Mostra del Cinema di Venezia: stupisce Arriaga e commuove il documentario su Medici
Senza Frontiere
Disgregazione familiare, povertà di riferimenti e valori, relazioni umane allo sbando:
il messicano Guillermo Arriaga stupisce e convince in concorso alla Mostra del cinema
con il suo esordio alla regia nel film “The Burning Plain”. Marchio di fabbrica e
struttura narrativa sono le stesse che gli sono già valse fama internazionale e pioggia
di riconoscimenti come sceneggiatore nei lavori firmati per l’amico e connazionale
Alejndro Iñárritu. Di “Amores perros”, “21 grammi” e lo script candidato all’oscar
“Babel” restano rigore e coralità della storia e inversione dei piani temporali. Passato
e presente di una terra di nessuno, al confine tra Stati Uniti e Messico, che estinguono,
come sempre, il filo di esistenze sull’orlo del baratro e finiscono poi, soltanto
in chiusura, per delineare un affresco dalla trama complessa e potentissima. Il deserto,
che fa da sfondo alla storia, è lo stesso dei sentimenti. Distese brulle ed arse dal
sole dove tra le sterpaglie fatica ad attecchire perfino l’amore. Ne sanno qualcosa
Kim Basinger e Charlize Theron, le due straordinarie interpreti che Arriaga ha reclutato
negli inediti panni di una madre e di una figlia. Solitudine, smarrimento ed inquietudine
lacerante sono il triste bagaglio che Silvia, la manager di un ristorante interpretata
dalla Theron, sembra aver ereditato dalla mamma. Uno scarno alfabeto emotivo che innesca
una vera e propria bomba ad orologeria dietro la scorza di impenetrabilità che avvolge
rapporti umani consumati fugacemente per distarsi dal mondo, un magma di rimorso che,
tassello dopo tassello, finirà per ricomporsi in un deflagrante finale in cui, tuttavia,
trova spazio la speranza. Speranza che si affaccia oggi al Lido, grazie a “Living
In Emergency”, testimonianza militante dell’impegno di Medici senza Frontiere, nei
terreni disastrati di Liberia e Congo. (Da Venezia, Diego Giuliani)