Stato di emergenza in Thailandia dopo giorni di manifestazioni antigovernative
Il primo ministro della Thailandia Samak Sundaravej ha proclamato lo stato di emergenza
a Bangkok, dove migliaia di manifestanti da giorni occupano la sede del governo chiedendo
le sue dimissioni. Il servizio di Fausta Speranza:
Stato
d’emergenza dichiarato dopo giorni di manifestazioni e una notte di scontri con un
morto e decine di feriti. Gli incidenti sono avvenuti vicino al vasto complesso dove
si trovano gli uffici del premier, da una settimana occupato da migliaia di manifestanti.
Si tratta di militanti dell'Alleanza del popolo per la democrazia (PAD) che vogliono
le dimissioni del premier Samak, ritenuto solo un prestanome dell'ex primo ministro
Shinawatra: parliamo del miliardario deposto dal colpo di Stato militare nel 2006,
fuggito in Gran Bretagna per sottrarsi a un processo per corruzione. L'annuncio dello
stato d'emergenza è stato dato dal premier thailandese alla radio di Stato: ha imposto
restrizioni ai media che “minano la pubblica sicurezza” e proibito tutti i raduni
pubblici di oltre cinque persone. Ha poi affidato al generale Paochinda, comandante
delle forze armate, il compito di farlo applicare. I militari però hanno chiarito
che non intendono usare la forza contro i manifestanti dell'opposizione. E il comandante
stesso ha precisato che non userà la forza per sloggiare i manifestanti dell'opposizione
dalla sede del governo, aggiungendo che la crisi deve essere risolta in parlamento.
Intanto, la situazione di tensione sta avendo ripercussioni sull'economia e in particolare
sul turismo, una delle principali risorse della Thailandia. Già Australia, Corea del
Sud e Singapore hanno consigliato ai loro cittadini di non recarsi nel Paese.
Crisi georgiana La Russia è soddisfatta dell'"approccio responsabile"
del vertice UE di ieri, che pur condannando il riconoscimento delle repubbliche secessioniste
georgiane di Abkhazia e Ossezia del sud e rinviando a data da destinarsi il negoziato
per il rinnovo del trattato di cooperazione strategica, non ha comunque varato sanzioni
o chiuso la porta a Mosca, ribadendo anzi la necessità di non isolarla. Diverso è
l'atteggiamento della Georgia, che oggi denuncia unilateralmente il trattato del 1992
sul regolamento del conflitto in Ossezia del sud, togliendo così legittimità ai caschi
blu russi, trasformati in forza di occupazione. E a Tbilisi è atteso oggi il vicepresidente
americano, Dick Cheney, l'uomo che nel maggio del 2006 aveva dato il via al gelo con
Mosca con un discorso infiammato a Vilnius (Lituania) contro l'"ingerenza russa nei
processi democratici" e le "ambizioni territoriali" sui Paesi confinanti. La Georgia
è la prima tappa di un giro di consultazioni nell’area. Per quanto riguarda la decisione
dell’UE, emersa nel vertice di ieri, di non varare sanzioni nei confronti di Mosca,
ma di limitarsi a congelare i colloqui sulla cooperazione politica ed economica, è
apparsa a molti analisti come una posizione di debolezza. Stefano Leszczynski
ha chiesto ad Adriana Cerretelli, responsabile dell’Ufficio di Bruxelles del
"Sole 24 Ore", quali siano le ragioni della linea morbida adottata dall’Europa:
R. – In
Europa ci sono grossomodo due schieramenti. Uno, capeggiato dagli inglesi e sostenuto
dai Paesi dell’est, che erano del parere di dare delle risposte forti all’invasione
della Georgia e, soprattutto, al mancato ritiro delle truppe russe dalla Georgia.
Dall’altra parte, però, in Europa c’è un altro schieramento, altrettanto forte, che
è quello formato da Francia, Germania, Italia, che invece è per una politica del dialogo,
sia pure, almeno in teoria, ferma. Allora, dalla mediazione necessaria per non far
fallire il vertice è venuto fuori un comunicato che sostanzialmente "predica" la solita
linea del gradualismo. D. – Questa politica del dialogo è influenzata
da una sudditanza di tipo energetico, anche economico se vogliamo, con la Russia...
R.
– L’Europa, non solo è divisa, ma ha le mani legate da una fortissima dipendenza energetica
in termini di forniture di petrolio e gas dalla Russia. Non ci dimentichiamo che per
di più l’attacco russo alla Georgia ha consentito ai russi di prendere il controllo
di una delle rare vie alternative alla esclusiva fornitura della Russia di petrolio,
che era la Georgia. Anche di questo l’Europa è stata privata.
D.
– Ci sarà bisogno, prima o poi, di un ripensamento globale della politica estera dell’Unione
Europea...
D. – Io direi che oggi non c’è una politica
estera europea, al di là delle tante chiacchiere che la circondano. Non solo perché
non c’è il Trattato di Lisbona firmato, che avrebbe dato un po’ più di voce a questa
idea di creare una linea comune, ma oggi, in realtà, in Europa non ci sono interessi
comuni omogenei, tali da consentire una politica estera.
Accordo per
gasdotto tra Russia e Uzbekistan Il primo ministro russo, Vladimir Putin, ha
raggiunto un accordo con il presidente dell'Uzbekistan, Islam Karimov, per la costruzione
di un nuovo gasdotto in territorio uzbeko. Lo riferiscono le agenzie russe. L'accordo
è una vittoria politica per Putin, date le pressioni americane sui Paesi centrasiatici
produttori di idrocarburi per la diversificazione delle rotte, al momento monopolio
quasi esclusivo della Russia. Il nuovo gasdotto, ha detto il premier russo, “servirà
a mantenere il potenziale in crescita di esportazione di Uzbekistan e Turkmenistan”. 7
morti per il passaggio di "Gustav", la Convention repubblicana parte sottotono New
Orleans è scampata alla furia di "Gustav", che ha provocato sette morti ma non ha
avuto il devastante impatto previsto. In precedenza, nel pieno della sua forza devastatrice,
aveva seminato tra Haiti, Santo Domingo, Giamaica e Cuba, 103 morti e centinaia di
sfollati. L’uragano ha, in ogni caso, condizionato l’apertura della convention repubblicana.
Il servizio di Daniele Bongi:
L’uragano
"Gustav", dopo aver colpito la costa meridionale della Lousiana, ha perso la sua potenza
ed è stato declassato al rango di “depressione tropicale”. Il peggio sembra insomma
essere allespalle e la città di New Orleans, devastata tre anni fa dall’uragano
"Katrina", ha saputo reggere all’impatto. Il passaggio dell'uragano ha comunque causato
la morte di 7 persone, nella zona costiera della Louisiana, tra New Orleans e Baton
Rouge, in incidenti avvenuti nelle fasi dell’evacuazione. E’ presto per un
bilancio completo dei danni ma secondo la CNN, si parla di circa 10 milioni di dollari.
In una conferenza stampa, il sindaco di New Orleans, Ray Nagin, ha invitato i concittadini
a non lasciarsi andare a un “prematuro ottimismo” e ad aspettare ancora prima di far
ritorno in città. Proprio in segno di solidarietà nei confronti delle vittime
dell’uragano, la Convention repubblicana, aperta ieri a St.Paul, sta seguendo un programma
ridotto all’essenziale. John McCain, che ha annullato gli interventi previsti nel
primo giorno della manifestazione, ha esortato i delegati e tutti gli americani a
inviare aiuti per l'emergenza via SMS telefonici. Assenti il presidente Bush e il
vicepresidente Cheney. A risollevare le sorti della serata ci hanno pensato le donne:
la First Lady, Laura Bush, Cindy McCain, moglie di John, e la vice del candidato repubblicano
Sarah Palin. Resta però alta l’allerta per gli uragani: la tempesta tropicale "Hanna",
formatasi la settimana scorsa, è ora passata al rango di "uragano". Si trova al largo
delle Bahamas: non è certa la sua direzione, ma non si esclude che possa dirigersi
verso la costa orientale degli Stati Uniti.
Pakistan I talebani
pachistani hanno detto di aver rapito due ingegneri cinesi e due pachistani, sottolineando
che i sequestri continueranno fino a quando il governo non metterà fine agli attacchi
contro i militanti islamici. I due cittadini cinesi - ingegneri nel campo delle telecomunicazioni
- unitamente all'autista e a una guardia pachistani erano scomparsi venerdì scorso
non lontano dal confine afghano mentre facevano ritorno a casa dopo aver effettuato
lavori di riparazione a un impianto di telecomunicazioni. Un portavoce dei talebani
ha rivendicato la responsabilità del sequestro affermando che i quattro sono in buone
condizioni. La Cina è fedele alleata del Pakistan, Paese in cui Pechino effettua ampi
investimenti.
Afghanistan Le forze americane alla guida della coalizione
internazionale ("Enduring Freedom") e quelle della NATO hanno smentito una loro implicazione
in un'operazione militare nella periferia est di Kabul, che nella notte tra domenica
e lunedì ha portato alla morte di quattro civili. Ieri centinaia di manifestanti avevano
protestato per la morte di un uomo, una donna e due bambini, uccisi nella loro abitazione,
secondo loro, da soldati stranieri. Le forze americane della coalizione ("Enduring
Freedom") e quelle dell'ISAF (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza, della
NATO) hanno negato di essere all'origine del blitz notturno. Le autorità afghane oggi
non erano in grado di confermare o smentire un’eventuale implicazione delle loro forze.
L'incidente è accaduto mentre nel Paese è in corso un'aspra polemica per l'alto numero
di civili uccisi recentemente, specialmente da bombardamenti delle forze della coalizione
a guida USA.
Ancora attentati in Iraq Sette civili iracheni, tra
cui due bambine, sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti dall'esplosione
di un'autobomba guidata da un attentatore suicida a Est di Mossul, a Nord di Baghdad.
Inoltre, due persone, tra cui un poliziotto, sono state uccise e altre dieci sono
state ferite stamani dall'esplosione di un ordigno nella parte Est di Baghdad. Lo
ha riferito l'agenzia irachena "Nina" citando fonti della sicurezza, secondo cui l'ordigno
è esploso nei pressi dell'ospedale al-Kindi, al passaggio di una pattuglia della polizia,
provocando, oltre alle vittime, anche diversi danni.
Nancy Pelosi a Hiroshima La
presidente della Camera dei Rappresentanti statunitense, Nancy Pelosi, ha deposto
una corona di fiori al monumento di Hiroshima dedicato alle vittime della bomba atomica,
sganciata sulla città dagli Stati Uniti nel 1945. La Speaker è così la più alta carica
istituzionale degli USA, la terza per importanza dopo presidente e vice presidente,
ad aver reso omaggio al Cenotafio dell'olocausto nucleare, nel pieno delle sue funzioni.
L'ex presidente americano Jimmy Carter si era recato a Hiroshima nel 1984, dopo aver
lasciato la Casa Bianca. La visita al "Parco della Pace" e al museo di Hiroshima ha
avuto luogo nell'ambito degli appuntamenti in calendario per la riunione degli Speaker
del G8, cui partecipa per l'Italia il presidente della Camera, Gianfranco Fini, incentrata
quest'anno proprio su disarmo e rilancio della pace e che oggi entra nella sua seconda
e ultima giornata di lavori. Gli altri Paesi del club degli Otto Grandi sono Regno
Unito, Canada, Francia, Germania, Russia e Giappone.
Giappone Dopo
le dimissioni ieri del premier Fukuda, il partito Liberaldemocratico giapponese (LDP)
dovrebbe scegliere il nuovo presidente e, quindi, il leader destinato a succedere
al primo ministro dimissionario il prossimo 22 settembre. Lo riferiscono fonti del
partito di governo, mentre le previsioni sembrano pendere a favore del segretario
generale, Taro Aso, che il 20 settembre compirà 68 anni. Aso è il politico attualmente
più popolare in Giappone, forse solo dopo l'ex premier Koizumi.
Spagna Il
giudice della "Audiencia Nacional", il principale tribunale spagnolo, Baltasar Garzon
ha promosso un grande censimento delle decine di migliaia di vittime del franchismo,
prima di pronunciarsi sulla possibile apertura di una maxi-inchiesta sulla loro scomparsa:
lo riferisce la stampa spagnola. Garzon ha chiesto ai Ministeri della cultura, della
difesa e della giustizia, ai comuni di Madrid, Siviglia, Granada e Cordoba, ed alle
quasi 23.000 parrocchie spagnole di comunicargli ogni informazione in loro possesso
sui 'desaparecidos', sulle persone sepolte in fosse comuni e sulle altre vittime del
franchismo. Il giudice della "Audiencia Nacional" ha fissato al 17 luglio del 1936,
il giorno in cui scattò il colpo di Stato del generale Francisco Franco, l'inizio
della indagine conoscitiva. L'ordinanza precisa che l'inchiesta riguarda “le persone
scomparsa come conseguenza diretta del "Alzamiento Nacional" (il "sollevamento nazionale"
decretato da Franco, ndr), della Guerra Civile (1936-1939) e “nel dopoguerra sotto
il nuovo regime” (1939-1975). Circa 500.000 persone sono morte nella Guerra Civile
ed altre 50.000 sono state giustiziate dalla dittatura franchista dopo la fine del
conflitto. Le associazioni delle famiglie delle vittime del franchismo, le cui petizioni
sono all'origine della decisione di Garzon, oggi hanno sottolineato l'importanza ''storica"
della iniziativa del giudice.
Immigrazione irregolare Trentasette
migranti, tra cui una donna, 17 minorenni e un neonato, sono sbarcati stamane verso
le 4,30 a Lampedusa, isola dell’estremo sud Italia. Gli extracomunitari sono stati
rintracciati dalla Guardia di finanza sull'isola dopo l'individuazione del barcone
con cui erano giunti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 246
E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.