo che l’occupazione turca è iniziata nel 1974. In tutto questo tempo, le truppe internazionali dell’ONU hanno congelato una soluzione. Ma non hanno trovato una risoluzione. E questo perché le forze locali - i turchi e i greci - non hanno la capacità di cambiare radicalmente la situazione.

 
D. - Come potrebbe essere cambiata?

 
R. - Solo attraverso un cambiamento del contesto. Il contesto è cambiato: lo è in Turchia, lo è in Grecia. Ed è cambiato il contesto europeo nel quale Cipro è entrato. Ma è cambiato anche il contesto europeo in sé, in quanto Cipro non è più una base di grande importanza militare per l’impero britannico, che non c’è più. C’è quindi un cambiamento del contesto profondo. E’ questo che fa pensare all’inevitabilità di un accordo.

 
D. - Tra le questioni più spinose, rimangono quella della sovranità e quella del sistema di governo. A cosa si potrebbe arrivare?

 
R. - Si è parlato spesse volte e senza successo di un accordo confederativo e non federativo. C’è un tale sviluppo della parte cipriota-greca, e un tale ritardo economico della parte cipriota-turca, che c’è interesse di ristabilire un equilibrio economico.
 
Accordo Italia - Libia
La Libia non vuole cancellare i trattati internazionali firmati dall’Italia ma vuole tutelare la propria sicurezza. Lo ha detto l’ambasciatore della Libia in Italia, Abdul Hafed Gaddur, commentando l’articolo del ‘Trattato di amicizia’. L’articolo prevede per l’Italia il divieto di utilizzo dei propri territori per atti ostili contro la Libia. Gaddur ha parlato anche della questione immigrati, sostenendo che il trattato aiuterà a controllare i flussi.
 
Immigrazione
Altri cinque migranti sono morti durante la traversata dalla Libia verso l’Europa. Lo hanno riferito 85 immigrati soccorsi dalla marina maltese su un gommone alla deriva, a circa 97 miglia a sud di Malta. A Lampedusa, poi, sono complessivamente 133 gli immigrati sbarcati la scorsa notte sull'isola. Sul fenomeno dell’immigrazione si è nuovamente espresso Benedetto XVI domenica scorsa, dopo l’Angelus. Il Papa ha chiesto di rimuovere le cause dell’immigrazione irregolare e di "stroncare tutte le forme di criminalità ad essa collegate". Spesso, si tratta, infatti, di persone in fuga da realtà drammatiche che, dopo aver rischiato la vita nei cosiddetti viaggi della speranza, diventano vittime di nuove forme di schiavitù. E’ quanto sottolinea, al microfono di Fabio Colagrande, padre Gian Romano Gnesotto, direttore dell’Ufficio nazionale per gli immigrati e profughi della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana:RealAudioMP3
 
R. - Sono tutte persone che, pur regolarmente presenti nel territorio, comunque vanno tutelate nei loro diritti basilari. Certamente, poi, c’è la responsabilità dei Paesi d’origine. Il Papa chiede di rimuovere le cause dell’immigrazione irregolare e anche le forme di criminalità organizzata. E’ un compito gravoso quello di rimuovere tali cause, perché sono problemi molte volte strutturali all’interno di economie o di precise impostazioni sociali. Sono problemi veramente difficili da risolvere e quindi richiedono molto tempo. Ma, senz’altro, un grosso contributo potrebbe essere quello di controllare le reti criminali che sull’immigrazione speculano. Alimentano traffici orientati alla schiavitù. Senz’altro, poi, le persone vanno sensibilizzate al grande valore della loro vita. Ma bisogna anche tener conto di un dato: il grave pericolo che molti immigrati affrontano nel passaggio dal deserto africano al Mare Mediterraneo presuppone che la loro vita nei Paesi d’origine sia di gran lunga peggiore.
 
Incidente aereo
Nuova tragedia aerea in Africa: almeno 17 persone sono morte nella Repubblica Democratica del Congo, in seguito ad un incidente aereo avvenuto nei pressi di Bukavu. Lo hanno reso noto fonti della missione delle Nazioni Unite nel Paese. (Panoramica internazionale a cura di Amedeo Lomonaco)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 247

 
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