L’appello del Papa all’Angelus: si aprano corridoi umanitari in Georgia. Benedetto
XVI esorta i cristiani a sconfiggere il razzismo e chiede più responsabilità sulle
strade. Cordoglio per l'improvvisa scomparsa di mons. Egger
Aprire senza indugi i corridoi umanitari per portare aiuto alle popolazioni in Georgia
e Ossezia: è l’accorato appello di Benedetto XVI, levato stamani all’Angelus al Palazzo
Apostolico di Castel Gandolfo. Il Papa ha, inoltre, chiesto che vengano garantiti
i diritti delle minoranze nella regione coinvolta dal conflitto. Prima delle parole
sulla situazione in Caucaso, il Pontefice ha auspicato che venga sradicata la piaga
del razzismo e cresca il rispetto e l'accoglienza per ogni persona. Il Papa ha poi
invitato gli automobilisti a guidare con prudenza per evitare i tanti, troppi incidenti
stradali che accadono in questo periodo estivo. Infine, il cordoglio del Papa per
il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Wilhelm Egger, spentosi ieri improvvisamente
a causa di un infarto. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nuovo forte
appello di Benedetto XVI per la pace nel Caucaso. All’Angelus, il Santo Padre ha espresso
la sua vicinanza spirituale alle vittime del conflitto. Il Papa, che segue con "attenzione
e preoccupazione" la situazione in Georgia, si è dunque rivolto direttamente alle
parti coinvolte e alla comunità internazionale: “Faccio appello
affinché siano alleviati con generosità i gravi disagi dei profughi, soprattutto delle
donne e dei bambini, che mancano perfino del necessario per sopravvivere. Chiedo l’apertura,
senza ulteriori indugi, di corridoi umanitari tra la regione dell’Ossezia meridionale
e il resto della Georgia, in modo che i morti ancora abbandonati possano ricevere
degna sepoltura, i feriti siano adeguatamente curati e venga consentito a chi lo desidera
di ricongiungersi con i suoi cari. Si garantiscano, inoltre, alle minoranze etniche
coinvolte nel conflitto l’incolumità e quei diritti fondamentali che non possono mai
essere conculcati. Auspico infine che la tregua in atto, raggiunta grazie al contributo
dell’Unione Europea, possa consolidarsi e trasformarsi in pace stabile”. E,
ancora, ha invitato la Comunità internazionale “a continuare ad offrire il suo sostegno
per il raggiungimento di una soluzione duratura, attraverso il dialogo e la buona
volontà comune”. Prima dell’appello per la Georgia, prendendo spunto dalle letture
del giorno, il Pontefice ha ribadito che la Parola di Dio ci offre “l’opportunità
di riflettere sull’universalità della missione della Chiesa, costituita da popoli
di ogni razza e cultura”: “Proprio da qui proviene la grande
responsabilità della comunità ecclesiale, chiamata ad essere casa ospitale per tutti,
segno e strumento di comunione per l’intera famiglia umana”.
Una
consapevolezza, ha proseguito, che ogni comunità cristiana deve approfondire al fine
di aiutare anche la società civile "a superare ogni possibile tentazione di razzismo,
di intolleranza e di esclusione e ad organizzarsi con scelte rispettose della dignità
di ogni essere umano”. "Una delle grandi conquiste dell’umanità – ha detto ancora
- è infatti proprio il superamento del razzismo": “Purtroppo, però,
di esso si registrano in diversi Paesi nuove manifestazioni preoccupanti, legate spesso
a problemi sociali ed economici, che tuttavia mai possono giustificare il disprezzo
e la discriminazione razziale. Preghiamo perché dovunque cresca il rispetto per ogni
persona, insieme alla responsabile consapevolezza che solo nella reciproca accoglienza
di tutti è possibile costruire un mondo segnato da autentica giustizia e pace vera”. Il Papa ha quindi rivolto il pensiero ai numerosi e gravi incidenti
stradali, che aumentano in questo periodo estivo. “Non dobbiamo abituarci a questa
triste realtà”, è stato il richiamo del Pontefice che ha aggiunto: la vita umana è
un bene “troppo prezioso” e “troppo indegno dell’uomo è morire o ritrovarsi invalido
per cause che, nella maggior parte dei casi, si potrebbero evitare”: “Occorre
certo maggiore senso di responsabilità. Anzitutto da parte degli automobilisti, perché
gli incidenti sono dovuti spesso all’eccessiva velocità e a comportamenti imprudenti.
Condurre un veicolo sulle pubbliche strade richiede senso morale e senso civico”. A
promozione di questo senso civico, ha avvertito, “è indispensabile la costante opera
di prevenzione, vigilanza e repressione da parte delle autorità preposte”. Come Chiesa,
è stata la sua riflessione, “ci sentiamo direttamente interpellati sul piano etico:
i cristiani devono prima di tutto fare un esame di coscienza personale sulla propria
condotta di automobilisti”. A braccio, il Papa ha poi ricordato con profonda commozione
la figura del vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Wilhelm Egger, spentosi ieri all’improvviso
a causa di un infarto. Mons. Egger aveva ospitato il Papa nella sua diocesi, durante
il recente periodo di riposo a Bressanone: “Con profonda emozione
ho appreso dell’improvvisa morte di sua eccellenza mons. Wilhelm Egger, vescovo di
Bolzano-Bressanone. Lo avevo lasciato pochi giorni fa, apparentemente in buona salute,
nulla faceva pensare ad una sua così rapida dipartita. Mi unisco al cordoglio dei
parenti e dell’intera diocesi nella quale era apprezzato ed amato per il suo impegno
e per la sua dedizione”. Il Papa ha definito mons.
Egger “servo buono e fedele” del Signore ed ha inviato una speciale confortatrice
Benedizione Apostolica “al fratello religioso cappuccino, agli altri parenti e a tutti
i sacerdoti, i religiosi, le religiose ed i fedeli della diocesi di Bolzano-Bressanone”.