2008-09-03 15:52:28

I vescovi delle Filippine raccolgono firme a sostegno del movimento per la vita


Si basa su motivi etici e morali e non solo sui valori della fede la campagna lanciata dalla Conferenza dei vescovi cattolici delle Filippine (CBCP) contro il progetto di legge che mira a legalizzare l’aborto e a consentire il libero uso dei contraccettivi artificiali. I presuli stanno raccogliendo firme a sostegno della loro battaglia in numerose strutture diocesane in tutto il Paese. E, in un documento, contestano le ragioni dei deputati firmatari del progetto di legge che ritengono di promuovere così il diritto della donna alla libera scelta sulla maternità e di rispondere alla necessità di abbassare il tasso di incremento delle nascite per sconfiggere la povertà. I vescovi spiegano, infatti, che i contraccettivi artificiali vengono spesso usati come strumenti di violazione della dignità umana nel commercio sessuale e denunciano l’intenzione dei sostenitori del progetto di legge di investire nel loro acquisto due miliardi di pesos, soldi che potrebbero essere spesi invece in servizi per l’infanzia e per la maternità. Arbitraria, inoltre, sostengono i presuli la teoria che la povertà possa essere combattuta riducendo le nascite. La Pro-life Philippines foundation – informa l’Osservatore Romano – citando i dati del Centro statistico Nazionale - ha dimostrato, infatti, che dal 2003 al 2006 è aumentato il tasso di povertà del Paese a dispetto del contemporaneo calo del tasso di fertilità. (S.G.)







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