2008-08-20 15:19:29

Padre Salvini: “le Olimpiadi di Pechino non siano un’occasione perduta”


“L’Olimpiade a Pechino potrebbe diventare per l'Europa e per il resto del mondo un’opportunità per passare nei confronti della Cina da un atteggiamento ambivalente e ambiguo dettato dalla paura a quello del confronto e del dialogo”. E’ quanto scrive sull’Osservatore Romano, a pochi giorni dalla chiusura dei Giochi Olimpici, padre GianPaolo Salvini, direttore di “Civiltà Cattolica”. Il religioso parla dell’inizio di una possibilità nuova che dia modo di rapportarsi alla Cina in maniera diversa “senza nascondersi le difficoltà del compito”. Padre Salvini ricorda la missione in Asia del gesuita Matteo Ricci e dei suoi successori, “armati – scrive - soltanto della loro fede, della loro parola e della scienza”. Da qui l’invito a “fare altrettanto oggi”; il direttore porta l’esempio del periodo pre-Olimpiade con “l’uso strumentale dello sport, che dovrebbe pure essere momento di incontro, di competizione, carico da sempre di simboli e di passione”. “Si tratta insomma di far sì – continua padre Salvini - che non sia una nuova occasione perduta”. Il direttore di “Civiltà Cattolica” pone l’attenzione anche sulle difficoltà esistenti tra la Chiesa cattolica e Pechino: “alcune – scrive - di natura politica internazionale, altre assai più delicate come il ruolo dei vescovi in Cina e la loro nomina da parte della Santa Sede”. Aggiunge però che sono in atto “soluzioni de facto” e che esiste “un dialogo volonteroso da ambedue le parti, nonostante le incomprensioni politiche e alcuni periodici sussulti”. Nell’auspicare che le “due comunità dell’unica Chiesa cinese” trovino la via della comunione, padre Salvini ricorda il concerto in Vaticano dell’Orchestra sinfonica cinese, il 7 maggio scorso, definedolo “una tessera di un mosaico di dialogo e di scambio, nel nome dell'arte, che non risolve i problemi, ma crea l'atmosfera per farlo”. Un linguaggio probabilmente più efficace, sottolinea il direttore, rispetto alla “diplomazia del ping-pong” che segnò anni fa il disgelo tra gli Stati Uniti e la Cina. “La speranza – continua il gesuita – è che in Cina si proceda sulla via dei diritti umani, per i quali sembra soffrire tuttora di un deficit strutturale, sulla via della democrazia e di una libertà sostanziale. L'Olimpiade –conclude - è solo l'inizio di una possibilità nuova. Bisogna non perderla”. (B.C.)







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