2008-08-29 13:13:04

Il cardinale Sodano dedica la nuova chiesa di Kazan. Il nunzio in Russia: la comunità internazionale favorisca una soluzione negoziale della crisi in Caucaso


Una nuova preghiera per la pace nel Caucaso si è levata questa mattina dalla città di Kazan, nella Repubblica russa del Tatarstan, dove questa mattina il cardinale decano, Angelo Sodano, ha presieduto la Messa di dedicazione della nuova chiesa cattolica dell’Esaltazione della Santa Croce. Ma la Messa, che ha visto la partecipazione di molte autorità civili e religiose, è stata anche un modo per ringraziare, a nome di Benedetto XVI, gli amministratori musulmani e la popolazione di Kazan che si sono adoperati per restituire alla minoranza cattolica un luogo di culto. Un autentico esempio di rispetto interreligioso, come conferma al microfono di Alessandro De Carolis, l’arcivescovo Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede presso la Federazione Russa, raggiunto telefonicamente a Kazan qualche minuto dopo la fine della celebrazione:RealAudioMP3

R. - Un messaggio non solo per la Russia, ma per tutto il resto del mondo, per quanto attiene alla tolleranza e non solo, alla comprensione fra tutte le religioni e fra tutte le fedi. Come ha detto il parroco durante la Messa, in tutti gli anni di costruzione della chiesa c’è stata la solidarietà effettiva degli ortodossi e dei musulmani. Perché lei sa che la Chiesa cattolica era stata requisita ma il governo locale e quello federale si sono trovati in difficoltà nel restituirla, perché lì sono stati posti i grandi macchinari delle fabbriche di aerei che sono qui. Nonostante ciò, si sono impegnati e ci hanno offerto un bellissimo terreno. Ci hanno aiutato molto anche dal punto di vista economico, assieme certamente alla Santa Sede e al Santo Padre, proprio perché - hanno detto - tutte le religioni hanno diritto di avere un posto degno dove pregare, dove riunirsi. E tutti poi hanno fatto voti perché crescesse questa collaborazione tra cattolici ed ortodossi, ma anche con le altre fedi.

 
D. - In che modo la comunità cattolica presente alla celebrazione di Kazan è stata resa partecipe della vicinanza di Benedetto XVI?

 
R. - Il cardinale Sodano aveva visto il Santo Padre qualche giorno fa e il Santo Padre gli aveva affidato un calice da destinare alla chiesa e inoltre, come segno di riconoscenza al parroco, che è un argentino della Congregazione del Verbo Incarnato, gli ha inviato un’onorificenza Pro Ecclesia et Pontifice. Qui, tutti sentono molto la presenza del Santo Padre, non solo per la sua preoccupazione in quanto padre di tutti i cattolici, ma anche perché sono, oserei dire, in comunione con lui nel suo desiderio di portare avanti il dialogo fra i cristiani e il dialogo fra le culture, così importante e così necessario, indispensabile.

 
D. - Che impressione ha avuto lei, eccellenza, della comunità cattolica che vive a Kazan?

 
R. - La comunità conta almeno 300 persone. Prima, originariamente, era formata soprattutto da persone discendenti da polacchi. Ora, però, ci sono persone di varia provenienza. Domani, ad esempio, ci sarà il battesimo di una giovane coppia russa, che si è convertita cinque, sei anni fa, poi si è sposata e ha avuto un bambino. Ecco, laddove nascono i bambini, certamente c’è una speranza.

 
D. - Durante la celebrazione si è pregato anche per la difficile crisi internazionale che ha come epicentro il Caucaso?

 
R. - Sì, si è pregato per la pace nel mondo, perché tutte le parti coinvolte, con l’aiuto anche della comunità internazionale, possano davvero sedersi intorno a un tavolo, perchè non mancano gli strumenti per dirimere queste controversie, per trovare delle soluzioni soddisfacenti per entrambe le parti.







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