Il cardinale Sodano dedica la nuova chiesa di Kazan. Il nunzio in Russia: la comunità
internazionale favorisca una soluzione negoziale della crisi in Caucaso
Una nuova preghiera per la pace nel Caucaso si è levata questa mattina dalla città
di Kazan, nella Repubblica russa del Tatarstan, dove questa mattina il cardinale decano,
Angelo Sodano, ha presieduto la Messa di dedicazione della nuova chiesa cattolica
dell’Esaltazione della Santa Croce. Ma la Messa, che ha visto la partecipazione di
molte autorità civili e religiose, è stata anche un modo per ringraziare, a nome di
Benedetto XVI, gli amministratori musulmani e la popolazione di Kazan che si sono
adoperati per restituire alla minoranza cattolica un luogo di culto. Un autentico
esempio di rispetto interreligioso, come conferma al microfono di Alessandro De
Carolis, l’arcivescovo Antonio Mennini, rappresentante della Santa Sede
presso la Federazione Russa, raggiunto telefonicamente a Kazan qualche minuto dopo
la fine della celebrazione:
R. - Un messaggio
non solo per la Russia, ma per tutto il resto del mondo, per quanto attiene alla tolleranza
e non solo, alla comprensione fra tutte le religioni e fra tutte le fedi. Come ha
detto il parroco durante la Messa, in tutti gli anni di costruzione della chiesa c’è
stata la solidarietà effettiva degli ortodossi e dei musulmani. Perché lei sa che
la Chiesa cattolica era stata requisita ma il governo locale e quello federale si
sono trovati in difficoltà nel restituirla, perché lì sono stati posti i grandi macchinari
delle fabbriche di aerei che sono qui. Nonostante ciò, si sono impegnati e ci hanno
offerto un bellissimo terreno. Ci hanno aiutato molto anche dal punto di vista economico,
assieme certamente alla Santa Sede e al Santo Padre, proprio perché - hanno detto
- tutte le religioni hanno diritto di avere un posto degno dove pregare, dove riunirsi.
E tutti poi hanno fatto voti perché crescesse questa collaborazione tra cattolici
ed ortodossi, ma anche con le altre fedi.
D. - In
che modo la comunità cattolica presente alla celebrazione di Kazan è stata resa partecipe
della vicinanza di Benedetto XVI?
R. - Il cardinale
Sodano aveva visto il Santo Padre qualche giorno fa e il Santo Padre gli aveva affidato
un calice da destinare alla chiesa e inoltre, come segno di riconoscenza al parroco,
che è un argentino della Congregazione del Verbo Incarnato, gli ha inviato un’onorificenza
Pro Ecclesia et Pontifice. Qui, tutti sentono molto la
presenza del Santo Padre, non solo per la sua preoccupazione in quanto padre di tutti
i cattolici, ma anche perché sono, oserei dire, in comunione con lui nel suo desiderio
di portare avanti il dialogo fra i cristiani e il dialogo fra le culture, così importante
e così necessario, indispensabile.
D. - Che impressione
ha avuto lei, eccellenza, della comunità cattolica che vive a Kazan?
R.
- La comunità conta almeno 300 persone. Prima, originariamente, era formata soprattutto
da persone discendenti da polacchi. Ora, però, ci sono persone di varia provenienza.
Domani, ad esempio, ci sarà il battesimo di una giovane coppia russa, che si è convertita
cinque, sei anni fa, poi si è sposata e ha avuto un bambino. Ecco, laddove nascono
i bambini, certamente c’è una speranza.
D. - Durante
la celebrazione si è pregato anche per la difficile crisi internazionale che ha come
epicentro il Caucaso?
R. - Sì, si è pregato per la
pace nel mondo, perché tutte le parti coinvolte, con l’aiuto anche della comunità
internazionale, possano davvero sedersi intorno a un tavolo, perchè non mancano gli
strumenti per dirimere queste controversie, per trovare delle soluzioni soddisfacenti
per entrambe le parti.