2008-08-13 15:49:22

Corea del Sud: i cattolici contrari a rivelare il sesso dei nascituri, un incentivo agli aborti selettivi


In Corea del Sud, un’antica tradizione, comune anche ad altri Paesi dell'Estremo Oriente asiatico, ritiene che la nascita di un figlio maschio sia nettamente preferibile a quella di una femmina. E per rispettarla molte famiglie ricorrono all’aborto selettivo, una pratica illegale nel Paese. Almeno fino ad oggi. A cambiare le cose è intervenuta la Corte Costituzionale di Seoul, con la sentenza che ha dichiarato incostituzionale la norma che proibisce ai medici di rivelare alle donne in gravidanza il sesso del nascituro. Questa norma di legge del 1987, secondo i cattolici coreani, che esprimono viva preoccupazione per tale decisione, impedisce l'accrescersi del numero degli aborti selettivi in base al sesso del feto. Sull’argomento comunque dovranno pronunciarsi le due camere parlamentari di Seoul entro il 2009. Tra gli argomenti presentati dalla Corte Costituzionale a sostegno della recente sentenza, vi è quello ricavato da recenti dati a proposito dell'equilibrio delle nascite nel Paese: 106,1 maschi ogni 100 femmine, nel 2007, il rapporto statisticamente più basso registrato dal 1981. Tuttavia questi dati sono il risultato di una media nazionale e non tengono conto della distinzione tra aree urbane e quelle rurali. In queste ultime, infatti, le tradizioni ancestrali di preferenza verso i neonati di sesso maschile sono ancora radicate poiché relazionate al lavoro nei campi. Padre Hugo Park Jung-woo, segretario generale del Comitato per la vita nell'arcidiocesi di Seoul, spiega che “esaminando i dati ai riguardi della nascita del terzogenito, per esempio, si nota subito una sensibile impennata della percentuale maschile. Nel 2007 121,8 neonati maschi a fronte di 100 femmine. Nel 1994 furono addirittura 202,2 maschi a fronte di 100 femmine”. Nella norma ancora in vigore – informa l’Osservatore Romano – la violazione del segreto medico ai riguardi del sesso di un nascituro è punibile con una multa che può arrivare fin quasi a diecimila dollari e con un periodo di detenzione non superiore ai tre anni. E secondo statistiche attendibili, il numero degli aborti illegali praticati nel 2005 è stato di 342 mila unità. (S.G.)







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