Il gioioso incontro del Papa con i sacerdoti nel Duomo di Bressanone: intervista con
padre Lombardi
Incontro gioioso stamani tra il Papa e i sacerdoti e i diaconi nel Duomo di Bressanone.
Dopo il saluto del vescovo di Bolzano-Bressanone Wilhelm Egger, alcuni sacerdoti hanno
rivolto delle domande al Santo Padre. Tanti i temi affrontati. Ce ne parla il nostro
direttore padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro Gisotti:
R. – E’ stato
un incontro molto bello. Ormai è una tradizione questa degli incontri del Santo Padre
con i sacerdoti, che hanno posto diverse domande su temi sostanziali e di attualità,
soprattutto per la vita dei sacerdoti in cura d’anime. Ed il Santo Padre ha risposto
con ampiezza: la conversazione è durata un’ora. Sono state poste sei domande diverse
su temi vari, che riguardavano sia il ministero sacerdotale, sia alcuni problemi di
attualità, come la tutela dell’ambiente, come il significato dell’arte nella Chiesa
e della testimonianza cristiana, le difficoltà con il diminuire del numero dei sacerdoti
e così via. Il Papa ha dato una testimonianza, per lui abituale, con grande chiarezza,
e anche una testimonianza personale di umiltà. Tante belle domande cui ha risposto,
le ha introdotte proprio dicendo: “Questo è quello che io vi posso dire. Non è una
risposta infallibile. Le risposte dobbiamo cercarle anche insieme nella Chiesa, con
i vescovi. E’ qualcosa che nasce da una ricerca della comunità della Chiesa e non
solo dalla mia risposta”. D. – C’è un tema che è stato ribadito
più volte dal Papa? Qual è stato il filo rosso che ha collegato le varie risposte
del Papa? R. – Le domande erano abbastanza diverse. Direi che
il filo rosso sia quello di una testimonianza di fede molto radicata nell’unione con
Cristo, il fondamento della vita di fede nel rapporto con Dio nella preghiera, nell’ascolto
dello Spirito Santo e delle sue ispirazioni e questo collegato sia alla testimonianza
appunto dei giovani nel mondo di oggi, riprendendo i temi della Giornata mondiale
della gioventù, oppure alla testimonianza della fede nelle situazioni di sofferenza.
E’ stata molto commovente la domanda posta da un sacerdote ammalato proprio su questo
tema e la rievocazione della figura di Giovanni Paolo II e della sua straordinaria
testimonianza di fede nella sofferenza. Anche nell’imitazione di Cristo per quanto
riguarda, per esempio, il modo in cui affrontare i problemi della pastorale dell’infanzia
o dei fanciulli, il Papa ha detto: “Una volta ero più severo, poi l’esempio di Cristo
mi ha fatto diventare più accogliente: nei casi in cui magari non ci sia una fede
proprio matura o solida, ma ci sia anche un barlume di ricerca, di desiderio di comunione
con la Chiesa, si può essere anche più larghi o generosi nell’amministrazione dei
sacramenti”. Quindi, c’era un tono spirituale veramente molto profondo in tutte le
risposte. Questo mi sembra caratteristico del modo di parlare del Papa, che è una
mente estremamente lucida e profonda, ma c’è sempre anche una grande spiritualità. D.
– Sicuramente per questi sacerdoti è stata un’occasione straordinaria, ma anche il
Papa ama molto questi incontri, vero? R. – Sì, certamente. Sono
quelli in cui egli si trova perfettamente a suo agio e manifesta anche con libertà,
con larghezza il suo pensiero, la sua spiritualità. Lui desidera che a questi incontri
non siano presenti i giornalisti, non perchè dica delle cose che non si possono dire
o ripetere, ma perchè vuole che abbiano questo carattere di intimità, di essere insieme
fra coloro che sono stati chiamati dal Signore a questo ministero.