In Mauritania la giunta militare assicura elezioni libere e trasparenti dopo il golpe
di ieri
In Mauritania, saranno prese le misure necessarie “per garantire la continuità dello
Stato e vigilare in consultazione con istituzioni, forze politiche e della società
civile per lo svolgimento di una elezione presidenziale che rilanci il processo democratico”.
E’ quanto rende noto, con un comunicato, la giunta militare che ieri ha preso il potere
con un golpe. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La giunta
militare ha promesso oggi di indire al più presto elezioni “libere e trasparenti”.
Il potere, intanto, è affidato ad un “Consiglio di Stato”, guidato dall’ex capo della
guardia presidenziale. Il golpe militare è scattato con l’arresto del presidente e
del primo ministro, poco dopo che il capo dello Stato aveva ordinato la destituzione
dei vertici dell’esercito. La Lega Araba, di cui la Mauritania fa parte, ha esortato
al dialogo. Il golpe è stato condannato da Stati Uniti, Unione Europea e ONU. La Commissione
Europea, in particolare, prende nota dell’annuncio di elezioni fatto dalla giunta
militare ma rileva che le consultazioni dovranno tenersi “nel pieno rispetto del quadro
costituzionale”. Bruxelles riafferma anche che la liberazione del presidente della
Mauritania, arrestato ieri durante il colpo di Stato, è una “pre-condizione” per la
ripresa del dialogo. Ieri la Commissione europea aveva condannato fermamente il colpo
di stato militare ed aveva minacciato di sospendere il programma di aiuti per 156
milioni di euro per il periodo 2008-2013. Pakistan-politica
Si delinea un nuovo scenario politico in Pakistan. I partiti della maggioranza
hanno raggiunto un accordo di principio per mettere in stato di accusa il presidente
Musharraf che, al momento, non ha commentato l’intesa. Intanto anche sul terreno è
sempre più violenza. Il servizio di Benedetta Capelli:
E’ pronta
la procedura di impeachment per il presidente pachistano Musharraf, al potere dal
1999 ma sconfitto nelle scorse elezioni di febbraio, fortemente segnate dall’attentato
all’ex premier Benazir Bhutto. Dopo una maratona negoziale durata tre giorni e resasi
necessaria per appianare le divergenze, le formazioni di maggioranza – il Partito
popolare del Pakistan e la Lega Musulmana - hanno raggiunto un accordo "di principio"
per mettere in stato d'accusa il capo dello Stato che continua a governare pur non
avendo una maggioranza parlamentare. Una mossa che rischia di sprofondare il Paese
in una nuova crisi istituzionale a meno che Musharraf non accetti di lasciare
senza tensioni. Secondo l’intesa, che sarà ufficializzata in giornata, i partiti
hanno anche accordato il reinsediamento dei giudici, esonerati proprio dal
presidente durante lo stato di emergenza del novembre scorso. Il governo ha
chiesto l’apertura di una sessione straordinaria della Camera dei Rappresentanti l’11
agosto per mettere ai voti la richiesta di impeachment. Risolto il giallo, poi, sulla
presenza di Musharraf alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi: ieri era stata cancellata
e poi di nuovo confermata, oggi ancora annullata. Intanto anche sul terreno
la situazione si fa sempre più difficile. Almeno 25 talebani e due soldati
pachistani sono rimasti uccisi negli scontri avvenuti in una regione tribale al confine
con l'Afghanistan dove è forte la presenza di al Qaeda. Turchia Paura
in Turchia dopo l’esplosione di numerosi colpi di mortaio a Uskudar, nella parte asiatica
della città di Istanbul. Secondo fonti della sicurezza, l’obiettivo degli attacchi
era una caserma di militari. Gli spari degli attentatori hanno colpito un cimitero
non lontano dall’edificio municipale e un camion per la raccolta di rifiuti. Tre i
feriti. La polizia sta cercando due persone che sono state viste fuggire a bordo di
una moto. L’attacco arriva dopo dieci giorni le esplosioni avvenute a Istanbul costate
la vita a 17 persone.
Iran-nucleare E’ iniziata la due giorni di
colloqui a Teheran tra i responsabili iraniani del dossier nucleare e il numero due
dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA). Sul tavolo il controverso
programma di arricchimento dell’uranio. A Vienna fanno sapere che si intende arrivare
ad un chiarimento dopo le notizie di intelligence secondo cui Teheran sta tentando
di fabbricare un'arma nucleare. L’incontro arriva dopo la minaccia di nuove sanzioni
contro la Repubblica Islamica da parte del gruppo di negoziatori del “5+1”.
Medio
Oriente Di Iran ieri ha parlato anche il ministro della Difesa israeliano Barack
che non ha escluso alcuna opzione sul tavolo per fermare la minaccia iraniana. Sempre
ieri è avvenuto l’incontro tra il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano
Olmert; nel corso del colloquio è stato raggiunto un accordo per il rilascio di 150
detenuti palestinesi ma non è chiaro se tra essi vi siano Ahmed Sadat, dirigente del
Fronte popolare per la liberazione della Palestina, e Marwan Barghouti, leader carismatico
dell'Intifada dei quali Abu Mazen aveva chiesto espressamente il rilascio.
Terrorismo-USA E’
stato riconosciuto colpevole di sostegno al terrorismo Salim Hamdan, l’autista di
Osama Bin Laden. La condanna è stata emessa alla fine di un processo svoltosi nel
tribunale militare di Guantanamo e ora l’uomo rischia l’ergastolo. La Difesa ha annunciato
ricorso e intanto la Casa Bianca ha commentato con soddisfazione l’esito del provvedimento.
Ieri l’FBI ha tolto il segreto sulle prove a carico dello scienziato che progettò
gli attacchi terroristici all'antrace nel 2001. Per i servizi segreti americani Bruce
Ivins, morto suicida, fu l’unico ad aver mandato lettere con spore letali che provocarono
la morte di 5 persone mentre altre 17 rimasero intossicate.
Libano-omicidio
Hariri Due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio del premier
libanese Hariri sono state rilasciate su cauzione dopo tre anni passati in carcere.
I due, titolari di un negozio di telefonini, erano accusati di aver fornito carte
telefoniche che vennero usate prima e dopo l’esplosione che tolse la vita all’esponente
politico e ad altre 23 persone. Restano in prigione in attesa di giudizio altri sei
indagati, un siriano e cinque libanesi, tra cui i quattro ex generali della sicurezza
arrestati nell'agosto 2005.
Somalia-italiani liberati Sono tornati
in Italia Giuliano Paganini e Iolanda Occhipinti, i due cooperanti liberati martedì
scorso in Somalia. Ad attenderli a Fiumicino il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio, Gianni Letta. I due sono stati trasferiti alla Procura a Roma che aveva
aperto un fascicolo in merito al loro sequestro durato 76 giorni.
Italia-sbarchi Ancora
sbarchi sulle coste italiane. A Lampedusa sono giunte un centinaio di persone a bordo
di tre imbarcazioni. Approdi si segnalano anche a Cagliari dove sono stati intercettati
17 migranti, altri 58 a Malta.
Terremoto-Indonesia Sono notevoli
i danni causati dal terremoto di magnitudo di 5,7 della scala Richter che ha colpito
l’isola indonesiana di Sumbawa, ad est di Bali. Non ci sono state vittime, né è scattato
l’allarme tsunami ma sono centinaia le case colpite. (Panoramica internazionale
a cura di Benedetta Capelli)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LII no. 220 E'
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