2008-08-21 15:35:11

Undici feriti per un attentato a Smirne, in Turchia


È di 11 feriti, otto agenti di polizia e tre militari (di cui uno grave), il bilancio definitivo dell'attentato compiuto stamani contro un pullman della polizia in un quartiere della città di Izmir (Smirne), nella Turchia occidentale. Tutta la zona è stata chiusa al traffico mentre la polizia locale, sotto shock per l'accaduto, ha già predisposto numerosi posti di blocco in tutta la città. È il secondo attacco terroristico contro la polizia turca nelle ultime 48 ore. Martedì scorso, un sospetto kamikaze per evitare l'arresto si è fatto esplodere, uccidendosi e ferendo nove poliziotti. Sinora l'attentato di stamani non è stato rivendicato. A Alberto Rosselli, storico e giornalista esperto dell’area, Stefano Leszczynski ha chiesto chi abbia interesse nell’eversione turca:RealAudioMP3

R. - In Turchia, da decenni, operano delle cellule che si rifanno a dei principi - sia politici che religiosi - diversi. Abbiamo delle cellule nazionaliste turche, abbiamo delle cellule curde che, com’è noto, aspirano alla costituzione di uno Stato indipendente, e abbiamo anche - in questi ultimi tre o quattro anni - delle cellule islamiche che mirano, in qualche maniera, a contrapporsi allo Stato laico.

D. - Abbiamo notato, in quest’estate, un’intensificarsi degli attacchi terroristici in Turchia: questo può essere letto con la difficile situazione politica che si è avuta nel Paese?
 
R. - E’ del tutto evidente che questo stato di debolezza sostanziale del governo turco in qualche modo sia il termometro, diciamo, della situazione, che si è potuta notare anche nell’elezione del presidente.
 
D. - Quanto fa male alla situazione turca il fatto di non aver visto l’accelerazione che sperava nel processo d’integrazione europeo?
 
R. - Diciamo che l’Europa dovrebbe interrogarsi prima su quale politica effettivamente attuare per favorire in qualche maniera l’ingresso di un Paese che ora ha tre questioni da risolvere molto serie: la questione cipriota, la questione armena e la questione curda.

Una quarantina morti per una doppia esplosione-kamikaze in Pakistan
Almeno 45 persone sono state uccise oggi in un duplice attentato suicida a una fabbrica di armi in Pakistan. Alcuni testimoni oculari hanno dichiarato che un uomo si è fatto esplodere e che poi sarebbe seguita una seconda esplosione, al momento del cambio di turno degli impiegati della fabbrica. Intanto, il presidente della Lega pakistana musulmana, Nawaz Sharif, ha detto che il suo partito potrebbe decidere di abbandonare la coalizione di maggioranza se i giudici deposti da Musharraf non verranno reintegrati entro domani. Lo annuncia il giornale pachistano The News, citando un'intervista rilasciata dall'ex primo ministro ad un giornale americano. “Se i giudici non torneranno al loro posto sarà un brutto giorno per la democrazia” ha detto Sharif. “In quel caso - ha concluso - noi non avremmo altra scelta che lasciare la coalizione di maggioranza e stare all'opposizione”.

Iraq
Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, è giunta a Baghdad per incontrare i responsabili iracheni. La visita coincide con la fase finale dei negoziati sul futuro della presenza militare americana in Iraq e la Rice ha affermato che si è “molto vicini ad un accordo”. I negoziati sul Sofa (Status of Forces Agreement), che si sarebbero dovuti concludere il 31 luglio scorso, proseguono e si concentrano in particolare sul calendario per il ritiro dall'Iraq e la fine dell'immunità per i dipendenti di società private di sicurezza.

Afghanistan
Trenta insorti sono stati uccisi ieri in Afghanistan in combattimenti contro le forze di sicurezza afghane e internazionali, nella provincia di Laghman, nei pressi di Kabul. Intanto, stamani si sono svolti i funerali dei 10 militari francesi uccisi in Afghanistan tra lunedì e martedì scorsi. E oggi a Kabul è giunto il premier britannico, Gordon Brown, proveniente dal sud dell'Afghanistan, dove stazionano i soldati del Regno Unito. Brown si è prima recato a Camp Bastion, nella provincia di Helmand, roccaforte dei talebani, dove sono dispiegati circa 8.000 soldati britannici. Il premier ha parlato a circa 300 militari, fra cui anche reclute dell'esercito afghano, istruite dai britannici. Brown si è fermato in Afghanistan sulla via di Pechino, dove assisterà alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi. Oggi pomeriggio, incontrerà il presidente afghano, Hamid Karzai.

Somalia
Dieci persone sono morte e venti sono state ferite nel porto di Chisimaio, a 500 chilometri da Mogadiscio, nel sud della Somalia, durante scontri che da ieri sera coinvolgono combattenti integralisti islamici somali, chiamati “shebab” (i giovani), e milizie locali. I combattimenti erano iniziati dopo tre giorni di forti tensioni tra le parti. Gli “shebab” affermano di battersi per l'indipendenza della “terra santa della Somalia” e hanno promesso di cacciare le truppe etiopi, intervenute a partire dal 2006 in aiuto del governo di transizione somalo. Intanto, due navi, iraniana e giapponese, sono state prese d'assalto e sequestrate da un gruppo di pirati al largo delle coste somale. Il Centro anti-pirateria dell'ufficio marittimo internazionale (Bmi) di Kuala Lumpur fa sapere che si tratta del sesto attacco da parte dei pirati nel golfo di Aden dall'inizio del mese. Ventiquattro attacchi di pirati si sono verificati nei primi sei mesi del 2008 al largo delle coste somale, le cui acque sono considerate le più pericolose al mondo.

Continua l’ondata di attentati in Algeria
Il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha condannato gli attentati di ieri e l’altro ieri in Algeria. Le vittime sono state 48 giovani studenti e 12 operai. Secondo una nota diffusa oggi, il massimo responsabile al Palazzo di vetro è “molto preoccupato” per la situazione sempre più precaria. Il segretario generale “crede fermamente che le violenze non porteranno il popolo dell'Algeria fuori dal sentiero verso la pace e la riconciliazione nazionale” e “chiede ancora una volta alla comunità internazionale di appoggiare gli sforzi del governo algerino per combattere il terrorismo”. Anche il Consiglio di Sicurezza, riunitosi ieri in tarda serata, aveva condannato l'attentato contro una scuola della gendarmeria a Issers, approvando una dichiarazione presidenziale che ribadisce che “il terrorismo in tutte le sue forme pone una seria minaccia alla pace e alla sicurezza nazionale”. Dopo l'attacco di due giorni fa in Cabilia, stavolta ad essere colpita è stata la città di Bouira, 150 chilometri a sud-est della capitale Algeri, dove ieri due autobombe hanno provocato 12 morti e oltre 30 feriti. Ma qual è la matrice di questa recrudescenza terroristica nel Paese? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Luciano Ardesi, esperto dell’area nordafricana:RealAudioMP3

R. - Si tratta di quel terrorismo legato ad Al Qaeda. Diciamo che ormai il terrorismo, dal punto di vista militare, è stato sconfitto. Le cellule che sono ancora attive sono però determinate a destabilizzare il Paese.
 
D. - Quali sono gli obiettivi delle azioni di questi giorni?
 
R. - L’obiettivo è sempre quello di facilitare, se non una presa del potere da parte dei movimenti terroristici, quanto meno rendere impossibile la normalizzazione e soprattutto mettere la popolazione sempre sotto pressione, in modo parte di essa si convinca che non c’è altra alternativa se non quella di abbracciare una certa ideologia portata avanti dai gruppi radicali del fondamentalismo islamico. Si tratta, insomma, di istaurare una repubblica islamica attraverso altri mezzi: non più attraverso la democrazia, le elezioni ecc., ma creando le condizioni per cui - in questo caso l’Algeria, ma così pure altri Paesi - diventino ingovernabili.
 
D. - E’ come se il terrorismo internazionale stesse cercando nuove basi in cui proliferare, un po’ come era stato fatto in passato, in Afghanistan, in parte in Pakistan e nello Yemen...
 
R. - Sì, sicuramente si tratta di infiltrarsi in diversi Paesi e sfruttare diverse situazioni. L’Algeria è tra i Paesi che, come altri, è vicino al Marocco, offre elementi di stabilità, per cui l’azione terroristica può da una parte colpire e dall’altra provare qualche elemento disposto a seguire questa avventura. Anche se - bisogna dire - la popolazione è abbastanza "vaccinata" contro l’ideologia che ha portato sangue in Algeria, che ha portato una frattura profonda nel Paese e che ha anche sollevato dubbi quanto la sua fondatezza religiosa.

Egitto
Un pompiere egiziano, Fuad Nassar, è morto a causa delle ferite riportate nell'incendio che tra martedì pomeriggio e ieri mattina ha distrutto l'edificio storico sede del Consiglio della Shura (Senato), nel centro del Cairo. Sette altri soccorritori erano stati ricoverati per ustioni e otto persone che si trovavano nell'edificio per sintomi da soffocamento. Due di queste sarebbero impiegati del Senato che erano sfuggiti alle fiamme uscendo da finestre ed aggrappandosi a tubature esterne, alle quali sarebbero rimasti appesi per circa mezz'ora prima di essere soccorsi.

Israele - Russia
Il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha telefonato al premier israeliano, Ehud Olmert, col quale ha discusso del conflitto nel Caucaso, delle relazioni tra Israele e Russia, del processo di pace in Medio Oriente e della visita che il presidente siriano, Bashar Assad, compie in questi giorni a Mosca. Secondo il suo portavoce, Olmert ha illustrato la posizione di Israele nei confronti dei palestinesi, della Siria, e i due leader hanno anche discusso della crisi in atto tra la Russia e la Georgia. La Russia ha accusato Israele di aver venduto armi e fornito addestramento militare alle forze armate della Georgia. La telefonata del presidente russo non appare disgiunta dalla visita di due giorni che il presidente Assad, arrivato ieri sera, comincia oggi a Mosca, e che è seguita con estrema attenzione in Israele. Nello Stato ebraico si teme che la Russia, in reazione alla presa di posizione fortemente critica nei suoi confronti assunta dagli Stati Uniti e dai Paesi NATO per il conflitto con la Georgia, possa ora decidere di fornire alla Siria armi avanzate, come sistemi missilistici per la difesa antiaerea che potrebbero seriamente limitare la libertà d'azione dell'aviazione militare israeliana. Israele teme anche che la tensione tra la Russia e gli USA possa gravemente pregiudicare l'adozione di nuove e più pesanti sanzioni internazionali contro l'Iran per indurlo a cessare il suo programma nucleare, che si teme abbia fini militari. Il presidente Assad, in un'intervista alla stampa russa, ha detto che nei colloqui con i governanti russi “la cooperazione militare e tecnica sarà la questione principale”.

Filippine
Il governo delle Filippine ha bloccato un accordo che era stato concordato con il più grande gruppo di ribelli del Paese, il Fronte islamico di liberazione moro (MILF), accordo saltato dopo l'esplodere di nuovi scontri questa settimana. Ma il governo di Manila, secondo un portavoce, sarebbe disposto a tentare una nuova mediazione. L'accordo di pace, che era stato messo a punto da governo e MILF il mese scorso, era stato bloccato dalla Corte Suprema in seguito ad un appello sollecitato da gruppi cristiani per provarne l'incostituzionalità. “La cancellazione del memorandum d'intesa è un episodio doloroso nello nostro sforzo collettivo per raggiungere un accordo con il MILF”, ha detto ai giornalisti Lorelei Fajardo, un portavoce del presidente Gloria Macapagal Arroyo.

Il ’68 di Praga
Repubblica Ceca e Slovacchia si riuniscono idealmente oggi nella commemorazione del quarantennale dell'invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia, che nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1968 pose fine al processo di democratizzazione, la cosiddetta "Primavera di Praga". Il presidente ceco, Vaclav Klaus, ricorderà gli eventi drammatici con il presidente slovacco, Ivan Gasparovic, a Bratislava. Il premier Mirek Topolanek riceverà a Praga il premier slovacco, Robert Fico, e insieme inaugureranno una mostra nel Museo nazionale in piazza S. Venceslao, dedicata all'invasione. In serata, Klaus riceverà al Castello di Praga le persone che allora si opposero all'occupazione sovietica. Oggi, Topolanek - in un articolo per il quotidiano Lidove Noviny - ha sottolineato l'importanza del messaggio del '68 praghese e ha ribadito la necessità dell'alleanza con l'Occidente come unica difesa contro il rinascente imperialismo di Mosca. “L'imperialismo di qualsiasi potenza, anche quella orientale, non dovrà mai più ottenere la possibilità di influire sulle vite umane”, ha scritto il premier. Sulla stessa lunghezza d'onda commenta gli eventi anche il Mlada fronta Dnes: “La via verso la democrazia intrapresa dalla Russia negli anni Novanta non progredisce, e, se le condizioni fossero favorevoli, l'imperialismo russo potrebbe invaderci per la terza volta”, ha scritto il quotidiano. Secondo un altro quotidiano, Pravo, “il punto debole della Primavera di Praga erano i suoi protagonisti con alla testa il 'piagnucoloso' Alexander Dubcek”. Il giornale economico Hospodarske ha scritto che l'agosto '68 confermò che un sistema politico nel quale governa un unico partito è insostenibile e non riformabile.

Tibet
Il Dalai Lama ha accusato l'esercito cinese di “aver sparato contro la folla” lunedì scorso nella regione di Kham, nell'est del Tibet, e ha detto che “secondo notizie in attesa di conferma” ci sarebbero stati 140 morti. L'accusa è contenuta in un'intervista del Dalai Lama al quotidiano “Le Monde”. Secondo il Dalai lama, dall'inizio delle proteste in Tibet, il 10 marzo scorso, ''testimoni affidabili hanno riferito che 400 persone sono state uccise nella sola regione di Lhasa. Uccisi da colpi d'arma da fuoco, mentre i manifestanti erano senza armi''. Il Dalai lama ha affermato inoltre che ''nessuna apertura c'è stata'' nelle discussioni con Pechino. ''Dopo le proteste di marzo e le Olimpiadi, avevamo creduto a dei segnali positivi. Siamo stati presto smentiti, i nostri emissari si sono trovati davanti a un muro''. Il leader spirituale tibetano, che si trova attualmente in Francia, incontrera' domani mattina la premiere dame Carla Bruni-Sarkozy in occasione della inaugurazione di un tempio buddista a Roqueredonde, nel sud del paese. La Bruni sarà accompagnata dal ministro degli Esteri Bernard Kouchner e dal segretario di Stato ai diritti umani, Rama Yade.

Alle Olimpiadi di Pechino, il nuovo record del mondo nei 200 metri di Usain Bolt
Alle Olimpiadi di Pechino, nuova impresa ieri di Usain Bolt. Il velocista giamaicano, dopo l’oro nei 100 metri piani, vinti col record del mondo, si è ripetuto sulla distanza doppia, facendo siglare, anche qui, il miglior tempo di sempre con 19 secondi e 30 centesimi. L'ultima storica doppietta, 100 e 200, fu quella di Carl Lewis nel 1984 a Los Angeles. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento del velocista italiano Pietro Mennea, 5 presenze olimpiche, 2 primati mondiali, 8 europei, 33 nazionali.RealAudioMP3

R.- Sono tutte e due delle grandissime imprese che pongono, in questo caso, la velocità oltre un limite. Con questi risultati cronometrici, Bolt apre un orizzonte nuovo per la velocità, gli altri devono inseguirlo. Non vedo all’orizzonte un atleta in grado, prossimamente, di impensierirlo: per lui si tratta di "inseguire" se stesso.
 
D. - Pechino 2008 consacra molti campioni. Due i nomi che sicuramente non saranno dimenticati: il giamaicano Bolt ed il nuotatore statunitense Phelps...
 
R. - Io considero Michael Phelps il simbolo di queste Olimpiadi perché con otto medaglie d’oro e sette record del mondo ha fatto qualcosa di veramente straordinario. Bolt, il più grande talento della storia dello sprint mondiale, può fare ancora dei miglioramenti.
 
D. - C’è pericolo che non si sappia gestire questa grande popolarità?
 
R. - Diventare il numero uno a livello mondiale può far cambiare la vita di un individuo e lì c’è la forza dell’atleta, prima di tutto, ma poi di coloro che lo circondano: dal tecnico, alla famiglia, ai genitori. Figure importanti affinché l’atleta resti con i piedi per terra, poiché si accorgerà che le vittorie che contano non sono solo le Olimpiadi o fare i record.
 
D. - Pietro Mennea, ovvero la "freccia del sud". Quale consiglio darebbe ad Usain Bolt?
 R. - Di essere umile, aumentare i carichi di lavoro. Lui deve ripartire domani per una nuova sfida. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 234
 
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