2008-09-03 10:16:34

La Chiesa celebra la memoria di San Gregorio Magno. Benedetto XVI: era vicino ai bisogni del prossimo perché immerso in Dio


Oggi si celebra la memoria liturgica di San Gregorio Magno, Papa e dottore della Chiesa. Benedetto XVI ha dedicato a questa grande figura un Angelus e due catechesi nel corso delle udienze generali del mercoledì. Ce ne parla Sergio Centofanti:RealAudioMP3

 
Grande perché umile: così Benedetto XVI descrive San Gregorio Magno, il primo Pontefice a definire il Papa come “servo dei servi di Dio”. Vissuto dal 540 al 604 ebbe un percorso esistenziale singolare: prefetto di Roma a soli 30 anni, diventa monaco, per essere poi acclamato Papa contro la sua volontà. Come Pontefice unisce l’efficienza e la capacità amministrativa, acquisita come funzionario imperiale, allo stile contemplativo e ascetico della vita monastica. Così scriveva Gregorio Magno:

“La vita del pastore d’anime deve essere una sintesi equilibrata di contemplazione e di azione, animata dall’amore che ‘tocca vette altissime quando si piega misericordioso sui mali profondi degli altri. La capacità di piegarsi sulla miseria altrui è la misura della forza di slancio verso l’alto’ ” (II, 5). (Angelus del 3 settembre 2006)

San Gregorio guarda alle invasioni barbariche con spirito fiducioso e a differenza dell’Imperatore bizantino, che considerava i Longobardi individui rozzi da sconfiggere o sterminare, vedeva questa gente con gli occhi del buon pastore, preoccupato di annunciare loro la parola di salvezza:

“Con profetica lungimiranza, Gregorio intuì che una nuova civiltà stava nascendo dall’incontro tra l’eredità romana e i popoli cosiddetti ‘barbari’, grazie alla forza di coesione e di elevazione morale del Cristianesimo. Il monachesimo si rivelava una ricchezza non solo per la Chiesa, ma per l’intera società”.(Angelus del 3 settembre 2006)

Ha una profonda conoscenza della Sacra Scrittura che continua a leggere con umiltà e con umiltà la spiega ai fedeli:

“L’umiltà intellettuale è la regola primaria per chi cerca di penetrare le realtà soprannaturali partendo dal Libro sacro. L’umiltà, ovviamente, non esclude lo studio serio; ma per far sì che questo risulti spiritualmente proficuo, consentendo di entrare realmente nella  profondità del testo, l’umiltà resta indispensabile. Solo con questo atteggiamento interiore si ascolta realmente e si percepisce finalmente la voce di Dio. D’altra parte, quando si tratta di Parola di Dio, comprendere non è nulla, se la comprensione non conduce all’azione”. (Udienza generale del 4 giugno 2008)

San Gregorio Magno svolge un’intensa azione pastorale e civile, riforma il canto liturgico, che dal suo nome fu detto “gregoriano”. Al centro della sua attenzione sono i più poveri:

“Era un uomo immerso in Dio: il desiderio di Dio era sempre vivo nel fondo della sua anima e proprio per questo egli era sempre molto vicino al prossimo, ai bisogni della gente del suo tempo. In un tempo disastroso, anzi disperato, seppe creare pace e dare speranza. Quest’uomo di Dio ci mostra dove sono le vere sorgenti della pace, da dove viene la vera speranza e diventa così una guida anche per noi oggi”. (Udienza generale del 28 maggio 2008)







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