Conferita a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria di Bressanone
"Per gli stretti legami che Benedetto XVI intrattiene con Bressanone e "per l'impegno
dello stesso Papa nella promozione del dialogo tra le religioni" la città altoatesina
ha conferito ieri pomeriggio al Papa la cittadinanza onoraria. A Bressanone il cardinale
Ratzinger aveva più volte trascorso dei periodi di vacanze e quest’anno è tornato
da Pontefice. Il servizio di Fausta Speranza: Intensa
e partecipata la cerimonia che si è svolta nel cortile del Seminario Maggiore, dove
il Papa sta trascorrendo le sue vacanze estive. Benedetto XVI ha parlato a braccio
di “incontro tra radici cristiane e modernità” e dell’amata città di Bressanone.
"Bressanone
è per me un luogo di incontri: incontri delle culture; incontro anche tra una sana
laicità ed una gioiosa fede cattolica; incontro tra una grande storia e il presente
e il futuro e vediamo che questa storia che qui realmente è presente e toccabile non
impedisce la formazione, il dinamismo, la vitalità del presente e del futuro, ma al
contrario ispira e dinamizza. E’ poi anche un incontro tra le radici cristiane e lo
spirito della modernità, che solo insieme possono costruire una società veramente
degna di questo nome: una società realmente umana". Una
lode il Papa l’ha rivolta anche alla ''convivenza delle diverse culture'' della zona,
tedesca, italiana e ladina, “che puo' presentare difficolta', ma che si rivela sempre
arricchente”. Nel conferire la cittadinanza onoraria, il sindaco Purgstaller ha espresso
la speranza che Bressanone diventi ''la citta' del Papa'' e che Benedetto XVI la senta
veramente come ''sua''.
Ma ascoltiamo cosa ci ha raccontato padre Federico
Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, presente alla cerimonia.
R. – Era veramente un incontro splendido, perché il cortile del Seminario
sacerdotale, dove il Papa è alloggiato è una scenografia meravigliosa, fatta anche
un po’ ad imitazioni del Cortile del Belvedere, con una bella nicchia in fondo, dove
era collocato il Santo e davanti a lui tutto il Consiglio comunale di Bressanone e
un coro che ha fatto dei canti bellissimi. Una cosa semplice, breve, ma molto intensa.
Hanno saluto il Papa il vescovo di Bressasone e il sindaco, con un discorso che ha
illustrato le motivazioni di questa cittadinanza onoraria: una prima motivazione è
certamente quella relativa all’impegno del Papa per i grandi valori della fede, della
speranza, del dialogo fra le religioni, del dialogo fra le culture come valori che
sono molto legati alla storia della città di Bressanone. E poi l’altra motivazione
fondamentale è l’amicizia che il Papa ha dimostrato da più di trent’anni verso questa
città scegliendola come luogo preferito per i suoi tempi di riposo. Ora la città è
contenta di considerarlo uno dei tre cittadini onorari: ce ne sono solo altri due,
anziane persone di grandi meriti verso la città che hanno ricevuto questo onore. Il
Papa ha fatto un discorso a braccio di risposta e di ringraziamento. Ha cominciato
dicendo che quando veniva dal nord verso l’Italia, scendendo dal Brennero, quando
si apriva la conca di Bressanone e vedeva questa città, con i suoi vigneti, con l’ambiente
dolce e bello che la circonda, diceva: “Ecco, questo è il posto dove posso stare bene”
e dove desiderava, quindi, ritirarsi per tornare poi con più slancio e con più forza
al lavoro abituale. Ha detto che qui ha scritto diverse opere, diversi articoli, che
qui ha trovato amici ed ha raccolto tanti bei ricordi; ma ha goduto anche del panorama
molto bello e fatto delle belle passeggiate, dove ha insomma respirato sia spiritualmente,
sia fisicamente. Ha notato come questa città sia un luogo importante di incontro fra
le culture, con le tre lingue che vi sono parlate - l’italiano, il tedesco e il ladino
– e il luogo di incontro fra la sana laicità ed una gioiosa fede cattolica ed è quindi
un luogo in cui si vede che la storia cristiana non impedisce un futuro, ma lo dinamizza.
In un certo senso un luogo dove si vede che le radici cristiane si possono sposare
bene con la modernità. Il Papa ha poi concluso dicendo che è una città che potrebbe
essere un po’ un modello per l’Europa di oggi e di domani.