2008-08-21 10:36:31

Appello dei vescovi del Nicaragua: partecipare alle elezioni per il bene del Paese


I vescovi del Nicaragua hanno lanciato un forte appello a partecipare alle prossime elezioni comunali di novembre. In un documento, firmato dagli otto membri della Conferenza episcopale, tra cui il presidente, l’arcivescovo di Managua Leopoldo José Brenes Solórzano, i presuli affermano che “non votare è già una scelta, e cioè, accettare ciò che ci sarà imposto” e quindi, in definitiva, “disertare la responsabilità del voto significa rinunciare alla possibilità di prendere parte allo sviluppo” del Paese. Il servizio di Luis Badilla.RealAudioMP3
Nella prima parte del documento, “luci ed ombre del nostro momento”, i vescovi del Nicaragua salutano come “fatti positivi”, diverse realizzazioni e conquiste di questi ultimi anni, tra cui il superamento della crisi energetica (che costringeva buona parte del Paese a vivere periodicamente al buio), il sostegno ai piccoli produttori, il miglioramento delle infrastrutture scolastiche, gli aumenti salariali per gli insegnanti, le sovvenzioni ai centri parrocchiali e all’educazione privata, la maggiore efficienza nel campo della sanità pubblica, ecc. Ma i presuli al tempo stesso si dichiarano preoccupati di fronte alla povertà estrema che ancora colpisce troppi nicaraguensi, gran parte dei quali, negli ultimi tempi, hanno visto intaccato anche il diritto al cibo. D’altra parte, aggiungono i vescovi, tutto questo contribuisce ad aggravare fenomeni come la violenza all’interno della famiglia, la violenza urbana, le migrazioni forzate e il narcotraffico. “La mancanza di trasparenza nella distribuzione degli aiuti arrivati dall’estero ha creato non poche preoccupazioni”, poiché ripropone ancora una volta il problema della corruzione, che il Nicaragua ha pagato ad un alto prezzo. I presuli, inoltre, lamentano la persistenza di un clima politico molto polemico che spesso si traduce in insulti, attacchi personali, violenza verbale deleteria. Nel capitolo dedicato “alla partecipazione cittadina”, si rivolgono direttamente ai laici: a loro “facciamo un accorato appello al senso della responsabilità perché siano sempre presenti nella vita pubblica, e in particolare, nel processo della formazione del consenso necessario e anche nell’opposizione ad ogni ingiustizia”. Per l’episcopato del Nicaragua si tratta di uno sforzo più che necessario e urgente anche perché, nella vita pubblica del Paese, “è evidente l’assenza di leader cattolici coerenti con le proprie convinzioni religiose ed etiche”. Nel terzo e ultimo capitolo i vescovi si rivolgono direttamente agli elettori che dovranno dare al Paese nel mese di novembre nuovi governi locali, ai candidati che proprio oggi iniziano la campagna elettorale, ai mezzi di comunicazione che dovranno informare e, infine, alle autorità di governo e al Tribunale elettorale. L’Episcopato ritiene che votare sia una prima e fondamentale forma di partecipazione che può facilitare altri modi, più articolati e incisivi e, in tal senso, ricorda ai candidati il loro dovere nei confronti della verità e, dunque, l’uso di un linguaggio sereno che favorisca il dialogo e la proposta di programmi elettorali onesti e non demagogici. “Agiscano con integrità e saggezza contro l'ingiustizia e l'oppressione, l'assolutismo e l'intolleranza d'un solo uomo e d'un solo partito politico; si prodighino con sincerità ed equità al servizio di tutti, anzi con l'amore e la fortezza richiesti dalla vita politica”, dicono i vescovi citando la Gaudium et spes. Alle autorità dello Stato così come a quelle preposte al controllo dei processi elettorali, in un momento in cui da più parti sorgono dei “dubbi sulla trasparenza del voto”, i vescovi indirizzano un forte appello affinché fin d’ora facciano il possibile per diradare questi interrogativi e perplessità per recuperare una totale credibilità”. Il documento episcopale nicaraguese si conclude con una riflessione sul ruolo, in questa delicata fase della vita nazionale, dei mezzi di comunicazione sociale che definiscono “la coscienza nazionale” se capaci di “professionalità, obiettività e libertà”. I vescovi si congedano con un pensiero speciale verso coloro che soffrono di più le conseguenze della crisi economica e chiedono la protezione di Dio e della sua Madre Santa.







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