2008-08-08 14:55:55

Spettacolare cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino


Tripudio di luci, rulli di tamburi, musica, danze e fuochi di artificio alla spettacolare cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Pechino. Il servizio di Fausta Speranza.RealAudioMP3

 
La Cina e il popolo cinese hanno ''mantenuto gli impegni presi'' nel 2001 per i Giochi Olimpici. Queste parole delle ultime ore del presidente cinese Hu Jintao riecheggiano alle prime emozioni della sfavillante inaugurazione e sembra davvero che oltre alle impeccabili strutture, spettacolo e magia siano stati assicurati a questa immaginifica cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2008. Ascoltiamo da Flaminia Rosati quale atmosfera abbia atteso le 8 e 08 dell’8,8,2008 allo stadio Nido d’uccello, un orario scelto per il significato di buon auspicio del numero 8:

 
R. - L’esigenza di mostrarsi, che è poi tipica di tutte le cerimonie olimpiche probabilmente qui c’è molto di più, perché il mondo arriva per la prima volta. Il quotidiano China Daily ha aperto oggi con il titolo “Welcome, world”, Benvenuto mondo.

 
D. – Sembra proprio, dunque, che la tensione, che è stata finora la parola chiave, abbia lasciato il passo all’entusiasmo tipico di ogni inaugurazione olimpica...

 
R. – L’impressione è proprio questa. Poi certo le misure di sicurezza si sono viste per tutta la città e oggi si vedono qua fuori, si vedono sopra lo stadio, ma questo è tipico di tutte le città olimpiche, non è un fatto straordinario. Forse sì, c’è qualcosa di particolare, misure super straordinarie, ma credo che sarà sempre maggiore ogni volta che ci sarà un’Olimpiade nuova, perché le procedure anche tecnologiche diventano più raffinate e tutti provano a fare meglio, perché chiaramente l’attenzione del mondo sarà catalizzata sempre sull’apertura. Qui in particolare ci sono gli occhi puntati del mondo.

 
In questo momento rivendicazioni o polemiche di ogni sorta sembrano sfumate, con i fumi dello smog: a Pechino l’inquinamento risulta moderato e l’ozono sotto i livelli di guardia. L’attenzione di tutto il mondo è alle esibizioni artistiche cui assistono personalmente i rappresentanti ai massimi livelli di tutte le principali potenze del mondo, a parte le defezioni illustri del primo ministro inglese Gordon Brown (che ci sarà però per la chiusura) e del cancelliere tedesco Angela Merkel. In tribuna, accanto al presidente cinese Hu Juntao e al primo ministro Wen Jiabao, il presidente degli Stati Uniti George W.Bush, il presidente francese Nicolas Sarkozy, il primo ministro giapponese Yasuo Fukuda, il principe ereditario di Spagna Felipe accompagnato dalla moglie e dal ministro degli Esteri di Madrid Miguel Angel Moratinos. Rappresentanza ai massimi livelli anche per l'Italia: dopo la defezione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ha rinunciato di fronte ad un lungo viaggio particolarmente faticoso date le condizioni climatiche della capitale cinese, a rappresentare il nostro Paese sarà infatti il titolare della Farnesina Franco Frattini. Per i potenti, l’arrivo è stato in una città superblindata e spaventata dalle eco terroristiche giunte dalle province islamiche. Del presidente USA Bush, da ieri a Pechino, bisogna dire che ha rinnovato le sue critiche alla Cina, chiedendo ''libertà d'espressione'' all’inaugurazione della nuova sede dell'Ambasciata americana, nei pressi di piazza Tienanmen.

 
Ma la sfida di queste Olimpiadi sta proprio nel riuscire a passare dal piano della politica a quello dello sport. Da sempre le Olimpiadi hanno voluto essere un momento di sospensione sul piano delle competizioni sportive ma fino all’ultimo l’edizione 2008, a torto o a ragione, ha faticato a farlo. Cerchiamo di avvicinarci allo spirito sportivo con le parole di don Mario Lusek, direttore dell’Ufficio della CEI per la pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport, cappellano della squadra azzurra ai Giochi di Pechino. Giancarlo La Vella gli ha chiesto quali sono le immagini forti di questo inizio Olimpiadi 2008:

 
R. – E’ il simbolo che parla moltissimo e che a noi è molto congeniale: i cinque cerchi olimpici che rappresentano i cinque continenti e l’amicizia che unisce i popoli della terra. Attraverso questo simbolo, quindi, si esprime la coralità e la convivialità di tutto il genere umano: le barriere scompaiono e le identità vengono manifestate soltanto con il segno della bandiera, segno più di unità che non di distinzione dagli altri.

 
D. – Come avete vissuto i momenti che hanno preceduto l’apertura ufficiale dei giochi?

 
R. – La vita del villaggio è una vita molto intensa. La maggior parte dei ragazzi si è preparata continuando gli allenamenti e poi c’è una grande familiarità, fatta di incontri, di scambi, di momenti aggregativi, di momenti di confronto attraverso diverse iniziative, comprese anche le celebrazioni liturgiche che abbiamo vissuto nella prima domenica di agosto e che continueremo a vivere nelle domeniche a seguire comunitariamente qui all’interno del Villaggio. La cosa simpatica della vita del villaggio è proprio la normalità: ci incontriamo quotidianamente con persone che sono miti, campioni, personaggi anche mediatici. Ma qui scompare tutto quello che è il mito e si incontra l’uomo, la persona, con la quale si riesce a familiarizzare con una facilità incredibile, con la quale si entra in contattato in atteggiamento di amicizia e di condivisione veramente concreta, veramente operativa e percepibile immediatamente.

 
D. – Don Mario Lusek, il suo ruolo…

 
R. – Un po’ di ansia e di emozioni ce l’avevo dentro, ma l’accoglienza da parte di tutto il team, di tutto lo staff del CONI ha facilitato il mio inserimento. Ci sono stati anche degli incontri diretti con alcune persone. Ci giungono molti messaggi, che io cercherò di trasmettere quanto prima, nel nome di padre Matteo Ricci, amico della Cina, amico del popolo cinese, grande figura di gesuita, che può essere un altro ponte di dialogo e di incontro tra questo grande Paese e il resto del mondo e soprattutto per quanto riguarda noi cristiani per favorire la libertà religiosa.

 
Bisogna riferire infine, di un nuovo video di Al Qaeda con minacce ai Giochi. E di manifestazioni anticinesi a Kathmandu, capitale del Nepal, con scontri con la polizia e arresti. O di tante altre iniziative come quella che coinvolge il sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha ricevuto questa mattina in Campidoglio, nella Sala delle Bandiere, una delegazione di monaci tibetani e una rappresentanza della Laogai Research Foundation, che si batte da anni contro la tortura e i Laogai, campi di lavoro forzato per i prigionieri politici in Cina.







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