Tra i primi film in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, “Achille e la Tartaruga”
del regista giapponese Takeshi Kitano
La Mostra del Cinema di Venezia entra nel vivo con i primi film in concorso. Mattatore
di oggi il giapponese Takeshi Kitano, affezionatissimo al Lido e qui già Leone d’Oro
nel ’97 con Hana Bi, punta quest’anno al bis con il film della svolta. Niente più
doppi né fantasmi, cui ci aveva abituato nella sua eclettica filmografia, il regista
torna con “Achille e la tartaruga” a sdoppiarsi, per affidare al suo alterego attoriale,
Beat Takeshi, il capitolo finale, e di gran lunga migliore, di una trilogia sul vuoto
e la beffa: momenti di altissimo cinema e tanto 'spleen', per una riflessione molto
personale sui limiti e le sfide dell’ispirazione artistica. Storia altrettanto vera,
ma parabola di tutt’altro genere, è quella che approda invece nella sezione “Orizzonti”
con Marco Pontecorvo, fino a ieri direttore della fotografia. Per i primi passi sulla
via di papà Gillo, il figlio d’arte ha scelto una fotografia di "Pa-Ra-Da", l’Associazione
del franco-algerino Miloud, che dà il titolo al film, e qui è raccontata in fiction
nella sua straordinaria esperienza di frontiera: ricorrere alla clownerie e al gioco
per strappare a droga, violenza e degrado, i bambini di strada che vivono nelle fogne
di Bucarest. Scarsa inventiva e regia piatta non oscurano però una lezione esemplare
su redenzione e possibilità di riscatto. Un riscatto che il Festival cerca anche nelle
sue strutture. Appena pochi minuti fa, il ministro Bondi ha ufficialmente posto la
prima pietra del nuovo Palazzo del Cinema. (Da Venezia, Diego Giuliani)