Guerra civile nello Sri Lanka. La denuncia di un vescovo anglicano: “La popolazione
è stretta tra due fuochi”
L’escalation delle violenze nel nord dello Sri Lanka, area controllata in gran parte
dai ribelli delle Tigri Tamil, organizzazione che dal 1975 conduce una lotta secessionista
contro il governo centrale dell’isola, sta seriamente mettendo a rischio l’incolumità
della popolazione civile. A denunciarlo è il vescovo anglicano Duleep de Chickera,
che manifesta la propria “solidarietà” e “vicinanza” ai numerosi abitanti martoriati
da una “guerra che sembra non avere fine”. “Disarmati e intrappolati in una zona di
guerra, – ha spiegato il vescovo, attraverso un comunicato riportato dall’agenzia
AsiaNews - molti civili, fra cui bambini, sono in mezzo al fuoco incrociato dei due
fronti. Migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case e hanno trovato
rifugio in centri di accoglienza temporanei”. Ma la situazione - secondo il presule
anglicano - è da considerarsi “ancora più grave”, in quanto queste persone “non hanno
modo di agire in maniera indipendente, essendo sottoposte a pressioni continue da
entrambi gli schieramenti, affinché sostengano le ragioni di uno o dell’altro fronte”.
Il prelato, nel tentativo di alleviare le sofferenze della popolazione, invita le
parti in guerra a creare dei “corridoi umanitari” attraverso i quali le organizzazioni
internazionali possano “portare gli aiuti” necessari. Nel caso in cui, conclude Duleep
de Chickera, “per ragioni esterne venga impedito il lavoro delle organizzazioni internazionali”,
allora dovrà essere “un gruppo interreligioso, che si preoccupi di affrontare e risolvere
il problema”, a prendere la situazione in mano. (D.B.)