Festival di Venezia: applausi tiepidi per "Un giorno perfetto" di Ozpetek
Ancora drammi familiari, ancora coppie allo sbando in un deserto di valori ed incertezze
emotive. Una raggelata platea di giornalisti, accoglie, con appena tiepidi applausi,
il durissimo “Un giorno perfetto” di Ferzan Ozpetek. Il primo italiano in concorso
a questa 65.ma mostra del cinema, il regista delle “Fate Ignoranti” e “Saturno Contro”,
cambia tutto e ci regala una fotografia cupa e senza via di uscita di un’Italia ancora
sopraffatta da violenze domestiche e matrimoni in frantumi. Abbandonato il gioioso
colore delle famiglie allargate a cui ci aveva finora abituato, Ozpetek dà l’impressione
di credere invece poco o niente nella cosiddetta famiglia tradizionale. Isabella Ferrari
e Valerio Mastrandrea, gli straordinari ed intensissimi protagonisti di questa devastante
ossessione amorosa che sembra rubata ad un talk show di seconda serata. Lui poliziotto
di scorta di un politico di basso rango, non accetta la separazione dalla moglie e
i figli, e sprofonda così in un buio sempre più nero. Volto emaciato, fissità dello
sguardo e lunghi silenzi, parlano della deriva interiore con cui reagisce impotente
all’abbandono. Annaspa, soffre, ma in assenza di riferimenti non ce la fa: getta la
spugna e nel baratro trascina anche la moglie ed i figli. Un colpo di pistola in bocca
ed insieme alla sua, strappa anche la vita dei due bambini. Una strage degli innocenti
senza vincitori ma costellata da vinti, tutte vittime di una società che dal politico
in crisi esistenziale all’innocente madre di famiglia, ci appare del tutto incapace
di preparare i suoi figli alla battaglia che li attende nella vita di tutti i giorni.
Ed ancora battaglie, ma da tutte altre latitudini, ci attendono poi in giornata con
la testimonianza dal fronte di Emergency. Intanto, meditiamo sull’affresco targato
Ozpetek, salutare nel suo shock ma troppo pessimista nel non riconoscerci vie di scampo,
con qualche riserva e non solo sul piano strettamente cinematografico. (Da Venezia,
Diego Giuliani)