2008-08-21 15:34:29

Chiesa aperta di notte a Bibione, in provincia di Venezia


Chiesa aperta fino all’alba per pregare, confessarsi o semplicemente discutere insieme. A lanciare il progetto è don Andrea Vena, parroco della chiesa di Santa Maria dell’Assunta, a Bibione, in provincia di Venezia. Un’idea che segue altre iniziative simili, come il sabato notte in parrocchia a Scauri, in provincia di Latina, o gli incontri organizzati nella chiesa della Salute di Portici, per pregare contro le stragi del fine settimana. Linda Giannattasio ha chiesto a don Andrea come nasce e qual è il senso della sua iniziativa:RealAudioMP3

R. – Premettiamo che ci troviamo in una località turistica. Questo fa intuire quanto anche i miei ragazzi che stanno qui rischiano di assumere gli atteggiamenti del turista e di trasformare questi atteggiamenti in uno stile di vita. Questa è la prima premessa. La seconda, non posso mettermi in concorrenza con agenzie educative che portano avanti pensieri contrari a quelli della Chiesa, tipo i genitori. Quando un figlio sente in chiesa che la preghiera è importante e poi va a casa e sente l’opposto, va in fumo quello che uno cerca di fare. Dall’altra parte, non posso neppure rincorrere i giovani che sono attratti da altro. Allora, io ho fatto una scelta: ho scelto di mettermi accanto a Colui che solo può veramente attrarre i cuori dei giovani. Gesù nel Vangelo dice: “Una volta che sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”. Da qui è nata l’idea di dedicare la notte, vegliando con Lui.

 
D. – Chi viene in chiesa durante la notte?

 
R. – Ci sono gli anziani che non dormono, ci sono gli assistenti che guardano gli anziani, ci sono i medici, le forze dell’ordine, ci sono i giovani che vanno in giro per discoteche. Ecco, io ho fatto la scelta di stare vicino a tutte queste categorie di persone per dire che io ci sono. Mi trovate in chiesa a pregare per voi, prima di tutto e, per chi lo desidera, a pregare con voi e soprattutto sono disponibile ad ascoltare, a confessare.

 
D. – Cosa dicono le persone?

 
R. – La gente all’inizio non credeva, non avrebbe mai immaginato una risposta del genere. Eppure, in questi ultimi quattro giovedì, mediamente ho confessato tra le cinque e le sei ore per notte. E la gente viene. I miei parrocchiani restano a bocca aperta, perché intuiscono che forse la parrocchia può dare ancora qualcosa.

 
D. – La chiesa aperta di notte segue anche un’altra iniziativa che è quella di aprire la canonica anche il sabato...

 
R. – La canonica la apro per i miei giovani, proprio per la parrocchia. E’ aperta tutto l’inverno. E’ nata quest’anno l’idea. Io tutti i sabati e le domeniche ho avuto i giovani, i quindicenni, i sedicenni, a cena con me in canonica. Si fanno la pastasciutta, fanno tutto, perché a Bibione è tutto chiuso. E’ una città “spettrale” d’inverno e i giovani non hanno punti di riferimento.

 
D. – Secondo lei, accogliere i giovani in Chiesa significa anche farli riflettere su quello che succede nelle discoteche?

 
R. – I giovani li accolgo in chiesa alle 3, alle 4. Chiudono i locali e magari arrivano in chiesa. Mi domando se è giusto allungare i tempi per vendere superalcolici o se è giusto invece educare i nostri giovani a qualcosa di più importante. Pure in confessionale, le lacrime che si raccolgono sono tante. Io dico che non è il luogo che crea problemi, sono le persone che possono rendere quel luogo positivo o, diciamo, “pericoloso”.







All the contents on this site are copyrighted ©.