Il cardinale Sodano porta il saluto del Papa alla città di Kazan in occasione della
Dedicazione di una chiesa cattolica
Il cardinale decano Angelo Sodano ha portato il saluto e la benedizione del
Papa alla città di Kazan, nella Repubblica del Tatarstan, in Russia, dove domani celebrerà
la Messa per la dedicazione della chiesa cattolica della Esaltazione della Santa Croce.
La costruzione della chiesa è stata possibile anche grazie al contributo della città
di Kazan, che è in maggioranza musulmana. Il luogo, tra l’altro, è particolarmente
caro alla tradizione religiosa ortodossa per l’apparizione, nel 1579, della Madonna.
Sull’importanza di questo evento ascoltiamo lo stesso cardinale Sodano, raggiunto
telefonicamente a Kazan da Sergio Centofanti:
R. – L’importanza
è di dare il cuore a questa comunità cattolica, priva di un luogo di culto. Io, ieri
ed oggi, ho celebrato per l’ultima volta nella piccola cappella del cimitero dove
si radunava la comunità cattolica: in città ci sono più di 300 cattolici e poi, in
tutta la zona, molti di più. Quindi, è un momento di festa! Il sindaco del posto ha
aiutato, molto lieto, e pure il presidente della Repubblica del Tatarstan, o dei Tartari,
come noi diciamo, sarà domani presente e mi darà le chiavi di questa chiesa, alla
quale le stesse autorità civili hanno contribuito dando il terreno e aiutando per
la costruzione. Quindi, festa della comunità cattolica e anche festa della città che
vive quest’esperienza religiosa e di dialogo comune.
D.
– Qual è il significato della sua presenza a Kazan?
R.
– Io ho voluto venire perché ho sempre seguito il cammino della rinascita della Chiesa
in Russia all’inizio del mio servizio nella Segreteria di Stato: ero anche presidente
della Pontificia Commissione per la Russia, e quindi ho conosciuto, come segretario
di Stato, tutto il progresso di questa Chiesa in Russia come nelle repubbliche dell’ex
Asia sovietica, non lontane di qui. A mille chilometri da Kazan c’è il Kazakhstan,
dove sono stato varie volte. E quindi, son voluto venire per godere con questa comunità
dei grandi progressi. Ho avuto l’invito, certo, del vescovo del posto, mons. Pikel,
competente per questo territorio: lui sta a Saratov ed è presente oggi qui, con me.
Con me, c’è il nunzio apostolico, l’arcivescovo Mennini: è venuto da Mosca con il
consigliere della nunziatura apostolica. Siamo in molti sacerdoti che si sono riuniti
per questa occasione. Poi, conoscevo l’Istituto Missionario e il parroco, padre Diogenes,
un argentino dell’Istituto del Verbo Incarnato, di questo nuovo istituto missionario
che con tanto zelo ha visto in questi anni il progresso di questa comunità. E quindi,
giorno di festa. Oggi, qui, poi, è la festa dell’Assunzione: la Chiesa ortodossa è
in festa, e allora mi sono recato anche a venerare la Madonna di Kazan, che Giovanni
Paolo II ha restituito al monastero ortodosso di Kazan; e poi sono stato in un altro
grande monastero, qui vicino, dell’Arcangelo Raffaele, dove ho trovato una comunità
molto viva. Ci siamo abbracciati nel nome di Maria e ci siamo salutati. E qui c’è
proprio, nel nome di Maria, il migliore ecumenismo, l’ecumenismo spirituale che ci
unisce tutti!
D. – Da Kazan, quali auspici esprime
per tutta l’area, in questo momento così difficile?
R.
– Abbiamo pregato qui, in questi giorni, e continueremo a pregare per il progresso
pacifico di tutti, qui, nella grande nazione russa, e abbiamo anche pregato per la
solidarietà tra le nazioni vicine. La bandiera di Giovanni Paolo II, la bandiera del
Papa attuale, Benedetto XVI, è la bandiera del dialogo vicendevole, la bandiera della
pace, perché siamo membri di una stessa famiglia e come fratelli e sorelle dobbiamo
intenderci, dobbiamo collaborare. Questo è il messaggio di pace che la Chiesa ripete
sempre, e questa è la bandiera che anche oggi tutti noi qui eleviamo sicuri che con
l’intercessione di Maria, Regina della pace, ci sarà un grande avvenire per questi
popoli.