“L’amore dei viterbesi
per Santa Rosa non conosce confini”. Così mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo
di Viterbo, spiega il forte e duraturo legame di devozione per la patrona della
città, in questi giorni venerata in forma solenne. Il più grande e suggestivo tributo
dal lontano 1258, anno della traslazione del corpo ad un santuario a lei dedicato,
rimane il trasporto della Macchina di Santa Rosa. Una torre di luce alta trenta metri
e portata a spalla da un centinaio di facchini per le vie del centro che rappresenta
un vero atto d’amore in ricordo di quella ragazza malata che spese la propria breve
esistenza accanto ai poveri e ai più bisognosi.