Santuario di Belmonte. Padre Martino: "ho perdonato i miei aggressori"
“Ho perdonato i miei aggressori, prego per loro”: parla così padre Martino Gurini,
uno dei quattro frati aggrediti lo scorso 26 agosto presso il Santuario mariano di
Belmonte nel piemontese. Il frate sarà dimesso nel pomeriggio, mentre preoccupano
ancora le condizioni di padre Sergio Baldin, ricoverato presso l’ospedale San Giovanni
Bosco di Torino. Ai microfoni di Elena Mandarano, padre Martino racconta ciò
che ha vissuto, sottolineando la solidarietà ricevuta:
R. – Mi
sento meglio; la notte è stata abbastanza tranquilla e adesso è venuto il dottore
che mi ha detto che mi lascia andare a casa questa stessa sera.
D.
– Come ha vissuto il momento dell’aggressione?
R.
– Non abbiamo pensato a niente, perché sono arrivati correndo, questi quattro individui
e ci hanno aggredito ferocemente. Io sono caduto per terra, per fortuna che ho potuto
schivare il colpo principale. E’ stato in un primo momento il panico, la paura, poi
ho subito invocato la Madonna. E’ stato un momento tragico, veramente: io pensavo
di morire, in un primo momento ...
D. – Lei ha detto
di aver già perdonato i suoi aggressori e di aver pregato per loro. Cosa l’ha portata
a ciò?
R. – Quando ho potuto connettere come e perché
si avventavano contro di noi, allora ho pensato che solo il Buon Dio poteva arrivare
ai loro cuori, richiamarli sulla strada, perché non c’è felicità, non ci può essere
pace se non c’è la pace nel cuore. Io credo che anche loro sono figli del Buon Dio,
hanno bisogno più di altri di comprensione e di tolleranza.
D.
– Domani è prevista una Messa presieduta dal cardinale Poletto. Ci sarà anche lei.
Quanto è importante, in questo momento, pregare con la comunità, che è sbigottita?
R.
– Credo che sia la cosa principale, la più corretta in questo momento. Io ho sentito
molto la solidarietà della popolazione in questi tre giorni che sono qui in ospedale.
I sacerdoti della zona sono stati veramente fratelli, sono venuti a trovarmi, e anche
la gente del posto è accorsa, qualcuno ha fatto il turno per restare anche di notte,
se avessi avuto bisogno di qualche cosa ... E’ stata l’occasione di questa grande
solidarietà, io ho capito anche l’importanza di quel Santuario, a vedere come la gente
vicina deplorava il fatto, domandava giustizia ...
D.
– Padre, lei è venuto qui per un periodo di vacanza. Tornerà in Bolivia. Cosa porterà
di questa esperienza, con sé?
R. – Questa esperienza
ha un aspetto di amarezza, di sorpresa, di vedere questa brutalità. Dall’altra parte
penso di tornare con questa esperienza che mi fa guardare all’umanità con più misericordia
e con più comprensione.