Si chiude oggi a Palermo la Settimana Liturgica Nazionale
Dopo cinque giorni di lavori e mille partecipanti, la 59.ma Settimana Liturgica Nazionale
sul tema “Celebrare per avere parte al mistero di Cristo” si chiude oggi a Palermo
con il bilancio positivo del presidente del Centro Azione Liturgica, mons. Luca Brandolini.
“Abbiamo evitato il pericolo che la partecipazione attiva fosse intesa come puro attivismo
– ha affermato il sacerdote – e abbiamo spostato l’attenzione dall’uomo che partecipa,
al Cristo che dona lo Spirito perché i suoi discepoli prendano parte, abbiano parte.
Credo che sia molto importante, perché il primato nell’azione Liturgica è del Signore
e soprattutto del Suo Spirito”. La celebrazione delle Lodi, questa mattina è stata
presieduta da mons. Carmelo Cuttitta, vescovo ausiliare di Palermo e segretario della
Conferenza Episcopale Siciliana: “L’eroico esempio di Giovanni Battista – ha detto
il presule nell’omelia – ci porta a pensare anche ai tanti martiri della fede che
lungo i secoli hanno saputo attingere forza dalla partecipazione attiva, piena e consapevole
della celebrazione del mistero di Cristo”. Il vescovo ausiliare di Palermo ha rivolto
un pensiero a padre Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre di 15 anni fa: “Non
vorrei in questo momento – ha aggiunto mons. Cuttitta – tacere il ricordo di un testimone
della Chiesa Palermitana, don Pino Puglisi. Anche lui ha attinto dal Mistero pasquale
di Cristo, celebrato ogni giorno nell’Eucaristia e nella Liturgia delle ore, la forza
della testimonianza quotidiana sino al dono totale di sé. Possiamo dunque affermare
con certezza – ha aggiunto il presule - che la prima e fondamentale missione, che
scaturisce dai santi Misteri che celebriamo, è quella di rendere testimonianza”. Soddisfatto
del “vero segno” di partecipazione ai riti liturgici, l’arcivescovo di Palermo, Paolo
Romeo, che ha osservato: “L’intensità si respirava, ho notato questo clima di preghiera:
la gente pregava. Quando presiedevo il rito, con il mio sguardo vedevo come i fedeli
erano concentrati, non c’era un bisbigliare, un commentare o un muoversi sulle sedie,
nelle persone c’era un atteggiamento orante”. “Credo - ha concluso l’arcivescovo di
Palermo - che questa sia la cosa più bella che abbiamo vissuto profondamente e che
ci riportiamo. Abbiamo visto che si può fare, ce la possiamo fare e quindi adesso
dobbiamo riflettere questa esperienza nell’interno delle nostre comunità”. (Da
Palermo, Alessandra Zaffiro)