India: i vescovi denunciano attacchi senza precedenti contro i cristiani
In India, i vescovi hanno denunciato gli attacchi “senza precedenti” compiuti da estremisti
indù contro i cristiani nello Stato di Orissa. Il primo ministro, Manmohan Singh,
ha anche assicurato assistenza alle famiglie delle vittime. Sulla collaborazione tra
Chiesa e governo per porre fine alle violenze, ascoltiamo, al microfono di Amedeo
Lomonaco, padre George Manimala, vicario episcopale per le Chiese orientali,
raggiunto telefonicamente a Delhi:
R. - L’arcivescovo
di Delhi, Vincent Michael Concessao, si è recato in Orissa, insieme con l’arcivescovo
di Cuttack-Bubaneshwar in Orissa, Raphael Cheenath. Il governo centrale di questo
Stato ha promesso aiuto e assistenza. Il presidente del governo dell’Orissa ha detto
che è stata compiuta un’ingiustizia da parte dei fondamentalisti contro i cristiani.
Ha anche aggiunto che la violenza è contro la giustizia e che non può continuare.
D.
- La Chiesa indiana ha fissato per il prossimo 7 settembre una giornata di preghiera
e digiuno. In un Paese dove Gandhi è simbolo della non violenza, come si possono fare
attecchire il seme della preghiera e del dialogo?
R.
- Il dialogo reciproco è molto importante. Anche il governo deve impegnarsi. Noi preghiamo
per la pace e chiediamo a tutti i cattolici, ai cristiani, di pregare per la situazione
in Orissa. E’ importante per la pace, per lo sviluppo e per l’armonia. E' importante
dare testimonianza, da parte nostra, di amore e di riconciliazione.
D.
- Come vengono raccontate in India dai mezzi di informazione locali le violenze contro
i cristiani? C’è una percezione, una comprensione di quello che sta succedendo in
Orissa?
R. - Sui giornali viene dato spazio alla
situazione in Orissa. I giornalisti hanno condannato le violenze. Qualcuno ha detto
l’altro giorno che è una vergogna per l’induismo. Non ho invece sentito finora nessun
leader religioso indù parlare di questo. Ma va comunque detto che cittadini importanti
di fede indù si sono schierati contro questo tipo di violenza. C’è una parte indù
che cerca di mantenere l’armonia nel Paese.
D. -
Oltre alle violenze, proseguono anche gli attacchi alla libertà religiosa. Sono infatti
molti i cristiani in India che vengono costretti ad abbandonare la propria fede. Come
può intervenire la Chiesa in questo caso?
R. - La
Chiesa cerca di lavorare con il governo, con e altre forze e specialmente cerca di
dialogare con coloro che alimentano la violenza. Ma la preghiera qui non basta. C’è
la paura qui da noi che con questo tipo di violenza l’integrità del Paese, l’armonia
dell'India possano rompersi. La situazione di paura continua, una paura che colpisce
le persone e specialmente i cristiani.