2008-09-02 14:49:54

Le Chiese dell’Asia chiedono soluzioni ‘condivise’ per l’immigrazione


Le Chiese dell’Asia devono trovare un “approccio comune” alla questione dell’immigrazione, fornire risposte che siano in grado di “aiutare i migranti ad affrontare le problematiche della vita di ogni giorno” e guidare i governi nell’elaborazione di “politiche di assistenza sociale” che sappiano migliorarne la qualità della vita. È l’invito espresso dal presidente dei vescovi filippini Angel Lagdameo, formulato in occasione del vertice delle Chiese asiatiche che si è tenuto nei giorni scorsi a Manila. Parlando a una platea composta da oltre 40 delegati fra i quali vescovi, preti, religiosi e laici provenienti da 18 Paesi dell’Asia, il prelato ha ribadito che le “Chiese locali devono condividere prospettive e soluzioni” per risolvere il problema dell’immigrazione. All’incontro, promosso dalla Commissione cattolica internazionale sulla migrazione (Icmc) fondato nel 1951 da Papa Pio XII, con base a Ginevra, hanno partecipato rappresentanti delle Chiese del Vietnam, Myanmar, Timor Est, Filippine, Nepal, India, Bangladesh, Sri Lanka, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Malaysia, Giappone e Singapore. Secondo un rapporto Onu sui migranti – riferisce l’agenzia AsiaNews - vi sono oltre 22 milioni di lavoratori stranieri in Asia e 50 milioni di asiatici sparsi in tutto il mondo, in cerca di un impiego o già occupati. Durante il discorso di apertura del convegno a Manila, il segretario generale della Conferenza dei vescovi dell’Asia (Fabc), mons. Orlando Quevedo, ha ribadito che il fenomeno della migrazione non rappresenta un “lusso” delle società moderne ma è un segno evidente della loro “povertà” e ne sottolinea gli “effetti negativi sulle strutture familiari”. Una presa di posizione condivisa dal capo della Chiesa filippina, il quale afferma che “le migrazioni cambiano le strutture familiari e possono persino distruggerle”. Mons. Lagdameo sottolinea infine la “grande opportunità” di evangelizzare che è strettamente legata al fenomeno dell’emigrazione: “una possibilità – ha detto – che deve avvicinare i migranti alla Chiesa e la Chiesa ai migranti”. (R.P.)







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