"Lascio il mio futuro nelle mani del popolo", così il presidente del Pakistan Pervez
Musharraf ha annunciato, in un discorso alla Nazione, le sue dimissioni. Musharraf,
salito al potere nel 1999 con un colpo di Stato, ha ribattuto alle accuse della maggioranza
parlamentare che ne chiedeva l’impeachement per aver violato la Costituzione. Il servizio,
da New Delhi, di Maria Grazia Coggiola.
“Dopo aver
valutato la situazione ed essermi consultato con i consiglieri legali e con gli alleati
politici, ho deciso di rassegnare le dimissioni”. Con queste parole, Pervez Musharraf
è uscito di scena dopo quasi nove anni di potere. Sotto l'enorme pressione degli oppositori
politici e sotto la scure dell’impeachment per tradimento della Costituzione, il generale
di Islamabad ha scelto di lasciare l’incarico per il bene del Paese, per salvare l’interesse
nazionale, come ha detto. “Non c’è una sola accusa che può essere provata contro di
me, ha aggiunto, avrei potuto vincere o perdere, ma non è il tempo per bravate personali”.
L’annuncio è stato salutato da scene di giubilo a Rawalpindi, e sblocca anche una
crisi politica che durava da giorni e che aveva tenuto con il fiato sospeso la comunità
internazionale. Rimangono però le incognite sulla sorte di Musharraf che, secondo
alcune voci, potrebbe scegliere la via dell’esilio o rimanere sotto scorta nella sua
nuova abitazione di Islamabad. Non è chiaro infine quale sarà il suo successore che
dovrà affrontare il gravissimo problema della recrudescenza dell’integralismo islamico
ed una profonda crisi economica.
A Francesca Marino, giornalista
esperta di Pakistan, Stefano Leszczynski ha chiesto quali sono i motivi che
hanno portato Musharraf alla decisione di dimettersi:
R. – Negli
ultimi giorni c’è stato un “fuggi fuggi” generale di alleati politici. L’esercito
gli ha detto che non lo avrebbe sostenuto nell’ennesimo colpo di Stato a meno che
non si fosse andati avanti con la messa sotto accusa in modo umiliante.
D.
– Adesso, quali sono le possibili alternative per Musharraf?
R.
– Le voci che girano in questo momento, dicono che lui dovrebbe lasciare il Paese
ed andare, molto probabilmente, in Arabia Saudita. Il capo dei servizi segreti sauditi
è stato in Pakistan due giorni fa, sono stati in Pakistan anche inviati del governo
britannico, ci sono state consultazioni con gli Stati Uniti che però hanno dichiarato
che non c’è nessuna intenzione di offrire asilo a Musharraf.
D.
– Gli Stati Uniti perdono un alleato prezioso nella lotta la terrorismo. Cosa succederà
adesso?
R. – Musharraf lascia un Paese senza governo,
in pratica. Si aprirà adesso una lotta di potere senza precedenti, che porterà il
Paese in uno stato confusionale: intanto, tra l’altro, si è riaperto il fronte del
Kashmir.