Ecuador: minacce contro il presidente della Conferenza episcopale
Il presidente della Conferenza episcopale ecuadoriana e arcivescovo di Guayaquil,
Antonio Arregui Yarza, ha ricevuto minacce telefoniche alla sua persona in seguito
alle dichiarazioni rilasciate il 28 luglio scorso sulla bozza per la nuova Costituzione
del Paese che sarà sottoposta a referendum il prossimo 28 settembre. Secondo quanto
riferisce l’agenzia Efe, il presule ha comunicato di non sapere da chi provengano
queste intimidazioni. Mons. Yarza, nella sua dichiarazione, aveva contestato in particolare
quattro punti del progetto per la Carta costituzionale: innanzitutto la mancanza di
chiarezza sul fatto che deve essere “la persona umana a esistere prima dello Stato,
cioè è lo Stato che è al servizio della persona e della società e non le persone e
la società a servizio dello Stato”; inoltre la mancanza di riconoscimento del diritto
alla vita dal concepimento, fatto che lascia la porta aperta alla pratica dell’aborto.
Questi gli altri due punti critici indicati dall’arcivescovo: il fatto che “viene
respinta l’esistenza della ‘famiglia tipo’ sostituita da diversi ‘tipi di famiglia’,
cosa che fa equiparare a famiglia l’unione di due persone dello stesso sesso” e il
tema dell’educazione, in particolare “il diritto dei genitori e il riconoscimento
della libertà d’insegnamento che vengono rifiutati quando lo Stato si arroga il diritto
di determinare quello che deve essere insegnato e ciò che va ignorato”. L’arcivescovo
ha, inoltre, precisato che non è sua intenzione fare polemica con il presidente ecuadoriano
Rafel Correa Delgado, il quale ha chiesto alla Chiesa cattolica di non appoggiare
il fronte del no, ma ha ricordato, partendo dalle dichiarazioni del Concilio Vaticano
II, come la Chiesa possa in ogni momento predicare la fede con autentica libertà,
insegnare la sua dottrina alla società e dare il suo giudizio finale. Intanto, secondo
gli ultimi sondaggi effettuati nel Paese, il 47 per cento degli ecuadoriani oggi voterebbe
sì alla nuova Costituzione; contro il 29 per cento dei no. (R.B.)