Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
Nella 22.ma Domenica del Tempo Ordinario la liturgia ci presenta il passo del Vangelo
in cui Gesù rivela ai discepoli che sarà ucciso per risorgere il terzo giorno. Pietro,
prendendolo in disparte, lo rimprovera dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non
ti accadrà mai». E il Signore risponde: “Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo,
perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Quindi, rivolto a tutti i discepoli,
dice:
“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda
la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma
chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”.
Su questo brano
del Vangelo, ascoltiamo il commento di don Massimo Serretti, docente di Cristologia
all'Università Lateranense: (musica)
Pietro
stava già seguendo Gesù quando gli è stato dato dall’Alto di riconoscerLo, ma il nuovo
riconoscimento gli richiede una nuova sequela. Per seguire Cristo bisogna infatti,
in qualche modo, riconoscerLo, ma è più facile riconoscerLo che seguirLo. E’ più facile
perché il riconoscimento sgorga da una pura grazia, mentre la sequela e la perseveranza
nello stare dietro a Lui chiama in causa l’uomo in diversa maniera. Gesù
indica ai suoi tre passi: l’esercizio attivo della volontà il
rinnegamento di sé l’abbraccio della propria croce. Occorre desiderare
di seguire Cristo, di andare dietro a Lui, di stare con Lui. Ma ciò non
è in alcun modo possibile se si rimane nell’ “ossessione di sé”, nell’ossessione del
proprio “io” e non si accetta di decentrare il proprio sguardo fissandolo su di Lui. Anche
il rinnegamento di sé non è tutto quel che è richiesto: occorre prendere la propria
croce. Scrive C.K. Norwid che una metà della vita dell’uomo serve ad individuare la
propria croce e l’altra metà a portarla e piantarla sulla propria tomba. Solo
dopo aver preso la propria croce, cioé, il contenuto della volontà di Dio su di noi,
solo allora potremo andare dietro a Cristo e “trovare la vita” invece di perderla.
Questa è la strada ed è l’unica.