2008-08-10 17:43:51

La Georgia ritira le truppe dall’Ossezia del sud, mentre la Casa Bianca lancia un monito alla Russia e l’Abkhazia dichiara lo stato di guerra


C’è ancora preoccupazione per quanto sta accadendo tra la Georgia e la Russia impegnate in un duro faccia a faccia sulla provincia georgiana filorussa dell’Ossezia del Sud che, secondo Mosca, avrebbe provocato duemila vittime. Uno spiraglio di distensione è giunto da Tbilisi che ha ritirato le sue truppe dalla zona “in segno di buona volontà”. La Casa Bianca intanto ha messo in guardia la Russia dal rischio di “un forte impatto” sulle loro relazioni mentre è giunta la conferma ufficiale che anche l’altra repubblica secessionista filorussa dell’Abkhazia ha dichiarato lo stato di guerra alla Georgia. Il servizio di Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

Le truppe russe controllano completamente il capoluogo Tskhinvali e lo ammettono, dopo ore, anche fonti georgiane. Nella città si continua, però, a sparare contro i cecchini e nonostante i georgiani si siano ritirati ed abbiano rioccupato le posizioni da cui avevano lanciato l’attacco venerdì all’alba.

 
In mattinata numerosi gruppi di civili sono stati radunati alla stazione degli autobus ed hanno iniziato su mezzi di fortuna il lungo e pericoloso viaggio verso la salvezza in Russia. I feriti, molti dei quali non trasportabili, rimangono nei rifugi e nei sottoscala. I dottori operano in condizioni difficilissime e senza elettricità. L’ospedale è stato distrutto e per le strade e nelle case semidiroccate vi sono morti ovunque.

 
Un accordo per creare due corridoi per l’evacuazione dei feriti sarebbe stato trovato. Mosca ha imposto il blocco navale della Georgia – dice Tbilisi – mentre i russi negano. Il Cremlino teme, comunque, che possano essere trasportate armi. Ieri alcuni Paesi occidentali e l’Ucraina erano stati accusati di aver fornito ai georgiani equipaggiamento militare. Alcuni aeroporti militari georgiani sono stati bombardati nella notte e Tbilisi denuncia morti fra i civili. L’Abkhazia, l’atra regione separatista delle Georgia, ha dichiarato lo stato di guerra per dieci giorni. All’ora di pranzo il presidente Medvedev ha incontrato il premier Putin appena rientrato dall’Ossezia settentrionale. “Abbiamo la responsabilità dei profughi - ha detto il capo del Cremlino - e i colpevoli di questa tragedia dovranno rispondere penalmente.







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