Mons. Mamberti al Meeting di Rimini: combattere la cristianofobia come l'antisemitismo
e l'islamofobia
La Santa Sede si batte per la libertà religiosa che viene violata in diversi luoghi
del mondo. E’ il cuore dell’intervento del segretario per i rapporti con gli Stati,
monsignor Dominique Mamberti oggi al Meeting di Rimini. La cristianofobia, ha ricordato
mons. Mamberti, va affrontata con la stessa determinazione con cui si combattono l’antisemitismo
e l’islamofobia. Il rispetto della libertà religiosa deve essere reciproco. Molto
seguito anche l’incontro su “Chiesa e modernità” con il discorso di mons. Rino Fisichella,
presidente della Pontifica Accademia per la Vita. Il servizio della nostra inviata
Debora Donnini.
Le recenti
violenze verso i cristiani in India, ma anche la situazione in Iraq: qui prima del
2003 c’era circa un milione di cristiani, oggi ne sono rimasti la metà. Gli altri
sono fuggiti in diversi paesi del Medio Oriente. Solo nel 2007, 21 i missionari uccisi
in molte zone del mondo. Fatti ricordati da mons. Mamberti che ribadisce il forte
impegno di Benedetto XVI perché la libertà religiosa sia rispettata, così come quello
di Giovanni Paolo II che ha ricordato come essa sia il fondamento di ogni altro diritto,
compreso quello alla vita. Compito precipuo, dunque, della diplomazia vaticana - afferma
il presule - è quello di tutelarla:
"La natura religiosa
della Santa Sede e la sua vocazione universale fanno sì che la sua diplomazia non
determini le proprie priorità sulla base di interessi economici o politici e che non
abbia ambizioni geopolitiche. Le priorità strategiche della diplomazia pontificia
sono anzitutto l'assicurazione di condizioni favorevoli all'esercizio della missione
propria della Chiesa cattolica in quanto tale, ma anche alla vita di fede dei suoi
membri e quindi al libero esercizio dei loro diritti umani e delle loro fondamentali
libertà".
Passata, dunque, in rassegna l’attività
della Santa Sede all’ONU e presso altre istituzioni internazionali per difendere questo
diritto, nella sua dimensione pubblica e privata. Ma la libertà religiosa, ricorda
infine il segretario per i Rapporti con gli Stati, non ha solo una funzione sociale,
il suo centro è quello di tenere vivo il senso di Dio e il riferimento alla trascendenza.
Ieri,
protagonista al Meeting l’incontro sull’America Latina. Fare asili e scuole per i
bambini delle favelas brasiliane così come accogliere i malati terminali del Paraguay.
Sono state raccontate storie diverse dall’infermiera Rosetta Brambilla e da don Aldo
Trento, ma con un denominatore comune: la profonda convinzione che quello che la gente,
sana o malata, ricca o povera, cerca è una compagnia, qualcuno che ti prenda per mano
e ti faccia sentire amato. E’ questa esperienza che spinge Rosetta ad andare in Brasile.
A Belo Horizonte grazie alla sua instancabile opera vengono costruiti 4 asili, 3 doposcuola,
un centro di formazione al lavoro. 1.150 bambini ritrovano la speranza. Ci si può
piegare, afferma dunque Rosetta, anche alle circostanze non volute, più difficili,
perché tutto nasce da uno sguardo:
"Le opere negli
asili che abbiamo, secondo me sono questo sguardo di Dio visibile".
Don
Aldo si sente amato quando nell’89, in preda ad una depressione, don Giussani lo
manda in Paraguay. Qui comincia a raccogliere per le strade moribondi e abbandonati
e li porta nell’ospedale per malati terminali. La sua vita cambia e capisce che anche
la malattia è una grazia perché ti spoglia di tutto e ti permette di amare.
Dunque,
stamani, mons. Mamberti ha rinnovato l’appello a contrastare con coraggio gli attacchi
anticristiani. E proprio sulle persecuzioni contro le comunità cristiane, a partire
da quanto accade in questi giorni in India, si è soffermato il vicepresidente del
Parlamento Europeo, Mario Mauro, intervenuto al Meeting di Rimini ed intervistato
per noi da Luca Collodi:
R. – Di persecuzione
anticristiana dobbiamo onestamente parlare e direi che in tempi recenti, ci sono arrivate
anche le istituzioni europee riconoscendo quanto sto dicendo adesso, avendo votato,
nel novembre scorso, una risoluzione che, per l’appunto dice che si tratta di persecuzione.
Cosa vuol dire persecuzione? Vuol dire che non ci sono interessi economico-geopolitici
tali da giustificare uno scontro con le comunità cristiane. Quindi, lo scontro con
le comunità cristiane, non avviene perché i cristiani sono i più ricchi, i più forti,
i più potenti, ma si perseguita i cristiani perché sono cristiani, li si uccide perché
pur essendo inermi, uomini, donne, bambini o vecchi, sono quell’alterità e quella
diversità che fa a pezzi il gioco delle caste e ridà un livello di dignità all’esperienza
dell’umano che non si tollera e per questo li si uccide. I nemici oggi dell’esperienza
di verità del cristianesimo, sono riconducibili a due grandi filoni: i fondamentalismi,
segnatamente quelli di matrice islamista od anche indù, in cui si prende Dio, appunto,
come pretesto per un progetto di potere, e dall’altro lato i secolarismi di tipo relativista
che vogliono incidere sull’esperienza della fede come ad esempio la legge in discussione
in Spagna che, sostanzialmente, vorrebbe consentire, a chi non è d’accordo con i dogmi
della dottrina cattolica, di potersi rivolgere ai tribunali civili per poter far andare
le cose come si vuole. Una assurdità.