Il Gesù storico e la Passione al centro dell'incontro a Castel Gandolfo tra il Papa
e i suoi ex allievi
Si svolge oggi pomeriggio a Castel Gandolfo l’incontro privato del Papa con un gruppo
di suoi ex studenti, il cosiddetto Ratzinger Schülerkreis: tra i partecipanti figurano
oltre 30 persone, tra cui il cardinale arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn e
due esegeti evangelici, Martin Hengel e Peter Stuhlmacher, docenti emeriti di Nuovo
Testamento all'Università di Tubinga, ateneo dove il teologo Ratzinger ha insegnato
negli anni ‘60. Due in particolare i temi al centro dell’incontro: il rapporto tra
i Vangeli e il Gesù storico e il significato salvifico della Passione. Domani mattina
il Papa presiederà una liturgia eucaristica con i suoi ex studenti. Il servizio di
Sergio Centofanti.
E’ un incontro
ormai tradizionale quello tra Joseph Ratzinger e i suoi ex allievi, iniziato negli
anni ’70 durante la docenza all’Università di Ratisbona. Quando Paolo VI nel 1977
nominò il teologo Ratzinger arcivescovo di Monaco e Frisinga i suoi studenti pensavano
che l’appuntamento non si sarebbe più tenuto e invece continuò. E così accadde nel
2005: dopo l’elezione al Soglio pontificio si pensava che non fossero più possibili
quegli incontri. Ma Benedetto XVI ha chiamato nuovamente a raccolta i suoi ex allievi.
Negli anni precedenti si è parlato di islam, evoluzionismo, fede e Bibbia. Quest’anno,
i temi al centro dell’incontro saranno il rapporto tra i Vangeli e il Gesù storico
e la Passione, anche alla luce del libro del Papa “Gesù di Nazaret’. In questo libro,
Benedetto XVI ha presentato il Cristo dei Vangeli come il Gesù reale, come il “Gesù
storico” in quanto “questa figura – afferma - è molto più logica e dal punto di
vista storico anche più comprensibile delle ricostruzioni” degli ultimi decenni. Tante
diverse comprensioni di Gesù, proprio come accadeva alla folla 2000 anni fa:
“Anche
oggi è così: molti accostano Gesù, per così dire, dall’esterno. Grandi studiosi ne
riconoscono la statura spirituale e morale e l’influsso sulla storia dell’umanità,
paragonandolo a Buddha, Confucio, Socrate e ad altri sapienti e grandi personaggi
della storia. Non giungono però a riconoscerlo nella sua unicità. Viene in mente ciò
che disse Gesù a Filippo durante l’Ultima Cena: ‘Da tanto tempo sono con voi e tu
non mi hai conosciuto, Filippo?’ (Gv 14,9). Spesso Gesù è considerato anche come uno
dei grandi fondatori di religioni, da cui ognuno può prendere qualcosa per formarsi
una propria convinzione. Come allora, dunque, anche oggi la ‘gente’ ha opinioni diverse
su Gesù. E come allora, anche a noi, discepoli di oggi, Gesù ripete la sua domanda:
‘E voi, chi dite che io sia?’. Vogliamo fare nostra la risposta di Pietro: … ‘Tu sei
il Cristo, il Figlio del Dio vivente’". (Omelia del 29 giugno 2007)
La
morte di Gesù e la successiva nascita della Chiesa, in una situazione apparentemente
fallimentare – rileva il Papa – si spiegano infatti solo a partire da qualcosa di
straordinario, “solo a partire dal mistero di Dio”. Un mistero difficile da accettare:
“E’
il dramma del rifiuto di Cristo, che, come in passato, si manifesta e si esprime,
purtroppo, anche oggi in tanti modi diversi. Forse persino più subdole e pericolose
sono le forme del rifiuto di Dio nell’era contemporanea: dal netto rigetto all’indifferenza,
dall’ateismo scientista alla presentazione di un Gesù cosiddetto modernizzato o postmodernizzato.
Un Gesù uomo, ridotto in modo diverso ad un semplice uomo del suo tempo, privato della
sua divinità; oppure un Gesù talmente idealizzato da sembrare talora il personaggio
di una fiaba. Ma Gesù, il vero Gesù della storia, è vero Dio e vero Uomo e non si
stanca di proporre il suo Vangelo a tutti, sapendo di essere ‘segno di contraddizione
perché siano svelati i pensieri di molti cuori’ … Dinanzi a Lui non si può restare
indifferenti. Anche noi, cari amici, dobbiamo continuamente prendere posizione. Quale
sarà dunque la nostra risposta?” (Udienza generale del 3 gennaio 2007)