2008-08-13 16:11:48

Il commento di mons. Liberati alle parole del Papa


Sul significato della preghiera a Maria recitata da San Massimiliano Kolbe, pochi istanti prima della sua morte, Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento dell’arcivescovo Carlo Liberati, delegato pontificio per il Santuario della Beata Maria Vergine del Santo Rosario di Pompei:RealAudioMP3

R. - Significa questo abbandono di Massimiliano Maria Kolbe nelle mani della Madonna. Lui è il fondatore della Milizia dell’Immacolata, e di questo atteggiamento di affidamento interiore, intelligenza, coscienza, cuore a Cristo per mezzo di Maria: è un po’ il segreto delle anime sante, delle anime predilette da Dio. Chiunque si affida alla Madonna diventa inevitabilmente collegato con l’amore oblativo di Cristo: con l’amore è capace anche di immolare se stesso.

 
D. – Il Papa ha parlato di commozione nel constatare come il ricorso fiducioso alla Madonna sia sempre sorgente di coraggio e serenità…

 
R. – La Madonna è la donna del “si”, è la creatura che impiega tutta la sua vita per entrare sempre di più nel mistero di Dio, nel fare la Sua volontà; il suo “si” è stato così progrediente, straordinario dal punto di vista della generosità, che ora Lei diventa la mediatrice di tutte le grazie, la “corredentrice”, e Gesù non sa dire di no alla Madonna.

 
D. – Quindi per questo arriva poi il coraggio e la serenità all’uomo che si affida a Maria…

 
R. – Precisamente. Oggi ci sono esempi meravigliosi di persone che dicono il rosario tutti i giorni, no? E portano anche la corona al dito; sono persone di una certa spiritualità, perché si sono affidate a Maria, perché vanno a Cristo per mezzo di Maria, diventano i cristiani del “si”.

 
D. – Ecco, lo ha anticipato Lei: il rosario, preghiera mariana, supplica, ma anche preghiera filiale…

 
R. – La Madonna è madre: noi non dobbiamo dimenticarci che sotto la croce Gesù, vedendola, dice: “donna, ecco tuo figlio”, indicandogli Giovanni, e a Giovanni-figlio: “ecco tua madre”. Giovanni, la Chiesa, cioè noi, non possiamo fare a meno di Maria; ormai è la sentinella dell’amore del Padre e dello Spirito Santo per mezzo del Figlio, nel cuore della Chiesa. Con l’affidamento a Lei, non dobbiamo aver paura di nulla, diventiamo semplicemente cristiani, cioè apparteniamo al Signore, perché Lui ce l’ha lasciata come madre nel cammino di fede, nella pedagogia della fede.

 
D. – Tra due giorni la Chiesa celebrerà l’Assunzione in cielo della Vergine Maria; nel 2008, cosa dice questo evento?

 
R. – Dice che nella provvisorietà, nella relatività, nel disfacimento delle cose umane, resta integra la vocazione dell’uomo e della donna. Per cui, anche tutte le povertà umane, tutte le miserie, tutte le fragilità, tutti i peccati saranno trafitti e trasformati dalla gloria del Signore. Noi oggi, nella gloria celeste, abbiamo il Figlio di Dio, il Verbo, che è anche figlio dell’uomo; abbiamo una donna, che è la sua mamma, che ci aspettano e che ci indicano la nostra vocazione.







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