2008-08-28 15:40:12

Meeting di Rimini: intervista con il prof. Weiler


Essere ogni giorno mendicanti di Cristo: questo è il vero protagonista. E’ la provocazione scaturita ieri dall’incontro con Marco Bersanelli, docente di astrofisica all’Università di Milano e membro del consiglio nazionale di Comunione e Liberazione, che ha riflettuto, assieme alla presidente del Meeting, Emilia Guarnieri, sul tema di quest’anno: “O protagonisti o nessuno”. Il senatore a vita Giulio Andreotti, insieme al ministro dell’economia, Giulio Tremonti, ha poi parlato dei 60 anni della Costituzione italiana. E tante, come ogni anno, mostre, presentazioni di libri e spettacoli. Dal Meeting di Rimini, la nostra inviata, Debora Donnini:RealAudioMP3

C’è un rischio per l’uomo di oggi: quello di sentire i fatti come ostacoli, di non provare più stupore di fronte a ciò che accade. Parte da qui la riflessione esistenziale di Marco Bersanelli che, richiamandosi più volte a don Giussani, affronta la sfida decisiva: quella fra chi sente di appartenere a qualcosa di più grande e chi invece appartiene solo a se stesso, pensando che essere protagonista significhi essere autonomo con un’infinita possibilità di scelte. Ma di fronte ai 13,7 miliardi di anni di vita dell’universo, l’esistenza di un uomo, per quanto grandiosa, è nulla. Quando invece l’uomo sente di appartenere al Mistero, scopre il suo volto unico e irripetibile che non scompare dinanzi all’immensità del cosmo. Per ritornare a questa consapevolezza, però, si ha bisogno di un incontro che faccia sentire amati e lasciare entrare Cristo nelle nostre ferite:

 
"Giussani dice: 'Il vero protagonista della storia, è il mendicante' e aggiunge: 'Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo' perché il cristianesimo è questo fatto, diciamo così, un po’ assurdo per la mentalità nostra, cioè di Dio che mendica il cuore dell’uomo cioè Dio che si mette sulla soglia della nostra libertà. Avrebbe potuto concepire l’uomo come obbediente, come lo sono le stelle o le particelle elementari, e invece ha creato tutto questo grande universo perché ci fosse un punto libero cioè che potesse dire 'tu' al Mistero, liberamente, e Dio, Cristo, mendica questo e allora, il cuore dell’uomo 'mendicante di Cristo' perché è in lui che noi abbiamo la strada per la felicità".

 
Come Vicky, la donna ugandese malata di AIDS la cui vita è cambiata grazie all’incontro con Cristo o come l’ergastolano Franco e le tante altre persone comuni, che hanno raccontato la loro storia. Al Meeting passano politici, imprenditori, giornalisti e professori, ma i veri protagonisti sono persone spesso, non sempre, lontane dai media: coloro che sentono, appunto, di essere mendicanti.

 
Chiese distrutte e saccheggiate quando non trasformate in moschee. Sono le tristi immagini proposte da una delle mostre del Meeting: “Monumenti cristiani nella Cipro occupata dai Turchi”. 100 fotografie mostrano i monumenti in rovina da cui il contrabbando di opere d’arte ha trafugato icone, affreschi e mosaici bizantini. Una mostra non di denuncia ma di documentazione di una presenza cristiana anche nelle difficoltà.

 
Ieri al Meeting è intervenuto anche il professor Joseph Weiler, scrittore ed esperto di diritto internazionale, che ha partecipato all’incontro su “Giustizia e diritti umani”. Luca Collodi lo ha intervistato:RealAudioMP3

D. – Prof. Weiler, l’impegno religioso e l’impegno politico possono coesistere nella stessa persona impegnata nella costruzione di una dimensione pubblica, impegnata nella costruzione dell’ordine sociale?

 
R. – Possono coesistere ma non devono essere confusi e, soprattutto, non devono essere confusi nella nostra realtà occidentale europea. Qui siamo sotto la cultura dei diritti. Il vocabolario politico insiste molto sui diritti. Invece, per me, il vocabolario religioso insiste soprattutto sulla responsabilità e sui doveri. Io ho riletto i cinque libri di Mosè, che per tradizione sono molto “legalisti”, e non c’è la parola “diritto”, è tutta una cultura di responsabilità, di doveri. La vita è sacra, perchè è nostro dovere rispettare la vita. Se il povero viene assistito, non è perché ha diritto, ma perché è nostro dovere assisterlo. Se la terra viene protetta, è perché appartiene a Dio, ed è nostro dovere, nostra responsabilità essere custodi della terra. Ma cosa vuol dire credere nei diritti umani? Credere nei diritti umani è importante, e non vorremmo vivere in una società che non rispetta i diritti umani, ma non viene chiesto niente alla persona. Se i diritti umani vengono violati, la persona si deve scandalizzare, ma non fa nulla. Allora, è bene per i religiosi ricordare che il messaggio della Bibbia non è il messaggio dei diritti, ma è il messaggio della responsabilità.

 
D. – Prof. Weiler, ricordando il discorso del Papa alle Nazioni Unite, Benedetto XVI ha sostenuto il dovere di intervenire negli Stati che violano i diritti umani...

 
R. – Coraggioso, a giusto titolo. E ci saranno pochi capi di Stato che diranno questo in maniera così chiara. Io, pur non essendo un cristiano, sono incoraggiato nel vedere il capo della Chiesa cattolica che si presenta davanti al mondo come i vecchi profeti, che dice la verità e che dice cose che a volte possono essere anche sconcertanti.

 
D. – Bisogna lottare, quindi, contro il terrorismo – e qui apriamo un altro capitolo – rispettando però i diritti umani...

 
R. – E' vero, è difficile, è una sfida, ma una delle cose che io ho preso dal discorso del Papa all’uomo è la comprensione che, quando c’è violazione della dignità umana, non è soltanto la vittima dell’aggressione che perde la sua dignità, ma anche il persecutore la perde, pur violando la dignità di un altro. Allora, dove siamo, se lottando contro il terrorismo, allo stesso tempo, per proteggere la dignità umana, noi stessi commettiamo quell’aggressione contro la dignità umana? Ha detto il presidente della Corte Suprema di Israele: la democrazia che lotta contro il terrorismo, lotta con le mani legate dietro alla schiena. E’ difficile, ma ci vuole questo.







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