2008-08-15 14:31:04

Nuovi sbarchi d'immigrati sulle coste italiane


Drammatica settimana di sbarchi di immigrati irregolari sulle coste siciliane e sarde. Viaggi della speranza iniziati per lo più dalle coste nordafricane che spesso si concludono in tragedia a causa della scarsa tenuta delle cosiddette “carrette del mare”, scelte per la traversata del Mediterraneo. Secondo i dati della polizia di Stato dall’inizio dell’anno sono stati 70 gli sbarchi in Sardegna. Centinaia gli immigrati ospitati nel centro siciliano di Lampedusa, dove da alcuni giorni sta lavorando un gruppo di medici specialisti coordinati da Aldo Morrone direttore generale dell’Istituto Nazionale Migrazione e Povertà. Massimiliano Menichetti lo ha raggiunto telefonicamente nel centro di prima accoglienza dell’isola.RealAudioMP3

R. – In questo momento c’è una situazione oggettiva di grande difficoltà, ma contemporaneamente serenità e anche un grande ordine, nonostante gli sbarchi in questo momento siano praticamente uno dopo l’altro, perché il mare è tranquillo e favorisce ovviamente l’arrivo e la partenza dei gommoni. In questo momento, al centro di Lampedusa, ci sono oltre 800 persone.
 
D. – Uomini e donne, comunque, in cerca di una speranza per vivere...
 
R. – Uomini e donne che fuggono da situazioni inimmaginabili. Alcuni arrivano in condizioni drammatiche, perché comunque stanno giorni e giorni sui gommoni – e si fa per dire gommoni, in quanto si tratta invece di gomma con assi di legno – dove il primo danno che hanno, oltre ad essere disidratati completamente e deboli, è quello delle ustioni prodotte proprio dalla gomma sulla pelle.
 
D. – Lei è lì da alcuni giorni, sta coordinando un progetto del ministero dell’Interno, Regione Sicilia, isola di Lampedusa, in sostanza una task force medica che aiuta gli isolani, ma anche, soprattutto, chi arriva con le carrette del mare...
 
R. – Il gruppo sta svolgendo un’attività di diagnosi precoce delle malattie infettive, delle malattie ginecologiche e cutanee, nei confronti di tutti gli ospiti presenti qui nel centro di accoglienza di Lampedusa, e formazione agli operatori sanitari per aiutarli a districarsi tra le diverse malattie che questi soggetti possono presentare, ma soprattutto ad aiutarli a ritrovare fiducia, dignità e salute.
 
D. – Questo progetto, nello specifico, durerà 90 giorni, saranno sufficienti?
 
R. – E’ il minimo per poter dare delle indicazioni poi ai rappresentanti istituzionali di come modulare meglio il progetto per investire su questa prevenzione nei confronti della popolazione appena sbarcata. Ribadisco che sono persone che fuggono da guerre, da carestie, da violenze inenarrabili, a volte che arrivano fino al momento dell’imbarco sotto una violenza inimmaginabile. Davvero inimmaginabile! La faccia di un dolore, di una sofferenza, che chi non è qui al centro di Lampedusa non può cogliere, non può capire nei volti, negli sguardi di queste persone, che vedono a Lampedusa il sogno e la fine di un incubo.







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