2008-08-22 13:04:20

"L'amore per la Parola di Dio e la santificazione della Domenica", testamento di mons. Egger: così Benedetto XVI in un messaggio per le esequie del vescovo di Bolzano-Bressanone


"Il suo esempio è un invito a ciascuno di noi ad aprirsi all'amore di Dio": con queste parole, contenute in una Lettera di condoglianze, Benedetto XVI ricorda il vescovo di Bolzano-Bressanone Wilhelm Egger, i cui funerali sono stati celebrati ieri pomeriggio nel Duomo della città brissinese. Il servizio, da Bressanone, di Francesco Dal Mas:RealAudioMP3

Riposa nel Duomo di Bressanone il vescovo mons. Egger, cappuccino, morto d’infarto sabato scorso a 68 anni. Sono stati i suoi sacerdoti a calare la bara nella tomba – meta anche oggi di pellegrinaggio - e a lasciar cadere pugni di terra, al termine delle esequie di ieri pomeriggio. Alla concelebrazione in tedesco, italiano e ladino, presieduta dal patriarca di Venezia, Scola, hanno partecipato il cardinale Silvetrini, oltre 30 vescovi dal Triveneto e dal Tirolo (anche mons. Frezza, sottosegretario del Sinodo, di cui Egger era segretario speciale), più di 500 fra sacerdoti e religiosi. La folla, incontenibile, ha assistito commossa da Piazza Duomo. Vicino alla bara, sereno, padre Kurt, fratello gemello del vescovo. Papa Benedetto XVI, nella lettera di condoglianze partecipata ai fedeli all’inizio del rito, ha sottolineato l’amicizia con Egger, di cui era stato ospite anche durante le recenti vacanze, ed ha evidenziato che "l’amore per la Parola di Dio e la santificazione della Domenica rappresentano ora il suo testamento particolare, che ogni singolo fedele e le comunità parrocchiali serberanno, così che l’incontro con il Dio d’amore della Rivelazione costituisca il centro della loro vita”. Ed è ciò che conferma il testamento stesso di Egger. “Pastore di comunione delle lingue e delle culture” lo ha definito l’arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, ricordando la proficua collaborazione col vescovo di Bolzano. “La morte ha sorpreso il nostro carissimo vescovo ma non l’ha ghermito per sprofondarlo nel nulla – ha detto nell’omelia il patriarca Scola:

 
"Questo ci insegna quindi la sua testimonianza di fede che aveva messo in conto l’impegno incondizionato, fino alla morte. Adesso tocca a noi rispondere, nella comunione con lui ormai passato all’altra riva, con la nostra fede operosa".







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