È emergenza umanitaria in Nepal. Sono decine di migliaia gli sfollati nella zona orientale
del Paese, flagellata dalle piogge degli ultimi giorni che hanno causato alluvioni
e lo straripamento del fiume Koshi. Lo riferisce AsuaNews. Continuano le operazioni
di soccorso nelle aree più colpite dalle inondazioni – Shreepur, Laudani, Haripur
e Kusaha – all’interno delle quali vi sono più di 60mila sfollati che hanno perso
le loro case, sommerse dalle acque. Nei distretti di Sunsari e Sarlahi interi raccolti
sono andati perduti e la principale fonte di sostentamento per la popolazione locale
è pressoché distrutta. Per ora non vi sono vittime ufficiali, ma in molti nuclei familiari
si registrano dispersi dei quali non si hanno più notizie. Altri denunciano sparizioni,
in particolare fra i bambini, che in molti casi hanno perso i contatti con genitori
e parenti. Destano preoccupazione le numerose carcasse di animali morti, che potrebbero diventare
fonte di epidemie o infezioni. La tragedia è stata causata dal cedimento del terrapieno
che conteneva l’alveo del fiume Koshi. La sua costruzione – sottolinea AsiaNews -
è opera del governo indiano, che dovrebbe anche garantirne la manutenzione, ed è diventata
il pomo della discordia fra i due Paesi. Il Nepal accusa l’India di imperizia, mentre
il vicino ribatte che era dovere del governo nepalese avvertire dei possibili rischi
causati dall’innalzamento del fiume. Nonostante tutto, i due fronti si sono accordati
per una immediata ricostruzione delle barriere, essenziali per permettere un lento
ritorno alla normalità nell’area. Nel frattempo le alluvioni hanno colpito anche l’India,
facendo registrare già dei morti: nello stato del Bihar, il rovesciamento di un battello
che trasportava degli sfollati ha causato la morte di 20 persone. Ad oggi sono 70
le vittime accertate, mentre centinaia di migliaia sono senza cibo e acqua potabile.