2008-08-07 15:30:01

In Mauritania la giunta militare assicura elezioni libere e trasparenti dopo il golpe di ieri


In Mauritania, saranno prese le misure necessarie “per garantire la continuità dello Stato e vigilare in consultazione con istituzioni, forze politiche e della società civile per lo svolgimento di una elezione presidenziale che rilanci il processo democratico”. E’ quanto rende noto, con un comunicato, la giunta militare che ieri ha preso il potere con un golpe. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

La giunta militare ha promesso oggi di indire al più presto elezioni “libere e trasparenti”. Il potere, intanto, è affidato ad un “Consiglio di Stato”, guidato dall’ex capo della guardia presidenziale. Il golpe militare è scattato con l’arresto del presidente e del primo ministro, poco dopo che il capo dello Stato aveva ordinato la destituzione dei vertici dell’esercito. La Lega Araba, di cui la Mauritania fa parte, ha esortato al dialogo. Il golpe è stato condannato da Stati Uniti, Unione Europea e ONU. La Commissione Europea, in particolare, prende nota dell’annuncio di elezioni fatto dalla giunta militare ma rileva che le consultazioni dovranno tenersi “nel pieno rispetto del quadro costituzionale”. Bruxelles riafferma anche che la liberazione del presidente della Mauritania, arrestato ieri durante il colpo di Stato, è una “pre-condizione” per la ripresa del dialogo. Ieri la Commissione europea aveva condannato fermamente il colpo di stato militare ed aveva minacciato di sospendere il programma di aiuti per 156 milioni di euro per il periodo 2008-2013.
 
Pakistan-politica
Si delinea un nuovo scenario politico in Pakistan. I partiti della maggioranza hanno raggiunto un accordo di principio per mettere in stato di accusa il presidente Musharraf che, al momento, non ha commentato l’intesa. Intanto anche sul terreno è sempre più violenza. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

E’ pronta la procedura di impeachment per il presidente pachistano Musharraf, al potere dal 1999 ma sconfitto nelle scorse elezioni di febbraio, fortemente segnate dall’attentato all’ex premier Benazir Bhutto. Dopo una maratona negoziale durata tre giorni e resasi necessaria per appianare le divergenze, le formazioni di maggioranza – il Partito popolare del Pakistan e la Lega Musulmana - hanno raggiunto un accordo "di principio" per mettere in stato d'accusa il capo dello Stato che continua a governare pur non avendo una maggioranza parlamentare. Una mossa che rischia di sprofondare il Paese in una nuova crisi istituzionale a meno che Musharraf non accetti di lasciare senza tensioni. Secondo l’intesa, che sarà ufficializzata in giornata, i partiti hanno anche accordato il reinsediamento dei giudici, esonerati proprio dal presidente durante lo stato di emergenza del novembre scorso. Il governo ha chiesto l’apertura di una sessione straordinaria della Camera dei Rappresentanti l’11 agosto per mettere ai voti la richiesta di impeachment. Risolto il giallo, poi, sulla presenza di Musharraf alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi: ieri era stata cancellata e poi di nuovo confermata, oggi ancora annullata. Intanto anche sul terreno la situazione si fa sempre più difficile. Almeno 25 talebani e due soldati pachistani sono rimasti uccisi negli scontri avvenuti in una regione tribale al confine con l'Afghanistan dove è forte la presenza di al Qaeda.
 
Turchia
Paura in Turchia dopo l’esplosione di numerosi colpi di mortaio a Uskudar, nella parte asiatica della città di Istanbul. Secondo fonti della sicurezza, l’obiettivo degli attacchi era una caserma di militari. Gli spari degli attentatori hanno colpito un cimitero non lontano dall’edificio municipale e un camion per la raccolta di rifiuti. Tre i feriti. La polizia sta cercando due persone che sono state viste fuggire a bordo di una moto. L’attacco arriva dopo dieci giorni le esplosioni avvenute a Istanbul costate la vita a 17 persone.

Iran-nucleare
E’ iniziata la due giorni di colloqui a Teheran tra i responsabili iraniani del dossier nucleare e il numero due dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA). Sul tavolo il controverso programma di arricchimento dell’uranio. A Vienna fanno sapere che si intende arrivare ad un chiarimento dopo le notizie di intelligence secondo cui Teheran sta tentando di fabbricare un'arma nucleare. L’incontro arriva dopo la minaccia di nuove sanzioni contro la Repubblica Islamica da parte del gruppo di negoziatori del “5+1”.

Medio Oriente
Di Iran ieri ha parlato anche il ministro della Difesa israeliano Barack che non ha escluso alcuna opzione sul tavolo per fermare la minaccia iraniana. Sempre ieri è avvenuto l’incontro tra il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Olmert; nel corso del colloquio è stato raggiunto un accordo per il rilascio di 150 detenuti palestinesi ma non è chiaro se tra essi vi siano Ahmed Sadat, dirigente del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, e Marwan Barghouti, leader carismatico dell'Intifada dei quali Abu Mazen aveva chiesto espressamente il rilascio.

Terrorismo-USA
E’ stato riconosciuto colpevole di sostegno al terrorismo Salim Hamdan, l’autista di Osama Bin Laden. La condanna è stata emessa alla fine di un processo svoltosi nel tribunale militare di Guantanamo e ora l’uomo rischia l’ergastolo. La Difesa ha annunciato ricorso e intanto la Casa Bianca ha commentato con soddisfazione l’esito del provvedimento. Ieri l’FBI ha tolto il segreto sulle prove a carico dello scienziato che progettò gli attacchi terroristici all'antrace nel 2001. Per i servizi segreti americani Bruce Ivins, morto suicida, fu l’unico ad aver mandato lettere con spore letali che provocarono la morte di 5 persone mentre altre 17 rimasero intossicate.

Libano-omicidio Hariri
Due persone sospettate di essere coinvolte nell’omicidio del premier libanese Hariri sono state rilasciate su cauzione dopo tre anni passati in carcere. I due, titolari di un negozio di telefonini, erano accusati di aver fornito carte telefoniche che vennero usate prima e dopo l’esplosione che tolse la vita all’esponente politico e ad altre 23 persone. Restano in prigione in attesa di giudizio altri sei indagati, un siriano e cinque libanesi, tra cui i quattro ex generali della sicurezza arrestati nell'agosto 2005.

Somalia-italiani liberati
Sono tornati in Italia Giuliano Paganini e Iolanda Occhipinti, i due cooperanti liberati martedì scorso in Somalia. Ad attenderli a Fiumicino il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. I due sono stati trasferiti alla Procura a Roma che aveva aperto un fascicolo in merito al loro sequestro durato 76 giorni.

Italia-sbarchi
Ancora sbarchi sulle coste italiane. A Lampedusa sono giunte un centinaio di persone a bordo di tre imbarcazioni. Approdi si segnalano anche a Cagliari dove sono stati intercettati 17 migranti, altri 58 a Malta.

Terremoto-Indonesia
Sono notevoli i danni causati dal terremoto di magnitudo di 5,7 della scala Richter che ha colpito l’isola indonesiana di Sumbawa, ad est di Bali. Non ci sono state vittime, né è scattato l’allarme tsunami ma sono centinaia le case colpite. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 220

 
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