Filippine: soddisfazione dei vescovi per il blocco degli accordi tra governo e
Fronte islamico Moro
I vescovi filippini hanno manifestato la loro soddisfazione per il blocco dell’accordo
tra il governo e le truppe del Fronte islamico Moro (MILF) deciso dalla Corte suprema.
Se l’accordo fosse andato in porto, come ricorda AsiaNews, avrebbe significato la
creazione di una zona autonoma a maggioranza musulmana nel Mindanao, la seconda isola
dell’arcipelago delle Filippine. Nel Mindanao la maggioranza della popolazione è cattolica,
circa il 61 per cento, contro il 20,44 di musulmani; le Filippine, insieme con Timor
Est, sono l’unico Stato asiatico a maggioranza cristiana. In particolare il vescovo
di Marbel, Dinualdo Gutierrez, ha sottolineato il fatto che sia stata presa la “giusta
decisione”, anche perché non tutti erano a conoscenza dei contenuti dell’accordo saltato.
Posizione condivisa anche da mons. Guillermo Afable, vescovo di Digos, che non nasconde
la propria preoccupazione sull’avvicinamento tra il governo e i miliziani. Il presule,
quindi, invita le parti a chiarire i punti salienti dell’accordo, in modo da “evitare
ulteriori violenze”. Si spinge oltre il presidente della Commissione per gli affari
pubblici della Conferenza episcopale locale, Deogracias Iñiguez, che ha chiesto “la
pubblicazione della bozza degli accordi” che interessano sia la popolazione cristiana
che quella musulmana, come ha messo in luce anche l’arcivescovo di Zamboanga, mons.
Romulo Valles. Martedì 5 agosto, intanto, a Kidapawan, nel nord Cotabato, oltre cinquemila
persone hanno marciato e preso parte a una manifestazione di protesta contro il mancato
coinvolgimento della popolazione nell’elaborazione dell’accordo e soprattutto contro
l’annessione di alcuni villaggi del nord Cotabato al territorio del Bangsamoro. (R.B.)