Udienza generale. Benedetto XVI invoca la pace nel mondo: "Chi prega non perde mai
la speranza"
Il Papa invoca il dono della pace nel mondo: lo ha fatto riprendendo questa mattina
a Castel Gandolfo l’appuntamento tradizionale dell’udienza generale del mercoledì,
sospeso dopo il 2 luglio per il viaggio in Australia e il soggiorno a Bressanone.
Benedetto XVI ha elevato la sua preghiera a Dio attraverso l’intercessione di San
Massimiliano Maria Kolbe, di cui la Chiesa domani celebra la memoria, e affidando
l’umanità alla Vergine a due giorni dalla Solennità dell’Assunzione. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
Il Papa all’inizio
dell’udienza generale ha rievocato il suo soggiorno a Bressanone, da cui è rientrato
lunedì scorso. “Sono stati giorni di serena distensione – ha detto - durante i quali
non ho cessato di ricordare al Signore quanti si affidano alle mie preghiere”:
“E
sono veramente tantissimi quelli che mi scrivono chiedendo di pregare per loro. Mi
manifestano le loro gioie, ma anche le loro preoccupazioni, i loro progetti di vita,
ma pure i problemi familiari e di lavoro, le attese e le speranze che portano in cuore,
insieme alle angustie connesse alle incertezze che l’umanità sta vivendo in questo
momento. Posso assicurare che per tutti e per ciascuno ho un ricordo, specialmente
nella quotidiana celebrazione della Santa Messa e nella recita del Santo Rosario”. Benedetto
XVI ha sottolineato che, come Vicario di Cristo, “il primo servizio” che può “rendere
alla Chiesa e all’umanità è proprio quello della preghiera”:
“Chi
prega non perde mai la speranza, anche quando venisse a trovarsi in situazioni difficili
e persino umanamente disperate. Questo ci insegna la Sacra Scrittura e questo testimonia
la storia della Chiesa. Quanti esempi, in effetti, potremmo recare di situazioni in
cui è stata proprio la preghiera a sostenere il cammino dei santi e del popolo cristiano!” Tra
le testimonianze della nostra epoca cita quella di Santa Teresa Benedetta della Croce,
Edith Stein, e San Massimiliano Maria Kolbe, che la Chiesa ricorderà domani. Entrambi
hanno concluso con il martirio la loro vicenda terrena nel lager di Auschwitz:
“Apparentemente
le loro esistenze potrebbero essere ritenute una sconfitta, ma proprio nel loro martirio
risplende il fulgore dell’Amore che vince le tenebre dell’egoismo e dell’odio. A san
Massimiliano Kolbe vengono attribuite le seguenti parole che egli avrebbe pronunciato
nel pieno furore della persecuzione nazista: ‘L’odio non è una forza creativa: lo
è solo l’amore’. E dell’amore fu eroica prova la generosa offerta che egli fece di
sé in cambio di un suo compagno di prigionia, offerta culminata nella morte nel bunker
della fame, il 14 agosto del 1941”. Edith
Stein – ricorda poi il Papa – a tre giorni dalla sua drammatica fine, avvicinando
alcune consorelle del monastero di Echt, in Olanda, ebbe a dire loro: “Sono pronta
a tutto. Gesù è anche qui in mezzo a noi. Finora ho potuto pregare benissimo e ho
detto con tutto il cuore: “Ave, Crux, spes unica ”:
“Testimoni
che riuscirono a fuggire dall’orribile massacro raccontarono che Teresa Benedetta
della Croce, mentre vestita dell’abito carmelitano avanzava cosciente verso la morte,
si distingueva per il suo comportamento pieno di pace e per il suo atteggiamento sereno
e per il comportamento calmo e attento alle necessità di tutti. La preghiera fu il
segreto di questa Santa compatrona d’Europa, che ‘anche dopo essere approdata alla
verità nella pace della vita contemplativa, dovette vivere fino in fondo il mistero
della Croce’” (Lettera Apostolica Spes aedificandi,: Insegnamenti di Giovanni Paolo
II, XX, 2, 1999 pag.511).
Il Papa invoca
il dono della pace nel mondo attraverso l’intercessione di San Massimiliano Kolbe:
“il suo eroico atto d’amore e la morte di martire – ha detto salutando i fedeli polacchi
– sarà sempre segno del trionfo della potenza di Dio e della nobiltà dell’uomo sull’immensità
del male”:
“'Ave Maria!': fu l’ultima invocazione
sulle labbra di san Massimiliano Maria Kolbe mentre porgeva il braccio a colui che
lo uccideva con un’iniezione di acido fenico. È commovente costatare come il ricorso
umile e fiducioso alla Madonna sia sempre sorgente di coraggio e di serenità. Mentre
ci prepariamo a celebrare la solennità dell’Assunzione, che è una delle ricorrenze
mariane più care alla tradizione cristiana, rinnoviamo il nostro affidamento a Colei
che dal Cielo veglia con amore materno su di noi in ogni momento”. (applausi)