Il cardinale Martino: “combattere il racket dell'elemosina senza ledere il diritto
di chiedere aiuto”
“Combattere il racket dell'elemosina senza ledere il diritto di chiedere aiuto”. Così
il cardinale Renato Raffaele Martino, in un’intervista al Corriere della Sera, riassume
l'atteggiamento da tenere di fronte ai questuanti, dopo le ordinanze dei sindaci di
alcune città italiane contro chi chiede la carità. Proibire l'accattonaggio, commenta
il presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e della pastorale per i Migranti
e gli Itineranti, servirebbe “a nascondere” il bisogno, invece di “rispondere ad esso”.
D'altra parte, altra via per affrontare i casi di estremo bisogno, spiega, fino a
oggi “non si è trovata e io credo che non si troverà presto se Nostro Signore ebbe
a dirci: 'I poveri li avrete sempre con voi'. Si sconfigge una povertà e ne nasce
un'altra''. E fare l’elemosina è “un diritto umano fondamentale, quando si è alla
fame e al freddo”. “Non giudico i singoli provvedimenti - precisa il porporato - che
possono avere le loro giustificazioni, ma reputo inaccettabile la proibizione dell'elemosina
in generale: ci vedo una tentazione a chiudere gli occhi e a guardare dall'altra parte;
le autorità dovrebbero piuttosto aiutare la popolazione a cogliere la vera portata
del bisogno non ancora coperto, o raggiunto, da nessuna forma di previdenza sociale”.
(S.G.)